Ticino

Salario minimo ‘sostanzialmente rispettato nel 2023’

174 i datori di lavoro per cui è stata riscontrata un’infrazione, il 3,9% delle 4’450 aziende controllate. In diminuzione i contratti normali di lavoro

Il salario minimo legale è entrato in vigore il 1° gennaio 2021
(Ti-Press)
6 febbraio 2024
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Poco più di centosettanta, per l’esattezza 174, i datori di lavoro per cui è stata riscontrata nel 2023 un’infrazione ai sensi della Legge sul salario minimo, pari al 3,9% delle 4’450 aziende controllate lo scorso anno dall’Uil, l’Ufficio cantonale dell’ispettorato del lavoro. Le infrazioni hanno riguardato 482 lavoratori, ovvero il 2,3% dei 21’390 dipendenti impiegati nelle aziende esaminate. È quanto comunica, per il tramite del Dipartimento finanze ed economia, la Commissione tripartita in materia di libera circolazione, precisando che i controlli concernono tutti i settori economici non coperti da contratti collettivi di lavoro. Ed evidenziando che “si conferma un sostanziale rispetto” del salario minimo legale.

Dal prossimo anno la terza fase

In vigore in Ticino da inizio 2021, la Legge (cantonale) sul salario minimo contempla tre termini di attuazione provvisori prima dell’entrata in vigore delle soglie definitive. Dal 1° gennaio di quest’anno ci troviamo nella fase due, nella quale il salario minimo orario lordo è compreso tra 19,50 e 20 franchi. La terza e ultima fase scatterà entro la fine del 2024. Con la seguente forchetta: 19,75/20,25 franchi. Non solo. In base alla legge, entro il prossimo 30 giugno, il Consiglio di Stato valuterà l’impatto dell’introduzione del salario minimo sul mercato del lavoro ticinese, sottoponendo un messaggio al Gran Consiglio. Della raccolta e dell’analisi dei dati si sta occupando l’Istituto di ricerca dell’Università della Svizzera italiana.

A queste verifiche – il cui scopo, rammenta la Tripartita, è rilevare “l’eventuale presenza di dumping salariale settoriale, accertare il rispetto dei contratti normali di lavoro e assicurare la corretta applicazione della legge sul salario minimo” – si aggiungono “le segnalazioni provenienti dai diversi portatori di interesse, tra cui i lavoratori stessi, così come gli accertamenti effettuati dagli ispettori nell’ambito della lotta al lavoro nero”.

La maggior parte delle violazioni, illustra ancora la nota diramata dal Dipartimento finanze ed economia, è da ricondurre a imprecisioni di calcolo da parte dei datori di lavoro: “Per circa 150 casi l’importo della multa – calcolato in base alla differenza tra il salario dovuto secondo la Legge sul salario minimo e il salario effettivamente versato – è infatti inferiore ai 2mila franchi”. Inoltre la quasi totalità dei datori di lavoro “ha riconosciuto il proprio errore e ha reintegrato la differenza dovuta prima di ricevere la decisione di sanzione”.

Le segnalazioni giocano un ruolo fondamentale: “Su 174 infrazioni riscontrate, 45 riguardano datori di lavoro oggetto delle 124 segnalazioni ricevute nel 2023 dall’Uil”. Le presunte violazioni possono essere segnalate sul sito del cantone.

Sempre pendente l’iniziativa lanciata nel 2021

Intanto è sempre pendente in Gran Consiglio, per la precisione in commissione della Gestione, l’iniziativa popolare ‘Per un salario minimo sociale’ lanciata nel 2021 da Partito socialista, Verdi, Partito comunista, Pop, Giso, Vpod, Unia e Syndicom. Poco più di 12mila (12’274) le firme dichiarate valide. Chiedono di ancorare alla Costituzione cantonale la norma secondo cui “Ogni persona ha diritto a un salario minimo che le assicuri un tenore di vita dignitoso. Esso è definito dalla legge, ma al netto degli oneri sociali non può essere inferiore a quanto riconosciuto dalle prestazioni complementari Avs/Ai per il fabbisogno generale vitale, l’alloggio, l’assicurazione malattia e le spese necessarie al conseguimento del salario”. Il risultato, stando gli iniziativisti, sarebbe un salario minimo legale superiore agli importi previsti dal testo in vigore.

