Ticino

‘Carobbio ha lasciato un’impronta, entrerà nella storia’

Colleghi e compagni ricordano l’ex consigliere nazionale, scomparso questa mattina all’età di 87 anni. ‘Una vita dedicata alla politica’

‘Una figura rilevante per i giovani’
(Ti-Press)

«Ciò che sicuramente mi mancherà di più di Werner Carobbio saranno le chiacchierate a Lumino davanti a una tazza di caffè o a un bicchiere di vino», afferma la copresidente del Ps Laura Riget nel ricordare l'ex consigliere nazionale, scomparso questa mattina all'età di 87 anni. Chiacchierate in cui «Werner tracciava dei parallelismi tra episodi che aveva vissuto lui stesso in prima persona all’inizio della sua vita politica, penso alla nascita del Psa o al suo impegno per il servizio pubblico, e degli eventi che avvenivano in tempi più recenti, nei quali ero più coinvolta io come copresidente del partito». Questi parallelismi della storia che si ripete «sono stati per me un insegnamento di come sia importante guardare anche al passato per trarne delle lezioni sul presente – continua Riget –. Werner è sicuramente stato una figura molto rilevante per i giovani. Mi ricordo che, sin dai primissimi tempi in cui avevo iniziato a fare politica nella Gioventù socialista e poi nel Ps, ci ha sempre considerati delle persone alla pari. Vale a dire che non ha mai avuto dei toni paternalistici e non ha mai cercato di spiegarci come bisognasse fare politica secondo lui. Era invece sempre molto interessato ad ascoltare e a capire la nostra opinione tenendo in considerazione le nostre riflessioni. Ho sempre apprezzato molto questo suo modo di porsi».

Biscossa: ‘Grande combattente’

«Werner è stato un grande combattente», ricorda a ‘laRegione’ la già presidente e deputata del Ps Anna Biscossa: «Un uomo di sinistra non per una scelta ideologica maturata a tavolino, ma perché essere di sinistra era parte della sua natura. Werner era semplicemente un socialista in tutto e per tutto. Per Werner – ci dice Biscossa – battersi per i diritti dei più deboli, per la dignità del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori, per la giustizia sociale, per il valore fondante del servizio pubblico per tutti, per un mondo più giusto era parte del suo essere, non poteva fare o essere altro che così». Carobbio «era anche un uomo di grande umanità che viveva e sentiva come se fossero sue le difficoltà, le fatiche, le ingiustizie ma anche i sogni e le speranze dei più deboli. Un uomo che soffriva e si indignava con tutto se stesso per le ingiustizie, per la sopraffazione dei più forti, per la negazione del diritto alla libertà dai bisogni per tutti. Un uomo pacifico e buono ma pronto a combattere per questi diritti con ogni mezzo lecito».

Va da sé che Carobbio, riprende Biscossa, «era un uomo di grande intelligenza politica, capace di guardare lontano e vedere ben oltre il qui e adesso, capace di capire e indicare quale fosse la migliore strategia da seguire in modo quasi intuitivo. Un radicale nelle sue visioni e speranze, ma nel contempo un abilissimo tessitore di intese per concretizzare quelle visioni e quelle speranze o quantomeno avvicinarsi a esse». Ma, soprattutto, «Werner credo non abbia mai smesso di sognare, nonostante tutto e nonostante gli anni, in un mondo migliore, più giusto e basato sulla solidarietà. Era un maestro, un grande maestro di scuola, certo, ma anche di politica e di vita. Un uomo leale e generoso con tutti, fiducioso nelle future generazioni e nella loro capacità di scelta. Un grande padre e un grande marito, un uomo per cui la famiglia era fondamentale, quasi fosse quella corazza di protezione che gli dava la forza per poter sempre andare avanti, indipendentemente da tutto e da tutti». Dal punto di vista più personale, per Biscossa «Werner è stato un carissimo compagno, un grande maestro e un grande amico. Sono tante, tantissime la battaglie fatte insieme e sono moltissimi gli insegnamenti che da lui ho ricevuto e per i quali gli sarò sempre grata».

Bertoli: ‘Persona di riferimento’

«Ho conosciuto bene Werner Carobbio a partire dal 1987, quando, giovane giurista, di ritorno da Ginevra sono stato incaricato della segreteria dell’Associazione Inquilini, di cui lui era presidente», ci racconta il già presidente socialista e consigliere di Stato Manuele Bertoli. Un lavoro comune durato anni «sia in questa associazione, sia nel Ps, allora diviso e poi finalmente riunificato dal 1992. Ho imparato molto da Werner, sul dovere imprescindibile di approfondire i temi e di conoscerli bene prima di esprimersi, sulla necessità di badare al sodo dei temi e di spendersi per essi, sul valore della pazienza e della tenacia in politica, ma soprattutto sul grande valore dell’onestà intellettuale, che pur da un punto di vista partigiano o profilato non permette mai di misconoscere la realtà effettiva, cedendo a quelle che oggi sarebbero chiamate “narrazioni”. È stato un grande esempio e una persona di riferimento per molti, ci mancherà».

