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Gerardo Cuomo estradato in Italia e poi scarcerato

‘Zio Gerry’, lo storico re del contrabbando internazionale di ‘bionde’, è tornato a essere un uomo libero grazie all’indulto Mastella del 2006

Nel 2001 a Lugano durante il processo Verda-Cuomo
(Ti-Press)
21 maggio 2024
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Gerardo Cuomo, storico re del contrabbando internazionale di ‘bionde’ il cui destino è quello di finire in fumo, è tornato a essere un uomo libero, grazie all’indulto Mastella (Clemente Mastella, ex ministro italiano della Giustizia) del 2006. Un indulto che gli ha cancellato un anno e mezzo di carcere. Questo dopo essere tornato in Italia dall’Olanda, dove stava scontando un condanna per reati doganali risalenti agli anni ’90. Anni in cui in Canon Ticino era al vertice del gotha del traffico di sigarette di contrabbando i cui carichi arrivavano nei porti olandesi.

Per finire di scontare la propria condanna in scadenza a gennaio 2025

Il difensore di Gerardo Cuomo, Lorenzo Corvucci del foro di Bologna, aveva chiesto per il suo assistito il rientro in Italia così da permettergli di finire di scontare la propria condanna in scadenza a gennaio 2025. Una volta estradato in Italia, Cuomo è stato richiuso nel carcere di Bologna. Un passaggio, dietro le sbarre, durato un paio di settimane. Il tempo necessario per sbrigare le pratiche burocratiche per applicare l’indulto Mastella, che ha aperto la cella in cui era rinchiuso l’ex re del contrabbando di ‘bionde’, tornato uomo libero senza più pendenze con la giustizia italiana, oltre che senza un euro, in quanto ufficialmente nullatenente, con una piccola pensione, tanto da essere riuscito a ottenere il reddito di cittadinanza lecitamente percepito da maggio 2021 e decaduto dopo l’arresto del febbraio dello scorso anno nella villetta di San Lazzaro a Bologna, per scontare la condanna inflitta dai giudici olandesi.

Pesanti conseguenze al Sud delle Alpi

Se sul versante penale la partita di Gerardo Cuomo è chiusa, non si può dire altrettanto sul piano civile. E a questo proposito ‘zio Gerry’ va ripetendo che sogna di “riavere il tesoro che mi è stato tolto”. Un sogno che a breve potrebbe diventare realtà. O potrebbe risultare un brutto risveglio. A questo punto una parentesi per ricordare, per chi ancora non lo sapesse, che ‘zio Gerry’ nel corso degli anni è rimasto coinvolto in numerose vicende giudiziarie, di cui una che ha avuto pesanti conseguenze in Canton Ticino, dove aveva preso casa, prima di essere espulso a seguito della condanna (dieci mesi con sospensione condizionale della pena) che gli era stata inflitta nel giugno 2001 dalla Corte delle Assise di Lugano, per corruzione passiva nell’ambito del processo Ticinogate a carico anche dell’ex giudice Franco Verda che per dodici anni era stato presidente del Tribunale penale di Lugano.

Un colossale traffico i cui proventi sarebbero stati riciclati in Canton Ticino

Insomma, Gerardo Cuomo è un personaggio che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro, al centro della maxi inchiesta degli anni Novanta denominata ‘Tobacco connection’, che aveva disarticolato i traffici illeciti dal Montenegro alle coste pugliesi: mille tonnellate di ‘bionde’ al mese, per un totale di 212 milioni di stecche, in buona parte comprate in Svizzera. Un colossale traffico i cui proventi, duemila miliardi di lire dal 1999 al 2000, sarebbero stati riciclati in Canton Ticino, per lo più nelle banche di Lugano e Chiasso. Una maxi inchiesta che – condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, con centinaia di indagati, molti dei quali ticinesi per lo più corrieri di valuta – si è radicata anche in un processo in Ticino (denominato Montecristo), nei confronti del gotha del contrabbando di sigarette che dopo vari gradi di giudizio si è risolto con l’assoluzione di tutti gli imputati. Insomma, un nulla di fatto. Come è accaduto anche in Italia, dove dopo diciotto anni di processi, tutti i reati contestati a Cuomo sul lunghissimo iter giudiziario è intervenuta la cesoia della prescrizione, che ha comportato nel 2022 la restituzione a ‘zio Gerry’ dei “risparmi di una vita”.

A breve l’udienza

Sull’entità del tesoro portato via a Gerardo Cuomo si è parlato a lungo, soprattutto del mega yacht ‘Armenia’, un panfilo lungo 25 metri, pagato oltre 10 miliardi di lire, sequestrato a Cannes (e consegnato alla Guardia di finanza di Taranto), due motori, velocità di crociera 25 nodi. Una ‘barca’ entrata a gamba tesa nell’inchiesta della Dda di Bari, e successivamente nell’indagine Ticinogate della magistratura ticinese. Ricordano le cronache di una foto scattata da investigatori, nell’occasione diportisti, a Porto Cervo. Nell’istantanea Gerardo Cuomo, insieme a una giovane lituana, Franco Verda e Désireé Rinaldi e una coppia svizzera (lui allora era responsabile a Montecarlo e in Italia di una importante private bankig elvetica). Le tre coppie dagli insoliti paparazzi che si trovavano a bordo di un natante da quattro soldi erano stati immortalati, in Costa Smeralda il 24 giugno 1999, mentre brindavano con champagne Cristal. Il tesoro sequestrato a ‘zio Gerry’ comprende anche due appartamenti a Lugano, uno a Montecarlo, un altro a St. Moritz, alcuni immobili in Italia, quattro autovetture di lusso (due Ferrari e due Mercedes) e diversi conti correnti. Un tesoro per decine di milioni di euro. Restituzione bloccata da un ricorso in Corte di Cassazione da parte della Procura generale di Bari.

Gerardo Cuomo non deve attendere a lungo se cesserà di essere un nullatenente o se tornerà a essere un uomo ricco. L’udienza davanti ai giudici della Corte Suprema si terrà venerdì 24 maggio.

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