«L’iniziativa è già stata dichiarata ricevibile dal parlamento – ricorda il capogruppo del Ps, e membro della Gestione, Ivo Durisch –. Ora si tratta di entrare nel merito e di farlo al più presto. Soprattutto perché le soglie, ovvero gli importi di salario minimo, stabilite dalla legge vigente hanno perso potere d’acquisto a fronte dei rincari vari che si sono avuti in questi due anni di mancato riconoscimento del carovita. Insomma, quanto a potere d’acquisto il salario minimo legale oggi è addirittura al di sotto delle soglie proposte a suo tempo dal Consiglio di Stato nel progetto di legge e alle quali la maggioranza del Gran Consiglio, inclusi noi, si era opposta, elevandole alle forchette contemplate dalla legge attuale». Nel 2022, con una mozione, Durisch aveva chiesto di indicizzare il salario minimo legale. La risposta del governo è stata però negativa. «Ribadisco – riprende Durisch – ciò che ho già dichiarato pubblicamente: ritengo che il Consiglio di Stato abbia interpretato erroneamente la Legge sul salario minimo, dato che l’adeguamento al rincaro è previsto dalla legge medesima». Il riferimento è al terzo capoverso dell’articolo 4, che recita: “Il Consiglio di Stato fissa all’inizio di ogni anno per decreto il salario minimo orario lordo di riferimento per settore economico secondo i parametri di cui al capoverso 2 in relazione all’evoluzione della mediana salariale nazionale e dell’indice nazionale dei prezzi al consumo”.

Il co-presidente del Ps e deputato in parlamento Fabrizio Sirica non ha dubbi. L’iniziativa, sottolinea, «mantiene tutta la sua importanza e urgenza. Lo Stato sussidia le persone che percepiscono un salario basso. Persone che pertanto necessitano di aiuti pubblici. Quindi oggi chi si dice preoccupato per l’asserita esplosione della spesa in ambito sociale, dovrebbe battersi per salari dignitosi. La nostra iniziativa è un passo nella giusta direzione, verso retribuzioni che consentano di condurre una vita appunto dignitosa».

‘Rispettati i salari previsti’

Tornando al comunicato diffuso dal Dfe, per 1’855 delle aziende controllate dall’Uil “è stata eseguita anche la verifica del rispetto del contratto normale di lavoro a loro applicabile”. Il contratto normale di lavoro: in generale un atto normativo obbligatorio che prevale su accordi contrattuali tra privati che stabiliscono salari inferiori. In “120” casi è stata avviata “una procedura di contravvenzione per mancato rispetto delle condizioni salariali che ha toccato 716 lavoratori”. Anche per quel che concerne i contratti normali di lavoro, “un buon numero di trasgressioni è dovuto a imprecisioni di calcolo e nella maggior parte dei casi il salario dovuto è stato reintegrato”.

Lo scorso anno, peraltro, “non sono state riscontrate situazioni di dumping tali da dover proporre al Consiglio di Stato l’emanazione di nuovi contratti normali di lavoro”. All’entrata in vigore del salario minimo legale i contratti normali di lavoro in Ticino erano ventidue. Attualmente sono undici, di cui cinque riguardano in maniera specifica la figura dell’impiegato di commercio. Su questa diminuzione abbiamo raggiunto Stefano Rizzi, responsabile al Dfe della Divisione economia e presidente della Commissione tripartita in materia di libera circolazione, il cui compito è di osservare l’evoluzione del mercato del lavoro e di individuare eventuali situazioni di abuso. «Alcuni contratti normali di lavoro – indica Rizzi – sono stati superati dall’introduzione del salario minimo, in quanto prevedevano delle retribuzioni inferiori. Si è trattato di pochi casi. Per il resto si è sostanzialmente constatato che i settori oggetto di un contratto normale di lavoro hanno rispettato in maniera sistematica i salari previsti. Per questa ragione non ci sono più stati gli estremi per un rinnovo degli stessi».

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