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Start-up innovative, ‘i criteri non vanno modificati’

È quanto sostiene il Consiglio di Stato a proposito di una mozione dell'Udc che chiede di rendere più accessibile la possibilità di ottener sgravi fiscali

Va valutato il percorso delle imprese
(Ti-Press)
9 gennaio 2024
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I criteri che determinano quali imprese sono da considerare start-up innovative – quindi con la possibilità di richiedere delle agevolazioni fiscali previste dalla Legge tributaria cantonale – non devono essere modificati. È quanto afferma il Consiglio di Stato a proposito della mozione dell’Udc Paolo Pamini, ripresa dal capogruppo democentrista Sergio Morisoli, che propone una modifica del Regolamento della legge tributaria (Rtl) per consentire le agevolazioni fiscali anche alle imprese che sono state selezionate da un programma di promozione dell’innovazione nei cui organi esecutivi siede almeno un rappresentante del Cantone o di un Comune ticinese. L’estensione della definizione di ‘start-up innovativa’, secondo i firmatari della mozione, permetterebbe di premiare le iniziative dei Comuni che vogliono favorire l’insediamento sul loro territorio di attività innovative. Un esempio su tutti: l’iniziativa ‘Lugano Plan B’ che vuole promuovere la Città come ecosistema aperto a progetti connessi alla tecnologia blockchain.

‘Lo spirito della mozione è comprensibile’

Il governo, pur riconoscendo come “comprensibile” lo spirito che anima la richiesta, invita il Gran Consiglio a respingerla. “Una norma generale come quella proposta, che estenderebbe automaticamente il diritto a farsi riconoscere quale start-up innovativa e quindi di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste dalla Legge tributaria cantonale, alle iniziative selezionate da programmi di promozione dell’innovazione nei cui organi esecutivi sieda almeno un rappresentante del Cantone o di un Comune, non è ammissibile. Tale formulazione – afferma il governo – presupporrebbe il riconoscimento di questo diritto alla sola condizione che vi sia un rappresentante degli enti pubblici in seno agli enti gestori. E questo senza una valutazione di merito del percorso di selezione operato da tali programmi, che invece il Consiglio di Stato ha verificato per tutte le iniziative oggi riconosciute, avvalendosi anche del parere di esperti del settore”. Inoltre, “già oggi è possibile ammettere, a determinate condizioni, ulteriori programmi che danno accesso alle agevolazioni fiscali per start-up innovative”.

‘Il criterio principale non è quello del controllo pubblico’

Il criterio scelto per selezionare le imprese, afferma l’Esecutivo cantonale, “non è tanto quello del ‘controllo’ pubblico delle stesse, quanto piuttosto il fatto che le stesse presuppongano, per le start-up selezionate o premiate, un percorso di valutazione di scalabilità e innovazione, che in definitiva sono le cifre distintive di una start-up che vuole definirsi come innovativa”. La lista dei programmi riconosciuti, si legge nel rapporto alla mozione, è stata allestita con il supporto di specialisti del settore ed è stata negli anni oggetto di puntuali aggiornamenti. “Il Consiglio di Stato ha poi recentemente proceduto a estendere il carattere innovativo alle società che hanno concluso l’intero processo di valutazione previsto da Innosuisse per i progetti d’innovazione per le start-up”. Sempre a proposito di innovazione, va ricordato che durante la sua ultima seduta di dicembre il Gran Consiglio aveva approvato un credito di 60 milioni di franchi assieme alle modifiche alla Legge sull’innovazione, per il sostegno – appunto – all’innovazione e alla politica economica regionale per il periodo 2024-2027.

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