Cavalli: ‘Cinquant’anni di battaglie insieme’

«Con Werner ho avuto politicamente a che fare per oltre cinquant’anni, fin dalla nascita del Partito socialista autonomo nel 1969. Per me resterà l’esempio di come la politica possa essere totalizzante nell’esistenza di una persona. Era la sua vita, si è dedicato anima e corpo». Parte dai ricordi personali Franco Cavalli, nel parlare del ‘compagno’ di partito. «Ha rappresentato per decenni l’anima proletaria del socialismo ticinese, ricoprendo spesso il ruolo di capo popolo». Cavalli sottolinea inoltre «la dedizione di Werner al partito, che rappresentava per lui l’entità fondamentale. Si è sempre adoperato per salvare la sua unità, facendo a più riprese da punto di contatto tra le varie sensibilità. Il suo impegno per il Psa prima e il Ps poi – aggiunge l’ex consigliere nazionale – si è visto a tutti i livelli. Era capace di impegnarsi sul piano organizzativo, controllando ‘i cordoni della borsa’ del partito, e su quello intellettuale. Capitava spesso durante i comizi di vederlo tenere relazioni di oltre un’ora e poi, una volta terminato l’evento, fermarsi per riordinare la sala». Un impegno, aggiunge Cavalli, «rivolto ai bisogni concreti delle persone. Non si perdeva in elucubrazioni teoriche, ma affrontava i problemi della gente».

Stojanovic: ‘Ha lasciato un’impronta’

«Se dobbiamo contare sulle dita di una mano i politici ticinesi che, negli ultimi 60 anni, hanno lasciato un’impronta sulla scena politica cantonale ma anche nazionale, Werner Carobbio ne farebbe sicuramente parte. Nella Berna federale ha svolto un ruolo centrale, in quanto vicepresidente, nella Commissione parlamentare d’inchiesta sull’organizzazione segreta P-26 – ricorda il politologo Nenad Stojanovic, già deputato socialista al Gran Consiglio –. Da giovane, inoltre, venne schedato e nella prima annotazione, del 4 agosto 1958, l’agente segreto lo definì “un propagandista zelante e convinto delle tesi sociali”. In effetti, la giustizia sociale era al cuore della sua attività politica. Nei suoi ultimi anni al Gran Consiglio ricordo che diceva spesso che non bisogna sempre lottare per le proprie idee e non lasciarsi trascinare in quello che chiamava “cretinismo parlamentare”».

Ghisletta: ‘Entrerà nella storia’

Dario Ghisletta, già granconsigliere e «amico e compagno fraterno di Werner Carobbio», ci racconta che «il nostro primo incontro risale all’inizio degli anni Sessanta in occasione di una riunione dei Giovani socialisti del Pst alla quale era presente anche Pietro Martinelli. Ci siamo parlati l’ultima volta la scorsa settimana, dopo numerosi colloqui telefonici quasi giornalieri dall’estate scorsa». Ci sarebbero molti fatti da ricordare in decenni passati fianco a fianco, ma Ghisletta si limita «a richiamare l’ultimo percorso istituzionale che ci ha visti entrambi impegnati in Gran Consiglio dal 1999 al 2011. Ne diventò Presidente nel 2005 precedendomi nella carica che assunsi nel 2010. Werner entrerà meritatamente nella Storia del Socialismo e del Ticino».

Giudici: ‘Grande conoscenza dei dossier’

Luciano Giudici, avvocato e consigliere nazionale per il Plr, per una legislatura, quella tra il 1983 al 1987, così ricorda l’allora collega parlamentare: “Carobbio era un politico molto preparato, molto combattivo, naturalmente nella sua posizione di marxista. Un gran lavoratore. E devo dire anche che i deputati del mio gruppo, il Plr, lo rispettavano appunto per la sua preparazione nei dossier. Ci davamo del tu: la nostra conoscenza risaliva all’epoca in cui militavamo nelle sezioni giovanili dei rispettivi partiti e qui mi riferisco anche a Flavio Cotti, presidente dei giovani Ppd. Per esempio eravamo contrari all’atomica e favorevoli al voto alle donne”. Altri tempi, altro contesto nazionale. Ma una grande passione per la politica.

Mps e Pc si uniscono al cordoglio

Con un comunicato, il Movimento per il socialismo rende omaggio a Carobbio: “La sua storia, la sua militanza, la sua azione politica sono da iscrivere a pieno titolo nella migliore tradizione della lotta per il socialismo, per una società liberata dalle ingiustizie sociali e da ogni forma di oppressione”. Nessuno, riprende l’Mps, “oserebbe contestare la sua coerenza e la sua fedeltà a un orientamento politico di fondo sempre a fianco della classe lavoratrice, condividendone valori e aspirazioni”. E ancora: “La fermezza nella difesa delle proprie posizioni e convinzioni non gli ha mai impedito di essere sempre aperto al dialogo e alla discussione tra le forze della sinistra”.

A “chinare le bandiere” è il Partito comunista, esprimendo il cordoglio per la scomparsa di “una delle più autorevoli e coerenti figure del socialismo ticinese e del movimento operaio svizzero. Werner Carobbio ha rappresentato un esempio di tenacia politica, di dedizione alla causa e di apertura del dialogo a sinistra”.

Alla moglie Graziella e alle figlie Marina e Katia e a tutti i nipoti vanno le sentite condoglianze de ‘laRegione’.

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