Ticino

Preventivo e tagli, i sindacati ventilano lo sciopero

Fra pochi giorni dibattito e voto in Gran Consiglio. Vpod, Ocst e Sit non cedono: riconoscimento integrale del carovita e via la trattenuta del 2%

La protesta di sabato 20 gennaio a Bellinzona
(Ti-Press)
30 gennaio 2024
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Sui dipendenti pubblici e i temuti peggioramenti salariali i sindacati non mollano e arrivano a ventilare lo sciopero. A pochi giorni dalla sessione del Gran Consiglio consacrata soprattutto alla discussione e al voto sul controverso Preventivo 2024 del Cantone – con annessa (prima) manovra di risparmi per conseguire il pareggio dei conti entro fine 2025 come da decreto Morisoli –, Vpod, Ocst e Sit “ribadiscono”, all’indirizzo dei deputati, la loro “ferma” opposizione al “taglio salariale” – definito dal governo ‘contributo di solidarietà’, ovvero una trattenuta del 2% sopra i 60mila franchi di salario – e più in generale “a tutti i tagli che colpiscono i servizi pubblici e sociosanitari”. Non solo. I tre sindacati rivendicano la “piena compensazione del carovita”. No pertanto all’indennità una tantum di 400 franchi proposta loro di recente dal Consiglio di Stato. Annunciano quindi “un momento di protesta davanti al parlamento” per lunedì prossimo, a mezzogiorno, giorno in cui si aprirà la seduta di Gran Consiglio.

La lotta sindacale, affermano le tre organizzazioni in una nota diffusa all’indomani dell’assemblea congiunta, “dovrà proseguire in modo forte e unitario”. Vpod, Ocst e Sit “invitano sin d’ora tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori a partecipare giovedì 29 febbraio alla giornata di mobilitazione generale contro la liquidazione del settore pubblico e sociosanitario”. Dunque “pause di protesta, assemblee settoriali a distanza e volantinaggi”. Ma a dipendenza delle decisioni che il parlamento prenderà la prossima settimana, e “quale ultima ratio”, le tre sigle sindacali non escludono di organizzare per il 29, in collaborazione con altre associazioni, “lo sciopero dei dipendenti del Cantone”.

Bosco (Sit): ci sono settori con stipendi da anni fermi al palo

Riguardo al rincaro, le trattative con il Consiglio di Stato non sono chiuse. Un nuovo incontro con i sindacati è previsto dopo la decisione del parlamento: la data però non è ancora stata fissata. «Il riconoscimento integrale del carovita, parliamo dell’1,4 per cento secondo l’indice di novembre, è fondamentale – evidenzia Mattia Bosco dei Sindacati indipendenti ticinesi –. Non solo per i dipendenti del Cantone ma anche per chi lavora nel parapubblico. Questo pieno adeguamento al rincaro avrebbe infatti un effetto diretto su tutte le scale salariali degli enti parapubblici, come ad esempio il settore sociosanitario. Un settore, ed è solo uno dei motivi, in cui gli stipendi sono fermi al palo da diversi anni. In un’epoca in cui vi è carenza di personale, e il costo della vita aumenta, garantire buone condizioni di lavoro e adeguati salari dovrebbe essere una delle principali preoccupazioni di qualsiasi datore di lavoro. Il Cantone, che in Ticino è il primo datore di lavoro, dovrebbe essere un esempio di modello virtuoso e invece si comporta peggio di alcuni datori del privato, i quali hanno invece riconosciuto il dovuto ai loro collaboratori».

Daniel (Ocst): non va bene scaricare sul personale il rischio aziendale

I sindacati sollecitano il riconoscimento integrale del carovita e la cancellazione della trattenuta del 2% sulla parte di salario eccedente i 60mila franchi. Sostiene Xavier Daniel dell’Ocst: «Non va bene che si scarichi sul personale il rischio aziendale che un datore di lavoro deve assumersi. Ed è oltretutto un messaggio sbagliato: il dipendente potrebbe pensare che la decurtazione del suo stipendio sia giustificata dal fatto che lavora male, quando non è cosi». Una misura, quella del 2 percento, che, peraltro, non contribuisce a rendere attrattiva la funzione pubblica.

‘Iniziativa popolare per abolire il decreto Morisoli’. Ghisletta (Vpod): la manovra bis sarà peggiore

Ma non è tutto. Nel comunicato alle redazioni c’è dell’altro. Vpod, Ocst e Sit “propongono” infatti al comitato ‘Stop ai tagli’, promotore della manifestazione di protesta contro il Preventivo tenutasi sabato 20 a Bellinzona in piazza Governo, “una discussione sul lancio di due iniziative popolari per dare una svolta alla politica finanziaria antisociale del Cantone”. Un’iniziativa “per creare un moltiplicatore unico delle persone giuridiche, che elimini i paradisi fiscali comunali e suddivida equamente le risorse complessive tra Cantone e Comuni”. E, soprattutto, una “per abolire il ‘Decreto Morisoli’”. Cioè il decreto taglia uscite che porta il nome di chi lo ha concepito – ovvero il capogruppo dell’Udc in Gran Consiglio Sergio Morisoli –, che il voto popolare ha avallato nel 2022 e che sta monopolizzando e condizionando il dibattito politico ticinese. Un decreto che nel 2025 cesserà comunque, come già stabilito, di esistere. Ha allora senso un’iniziativa popolare per eliminarlo? «Ma l’anno peggiore sarà proprio il 2025, con una manovra di tagli bis preannunciata dal Consiglio di Stato ancor più invasiva di quella per il 2024: un modo per stopparla – dice Raoul Ghisletta della Vpod – è proprio il lancio di questa iniziativa».

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