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Parmelin: ‘Alluvioni e lavoro ridotto? No alla deroga speciale’

Il consigliere federale risponde picche alla proposta della Deputazione ticinese a Berna, ma apre la porta di Bellinzona: ‘Il Cantone ha dei margini’

Ferite ancora aperte
(Ti-Press)
8 agosto 2024
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La Confederazione non ha i margini, né la base legale, per allargare la deroga generale al termine di preannuncio di lavoro ridotto alle piccole aziende familiari, dove lavorano persone con una posizione assimilabile a quella di un datore di lavoro. È questo il succo della risposta con cui il capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (Defr) Guy Parmelin risponde picche alla richiesta della Deputazione ticinese alle Camere federali inoltrata nelle scorse settimane per andare a sostenere maggiormente chi ha subito ingenti danni dalle alluvioni che hanno colpito la Vallemaggia, la Mesolcina e il Vallese.

Le motivazioni

Lo fa con una lettera indirizzata al presidente della Deputazione, il consigliere nazionale democentrista Piero Marchesi, che sgombra subito il campo: “In piena consapevolezza che una rinuncia totale al termine di preannuncio di lavoro ridotto previsto dall'articolo 58 capoverso 1 dell'Ordinanza sull'assicurazione contro la disoccupazione (Oadi) rappresenterebbe un comprensibile sollievo per le aziende interessate, devo, tuttavia e a mio malgrado, comunicarle che i requisiti legali non consentono una deroga generale al termine di preannuncio del lavoro ridotto”. Questo perché, scrive Parmelin, “la regola dei tre giorni, statuita dal summenzionato articolo Oadi, si applica espressamente per gli eventi catastrofici naturali come quelli che hanno colpito le regioni da lei menzionate”. La norma speciale, quella prevista dal capoverso 2 dello stesso articolo, “non si riferisce all'evento scatenante, bensì alla modalità operativa. Per le aziende che soddisfano i requisiti della norma speciale – rileva il consigliere federale e ‘ministro’ dell'economia –, ovvero dipendenza dagli ordini giornalieri in arrivo e nessuna possibilità di lavorare in magazzino, in questo caso è possibile rinunciare completamente al termine di preannuncio di lavoro ridotto. Questa regolamentazione speciale vale anche per le piccole aziende di servizi ‘puri’, come ad esempio alberghi e ristoranti, saloni di parrucchieri, scuole guida ecc...”.

Le possibilità

Ciò detto, “per quanto riguarda la richiesta di estensione in via eccezionale del diritto all'indennità di lavoro ridotto anche per le aziende dove lavorano persone con una posizione assimilabile a quella di un datore di lavoro, le quali sono esplicitamente escluse dal diritto all'indennità di lavoro ridotto secondo l'articolo 31 capoverso 3 lettera C della legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (Ladi), l'estensione del diritto all'indennità al cerchio di tali persone non è legalmente possibile secondo la legge in vigore”.

Insomma, niente da fare. Anche perché, dice ancora Parmelin a Marchesi, “gli adeguamenti da lei richiesti renderebbero necessaria una modifica della Ladi e dell'Oadi, ove le relative procedure durerebbero diversi anni prima della loro entrata in vigore, e quindi non raggiungerebbero il loro obiettivo di coprire i casi attuali”. Per carità, “resterebbe ipotizzabile un'adozione del diritto d'emergenza, quale applicabile in situazioni di crisi inattese (...)”. Ma “conformemente al principio di sussidiarietà, il Consiglio federale può emanare il diritto d'emergenza solo quando il diritto ordinario non prevede misure adeguate e sufficienti a prevenire la messa in pericolo o la perturbazione del bene protetto in questione”.

Marchesi: ‘Il governo cantonale si attivi’

Però c’è un però. Perché se la porta di Berna è chiusa, quella di Bellinzona – fa capire Parmelin – può aprirsi. Nel senso che “anche la legge cantonale può includere disposizioni relative al diritto d'emergenza alle quali il governo cantonale può ricorrere”. Proprio da qui parte Piero Marchesi, da noi raggiunto per un commento: «Prendiamo atto della risposta, che abbiamo già trasmesso al Presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta. Auspichiamo che il governo si chini su questa problematica, se si vuole dare una risposta immediata alle Pmi l'unica strada percorribile è che il Cantone si attivi in questo senso. Almeno – continua Marchesi – si è fatta chiarezza, nel breve termine c’è solo questa possibilità. Per il medio e lungo termine, valuteremo come Deputazione nella nostra prossima riunione cosa fare. Di concerto con i nostri colleghi di Vallese e Grigioni».

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