Ticino

Strage di Erba, udienza aggiornata al 10 luglio

Istanza di revisione del processo, al Tribunale di Brescia i difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano parlano per oltre otto ore

A Brescia si allungano i tempi
(Keystone)
16 aprile 2024
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Sono durati oltre otto ore gli interventi dei quattro difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano, nell’aula della Corte d’Appello di Brescia, in cui si discutono le istanze di revisione della sentenza (passata in giudicato dopo il pronunciamento della Corte d’Assise), che ha condannato all’ergastolo la coppia per la strage di Erba, dell’11 dicembre 2006, dove in un condominio di via Diaz, vennero massacrati a coltellate e sprangate Raffaella Castagna, il suo bambino di due anni Youssef, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Marito e moglie confessarono di essere gli autori della mattanza. Confessione poi ritrattata. Come era facile prevedere quella di oggi non è risultata l’udienza cruciale per le sorti di una vicenda processuale e umana iniziata oltre 17 anni fa e che si riteneva chiusa dopo i tre gradi di giudizio, terminati tutti con la sentenza di condanna dei coniugi erbesi. Il presidente della Corte d’Appello di Brescia Antonio Minervini, già in apertura di udienza, aveva lasciato capire che non ci sarebbe stata in giornata la decisione sulla richiesta di revisione della sentenza sulla mattanza: “C’è molta carne al fuoco, per cui ci sarà un rinvio non a breve”. L’udienza è stata aggiornata al 10 luglio.

A mettere molta carne al fuoco già ci avevano pensato durante l’udienza dello scorso primo marzo il procuratore generale Guido Rispoli e l’avvocato dello Stato Domenico Chiaro, per i quali l’istanza di revisione doveva essere respinta. Ancor più carne al fuoco hanno messo gli avvocati Fabio Schembri, Patrizia Morello, Nico D’Avola e Luisa Bordeaux che in aula hanno cercato di smontare la ricostruzione della strage, così come scrivono i 21 giudici dei tre gradi di giudizio. Una ricostruzione quella della difesa. L’avvocato Luisa Bordeaux si è soffermata su Rosa Bazzi, invocando “tra le nuove prove” la convocazione degli scienziati autori dello studio in cui emerge la “disabilità di Rosa Bazzi e la sua sofferenza”.

Il movente alternativo invocato dai legali

Una disabilità che escluderebbe la capacità di commettere una mattanza. Schembri: “Nella confessione dicono che ci sono sei dettagli che potevano conoscere solo gli assassini, ma quei dettagli già si conoscevano”. Ancora Schembri: “Intercettati in carcere l’8 gennaio 2007, Rosa e Olindo si dichiarano innocenti. Vengono messi a disposizione del gip. Rispondono a tutto: sulle liti con Raffaella Castagna e su tutto il resto. La mattina del 10 gennaio due carabinieri entrano in carcere. Siccome Olindo sosteneva che sua moglie non c’entrava nulla, uno dei due carabinieri gli dice: ‘Se tu dici così, vuol dire che qualcosa sai, hai visto. Parla con il pm e, se lei non ha fatto niente, va a casa’. Così Olindo chiede di vedere Rosa. Poi, confessa”. Una confessione, ritiene la difesa, estorta: “Sicuramente hanno subito pressioni”. Lo spaccio di droga il movente alternativo. “Altra prova nuova non valutata è che la casa di Raffaella era frequentata anche quando lei non c’era”, la tesi dell’avvocato Schembri: “Lì aveva la residenza il cugino di Azouz Marzouk coinvolto in un giro di spaccio e vendette. Minacce ce ne furono. Il marito di Raffaella fu massacrato di botte nel carcere di Como. La stessa Raffaella era spaventatissima, venne avvicinata e minacciata. Abbiamo un testimone che dice che c’era una faida interna e ci dà esattamente in movente alternativo”. In discussione anche la testimonianza di Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, l’unico sopravvissuto alla mattanza, che ha indicato in OIindo Romano l’autore della strage. “Il vero ricordo di Frigerio è di un aggressore di etnia araba. Poi, gli hanno fatto cambiare idea”.

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