Ticino

‘Nomina magistrati, usiamo il modello federale’

Petizione dei deputati Roberta Soldati (Udc) e Marco Noi (Verdi): bisogna tener conto di tutte le forze politiche presenti in parlamento

Il Gran Consiglio ticinese in seduta
(Ti-Press)
6 marzo 2024
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C'è chi guarda a Berna. “Si utilizzi la modalità usata a livello federale per la nomina delle magistrate e dei magistrati, considerando anche la possibilità di nomina per le persone che non si riconoscono in alcun partito”. A proporlo, con una petizione al Gran Consiglio, sono Roberta Soldati e Marco Noi, deputati rispettivamente dell’Udc e dei Verdi, nonché membri della commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’. Una petizione inoltrata in seguito alle polemiche legate all’imminente elezione, da parte del Gran Consiglio, di due procuratori pubblici in sostituzione delle dimissionarie Pamela Pedretti e Marisa Alfier.

"Invano, già durante la scorsa legislatura, avevamo più volte chiesto di rivedere la modalità di assegnazione delle cariche in magistratura utilizzata dalla commissione ‘Giustizia e diritti’ per l’elezione dei magistrati e delle magistrate – annotano i due granconsiglieri –. In occasione di ogni nomina il tema balza alla ribalta della cronaca per poi tornare sistematicamente nell’oblio. Trovare delle modalità che possano essere completamente slegate dalla politica, appare pura
utopia e qualsiasi soluzione proposta sino ad oggi (esempio: elezione popolare, nomina dei procuratori pubblici da parte dell’organo direttivo del Ministero pubblico), implica sempre una componente politica”. Per Soldati e Noi, “prima di parlare di grandi riforme (se mai ci si arriverà), ci sono comunque dei correttivi che possono essere messi in atto senza grandi stravolgimenti legislativi”.

Più aree di pensiero

Spiegano: “Il sistema finora utilizzato ha seguito la logica della sostituzione più o meno sistematica di un magistrato o una magistrata con uno/a della stessa appartenenza politica di chi ha lasciato la carica, con dei correttivi in base all’evoluzione del peso politico dei partiti. Contemporaneamente è sempre stata prassi (perché la legge non lo definisce) che solamente candidati appartenenti ai partiti di governo (fatte salve rarissime eccezioni dovute al caso) possano essere nominati. A livello federale invece, le nomine dei giudici avvengono tenendo conto di tutti i partiti presenti in parlamento e i posti – dati evidentemente i requisiti di idoneità alla carica – vengono assegnati in funzione della forza di ogni partito presente in parlamento”. Ebbene, affermano Soldati e Noi, “riteniamo che anche il Canton Ticino debba allinearsi con questa prassi”. Senza dimenticare che “ci sono altre forze politiche presenti in Gran Consiglio che devono essere considerate, poiché anch’esse rappresentano in maniera significativa le cittadine e i cittadini ticinesi”. E tra queste forze sono... l’Udc e i Verdi, partiti, ci risulta, finora non rappresentati in Ticino da magistrati delle loro aree politiche.

E la scheda senza intestazione?

Ma non è tutto. Secondo i promotori della petizione, la riflessione “deve spingersi anche a considerare chi si esprime con la scheda senza intestazione. Alle elezioni cantonali del 2023 circa il 25% dei votanti non si è riconosciuto in nessun partito politico. Questo significa che anche in sede di nomine bisognerà tenere in considerazione tutti quei candidati/e che non si riconoscono in alcun partito. Altrimenti significherebbe violare i nostri principi democratici”. In questo modo “si potrà rendere più attrattive le cariche in magistratura, oggi poco ambite da chi non è iscritto o simpatizzante di un partito politico. Questi professionisti, con esperienza sia giuridica che di vita, desistono dal candidarsi, poiché da una parte sanno a priori di non avere alcuna possibilità di essere nominati e dall’altra non vogliono entrare nel circo delle speculazioni e pagare pegno per non essersi ‘trovati al momento giusto e al posto giusto’”.

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