Ticino

Verdi Svizzeri, Samantha Bourgoin in corsa per la vicepresidenza

C'è anche la deputata ticinese e co-coordinatrice del partito cantonale fra gli aspiranti alla carica. Il 6 aprile l'assemblea dei delegati

Samantha Bourgoin
(Ti-Press)
5 febbraio 2024
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C’è anche la granconsigliera ticinese Samantha Bourgoin fra i candidati alla vicepresidenza dei Verdi Svizzeri. Ieri scadeva il termine per l’inoltro delle candidature in vista dell’assemblea che il partito terrà il 6 aprile a Renens, nel Canton Vaud. Per la presidenza, dopo le dimissioni di Balthasar Glättli, corre, come noto, unicamente la ginevrina ed ex consigliera agli Stati (non rieletta alle Federali dello scorso autunno) Lisa Mazzone. La sua nomina appare scontata.

Per la vicepresidenza le nuove candidature sono quelle della zurighese Marionna Schlatter, del lucernese Michael Töngi (entrambi consiglieri nazionali) e appunto di Bourgoin, co-coordinatrice dei Verdi del Ticino. Si ripresentano per un ulteriore mandato di due anni gli attuali vice Nicolas Walder (Ginevra), Sibel Arslan (Basilea-Città) e Margot Chauderna: i primi due sono deputati alla Camera del popolo, Chauderna (Friburgo) è copresidente dei Giovani Verdi.

È quanto rende noto il partito nazionale, ricordando che il 6 aprile delegati e delegate eleggeranno i membri della presidenza, al massimo sette persone: “Nel corso delle prossime settimane la commissione elettorale istituita dal comitato esaminerà le candidature depositate”.

‘Valorizzare la presenza italofona’

La Direzione e il Comitato dei Verdi del Ticino hanno quindi deciso, all’unanimità, di presentare una propria candidatura. E la scelta è caduta su Samantha Bourgoin. «Personalmente sono molto onorata di essere stata scelta quale candidata e sono convinta che il fatto di non essere una parlamentare a livello federale possa rappresentare anche un valore aggiunto – annota la deputata al Gran Consiglio –. Avere un gruppo presidenziale più vicino alle realtà locali e non composto esclusivamente da rappresentanti della ‘bolla’ parlamentare, può infatti essere soltanto un vantaggio per un partito di opposizione, come i Verdi Svizzeri sono ancora oggi». Dal punto di vista del Ticino, aggiunge Bourgoin, «gli argomenti legati alla politica svizzera non mancano di certo e la nostra esperienza di cantone a sud, alle porte del Mediterraneo, offre una visione sui principali temi di attualità, quali la migrazione, l’Europa, la pressione sul mondo del lavoro o i trasporti, solo per citare i principali». L’estate scorsa «mi sono occupata in prima persona di migrazione, quando abbiamo avuto diversi casi di suicidio di giovani rifugiati afghani». Una vicenda che «mi ha mostrato come una legge, sebbene di competenza federale, abbia delle conseguenze nei cantoni, ma anche dei margini di manovra nella sua applicazione cantonale». Continua Bourgoin: «Conoscendo meglio le politiche federali possiamo anche pretendere che questi margini siano meglio sfruttati, a tutti i livelli istituzionali e nei vari settori: transizione energetica, pianificazione, migrazione, biodiversità, solo per citarne alcuni».

E ancora: «Quando Kaj Klaue, il nostro delegato nel Comitato dei Verdi Svizzeri, ci ha presentato la strategia per il rinnovo del gruppo presidenziale, abbiamo deciso che volevamo fare la nostra parte, anche in questo gremio, a beneficio del partito nazionale, ma anche per permettere una maggiore efficacia nel nostro lavoro a livello ticinese e valorizzare la presenza italofona a tutti i livelli istituzionali».

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