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Mamme adottive, protezione dal licenziamento ancora in stand-by

L'iniziativa cantonale del Centro è di oltre quattro anni fa, il dossier è fermo in commissione. Fonio: ‘Incredibile’. In corso approfondimenti giuridici

È stallo
(Ti-Press)
11 maggio 2024
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Era il 14 ottobre 2019 quando il fu Ppd, ora Centro, con Giorgio Fonio, Fiorenzo Dadò e Maurizio Agustoni ha depositato un’iniziativa cantonale che chiedeva un passo verso le madri adottive, istituendo un periodo di protezione sul posto di lavoro impedendo il licenziamento nelle prime 16 settimane. Parificando, quindi, i diritti delle madri adottive a quelli delle madri biologiche. Da quattro anni e mezzo il dossier è fermo nella commissione parlamentare ‘Economia e lavoro’, perdendosi nei meandri degli approfondimenti, delle meline e forse – più prosaicamente – della scarsa volontà di andare avanti. E Giorgio Fonio, nel frattempo passato al Consiglio nazionale, in qualità di primo firmatario dell’iniziativa cantonale non ci sta: «È assolutamente incredibile che non si sia ancora arrivati a una decisione in tutto questo tempo – afferma a ‘laRegione’ –. Questa iniziativa resta assolutamente urgente, e ricordo che è stata presentata seguendo gli input arrivati da un gruppo di mamme adottive con cui abbiamo parlato e lavorato insieme a questo testo, raccogliendo le loro esperienze e testimonianze».

Fonio: ‘Incredibile, serve accelerare’

Il già granconsigliere del Centro lo rivendica: «Si tratta di una proposta dal basso, nata da un caso di licenziamento e anche recentemente siamo venuti a conoscenza di un altro caso in cui una mamma adottiva ha perso il lavoro... è evidente – continua il deputato al Nazionale del Centro – che serve accelerare, dal momento che se dovesse raccogliere un sostegno parlamentare in Ticino potremo portarla con forza a Berna, dove può succedere di tutto». La memoria di Fonio va alla questione della protezione delle neomamme, «che noi chiedevamo di allungare, non abbiamo ricevuto la risposta che ci aspettavamo ma la commissione ha deciso di inoltrare un postulato al Consiglio federale sull’allungamento del tempo di protezione: mi chiedo davvero perché si faccia così tanta fatica ad arrivare alla firma del rapporto quando eravamo convinti che, trattandosi di puro buon senso, si sarebbe trovata in tempo una soluzione».

Maderni: ‘Criticità giuridiche da chiarire’

Le domande di Fonio le giriamo alla presidente della commissione ‘Economia e lavoro’, la liberale radicale Cristina Maderni. Che taglia corto spiegando come «il dossier è al vaglio della commissione, perché ci sono delle criticità emerse ed è in corso un’analisi che comporta una serie di approfondimenti». Il perché è presto detto: «Oggi il Codice delle obbligazioni protegge le mamme dalla disdetta a seguito del parto, mentre la richiesta è di concedere queste 16 settimane anche a chi adotta. E le discussioni vertono sul fatto che non c’è di mezzo un parto, e sul fatto che ci sono alcuni commissari che affermano come gli adottandi sono due e possono essere due mamme». Quindi, continua Maderni, «l’analisi servirà per capire chi è da proteggere giuridicamente, e se il tutto è compatibile con il nuovo dispositivo sulle adozioni».

Mirante: ‘Rapporto pronto, lungaggini che non sono il mio modo di far politica’

Ma un rapporto, intanto, in ‘Economia e lavoro’ c’è. È quello della granconsigliera di Avanti con Ticino&Lavoro Amalia Mirante, che non nega come «ormai di settimana in settimana assistiamo a delle sorprese e nuove richieste di approfondimenti da svolgere». Lungaggini che «non appartengono al mio modo di fare politica e alla mia idea di lavoro, non è possibile lasciar dormire gli atti perché non si trovano maggioranze». È un rapporto ancora senza firme quello di Mirante, quindi né di maggioranza né di minoranza al momento. Ma è un rapporto che dice chiaro e tondo come «il principio sia da salvaguardare e condividere, poi spetterà alle Camere federali, essendo un’iniziativa cantonale, valutare come applicare e intendere i principi della protezione dal licenziamento delle mamme adottive». Mirante è netta: «Il tema delle adozioni è sempre stato sentito in Ticino, un cantone che ha una grande sensibilità verso il tema e ben più ampia rispetto ad altre parti della Svizzera. Di conseguenza – continua la relatrice – mi aspetto un passo avanti verso la protezione dal licenziamento di queste persone». Non sa dire, oggi, se ci sarà una maggioranza sul suo rapporto: «Ma all’inizio delle discussioni non mi sembrava ci fossero tutti questi dubbi, non solo giuridici... il mio testo è disponibile, chi vuole lo firmi e si trovi un’intesa nell’interesse delle persone coinvolte».

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