Dai Giovani liberali radicali ‘delusione e preoccupazione’ per la decisione di posticiparne l’insegnamento in prima media al 2026. E ne hanno per tutti
“La prospettata decisione di rinviare l’implementazione dell’insegnamento anticipato del tedesco nelle scuole ticinesi lascia un profondo senso di delusione e preoccupazione”. Sono questi i sentimenti con cui i Giovani liberali radicali (Glrt) hanno accolto la decisione, ufficializzata dal messaggio licenziato dal Consiglio di Stato mercoledì scorso, di posticipare all’anno scolastico 2026/2027 l’anticipo del tedesco in prima media. Glrt da cui, lo ricordiamo, partì tutta la questione: era infatti il maggio 2017 quando Alessandra Gianella e Fabio Käppeli depositarono la mozione che chiedeva al governo di agire in questo senso, era il dicembre 2018 quando i Glrt consegnarono a Palazzo delle Orsoline una petizione forte di 4’305 firme che chiedeva la stessa cosa: anticipare il tedesco. Dopo il via libera del Gran Consiglio all’anticipo a partire dall’anno scolastico 2025/206, arrivato il 13 marzo 2023, le difficoltà sia organizzative sia di natura finanziaria hanno portato – si diceva – il Consiglio di Stato, con il sostanziale nulla osta della commissione parlamentare ‘Formazione e cultura’, a rinviare di un anno.
“Delusione e preoccupazione” dai proponenti, quindi. “Delusione perché questa scelta dimostra, da parte del Decs e del parlamento, una mancanza di visione e una scarsa volontà di mettere nero su bianco la volontà popolare e il voto del parlamento stesso. Quando avevamo a suo tempo proposto il potenziamento del tedesco – scrivono i Glrt nella loro presa di posizione – avevamo infatti presentato un piano d’azione che prevedeva, tra le varie misure, la formazione di docenti”. Oggi, invece, “Decs e parlamento vengono a dirci che, appunto, non ci sono docenti e quindi non si può implementare quanto deciso dal Gran Consiglio”. E attaccano: “Questo approccio della politica non è un modo di lavorare serio e va contro le aspettative dei 4’305 firmatari della petizione da noi promossa, così come della popolazione, che si aspetta soluzioni e impegno da parte di tutte le autorità e non certo di questo modo di agire”.
Detto della “delusione”, i Giovani liberali radicali passano alla “preoccupazione”. Perché “non è la prima volta che il parlamento posticipa quanto da lui medesimo deciso. Lo ha fatto con il moltiplicatore differenziato (approvato, quasi concretizzato dai Comuni e poi posticipato a cinque minuti da mezzanotte), con la tassa di collegamento (approvata, entrata in vigore, mai applicata e poi abrogata) e ora lo vuole fare pur e con l’anticipo e il potenziamento del tedesco”. Ed ecco l’affondo: “Cari deputati, siamo in Svizzera e vi sono determinate regole da rispettare: buon senso e certezza del diritto in primis”.
Il Dipartimento educazione, cultura e sport – scrivono ancora i Glrt – “si cela dietro una consultazione di cui, a distanza di nove mesi, non si conoscono ancora i risultati, nonostante appaia logico che un risultato numerico dovrebbe esistere”. Tuttavia, “si continua a mettere da parte tutto ciò che è scomodo (il Decs è infatti sempre stato contrario alla proposta), sperando che il suo compito di implementare una decisione presa democraticamente finisca nel dimenticatoio”.
Ma ne hanno per tutti i Giovani liberali radicali, compreso il loro partito: il Plr. Rivendicando l’essere sempre stati “una spina nel fianco”, in questa situazione “dopo che per anni i nostri rappresentanti si sono battuti per arrivare alla decisione dello scorso anno, dispiace non vedere un Plr tonico e battagliero, e quindi pronto ad alzare la mano per contestare questo modo di agire”. Infine, “affermare che il posticipo permetterebbe altresì di risparmiare 3 milioni di franchi su un budget annuale di oltre 4 miliardi (sic) e quindi in questo momento ciò ha un peso, è semplicemente imbarazzante e dimostra ancora una volta la mancanza di una chiara visione sulla scuola e sulla formazione dei giovani ticinesi. La scuola è il luogo in cui si formano i cittadini di domani, e la spesa per l’introduzione di una riforma come quella dell’anticipo del tedesco non dovrebbe essere considerata un costo, ma un investimento nei giovani e nel loro futuro”. Anche se, per dovere di cronaca, va rimarcato che assieme ad altri è pure il Plr a chiedere due milioni in meno per la pedagogia speciale e con in parte le medesime giustificazioni finanziarie, sempre parlando di scuola e formazione.
Epperò una decisione è stata presa, e la direzione sembra quella. Quindi, “ci aspettiamo che se l’insegnamento anticipato del tedesco sarà posticipato di un anno (e che sia un solo anno per davvero), ci sia un’assunzione di responsabilità”. Perché, per i Glrt, “è fondamentale che vengano fornite rassicurazioni immediate affinché si inizi subito a lavorare a soluzioni per formare un numero sufficiente di docenti qualificati e che l’implementazione sia integrata nella griglia oraria”. Questo appello, concludono, “non deve finire nei cassetti. Chi è chiamato a trovare soluzioni, per primi i funzionari, deve fare il proprio lavoro”. Dal momento che, né più né meno, “è in questione la credibilità della politica nei confronti dei cittadini”.