Ticino

Camera di commercio, Gehri: ‘Troppa ossessione dei ricchi’

Rieletto per acclamazione dall'Assemblea generale, il presidente della Cc-Ti a testa bassa: ‘La vera responsabilità sociale è quella degli imprenditori’

In sintesi:
  • Sulla spesa pubblica ‘un rumorosissimo silenzio’
  • ‘Chiediamo una discussione e ci prendiamo degli affossatori dello Stato sociale’
  • Vitta: ‘Inutile chiedere il pareggio di bilancio per poi chiamarsi tutti fuori’
Andrea Gehri riconfermato per un altro quadriennio
(Ti-Press/Alessandro Crinari)
20 ottobre 2023
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«Se le aziende funzionano, l’economia gira. Se l’economia gira, si creano ricchezza e benessere per tutta la comunità. Punto». E ancora: «Ribadiamo l’autentica funzione sociale dell’impresa, siamo tutto tranne che sfruttatori. Abbiamo una responsabilità sociale sicuramente maggiore di chi la rivendica senza produrre niente». Attacca a testa bassa con ferma fierezza il presidente della Camera di commercio ticinese Andrea Gehri nel suo intervento pochi istanti dopo essere stato rieletto, per acclamazione, alla presidenza della Cc-Ti dal plenum dell’Assemblea generale convocata stasera all’Espocentro di Bellinzona.

‘L'imprenditore viene visto come un affarista avido e dannoso’

Un intervento che mette al centro, va da sé, la figura dell’imprenditore che «oggi non viene visto come asse portante di questo Paese, ma come un affarista avido e dannoso per la società». E che deve fare i conti ogni giorno con «un interventismo statale che condiziona pesantemente la libertà economica, e con superficiali e tendenziosi politici che vedono nel mercato ogni ingiustizia e nel profitto un furto». Ed ecco, quindi, «la cascata di regole moralizzatrici e ingabbianti». Ma alla fine, l’imprenditore, cosa è per Gehri? «Colui che crea valore, genera ricchezza, occupazione, risolve problemi e soddisfa bisogni, stimola concorrenza, si assume rischi e realizza la propria visione senza chiedere aiuti pubblici se non le giuste condizioni per poter lavorare».

‘Regali ai ricchi? Mantra figlio di faciloneria tendenziosa’

«Il lavoro non si crea per legge, ma lo creano le imprese se messe nelle condizioni di poterlo fare», spara ancora ad alzo zero Gehri. E il profitto, «condannato come fosse appropriazione indebita, dimostra invece che l’impresa funziona». Ed ecco l’assist per un’altra cannonata, quella diretta a chi ha «l’ossessione dei ricchi». Ebbene, per il riconfermato presidente della Cc-Ti, «in questo contesto difficile e confuso sarebbe più che mai necessario ragionare su dati oggettivi, e con lo studio che abbiamo recentemente presentato abbiamo constatato la crescita esponenziale della spesa pubblica. Abbiamo ricevuto critiche a prescindere da parte dei media, che hanno ridotto il tutto con faciloneria tendenziosa a una mossa di marketing per propagandare i mitizzati regali ai ricchi, mantra usato per contrastare qualsiasi tipo di ammodernamento fiscale».

‘Non si aiutano i meno abbienti eliminando i facoltosi, è vero il contrario’

Le opposizioni «di principio», rilancia Gehri, «sono da rispedire al mittente con decisione, malgrado le molte crisi il tessuto economico ha fatto il miracolo garantendo il gettito fiscale costante, anzi, facendolo crescere». Invece, «molto rumorosamente si tace sull’esplosione della spesa pubblica. Non chiediamo tagli draconiani a casaccio, ma una seria e urgente riflessione sì. Ci pare il minimo».

Ma alla fine «se a chiedere discussioni offrendo analisi serie si prende degli affossatori dello Stato sociale, lasciatemelo dire, il problema non sono le aziende». Gli alti redditi «sono troppo penalizzati», e quindi «ben venga la riforma fiscale presentata dal Consiglio di Stato». Tenendo a mente che «in nessun Paese democratico si è mai riusciti ad aiutare i meno abbienti eliminando le persone più facoltose, è vero semmai il contrario».

Vitta: ‘Inutile chiedere il pareggio dei conti e poi chiamarsi fuori tutti’

Al direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta il compito di analizzare il contesto attuale, tutto tranne che positivo. Ma l’occasione è ghiotta per tornare sul grande tema d’attualità: la manovra di rientro presentata dal governo mercoledì, contestualmente al Preventivo per il 2024. E Vitta sottolinea come «le finanze pubbliche sono un elemento che rende competitivo il territorio. Gli Stati che si sono indebitati e le hanno trascurate sono gli Stati che oggi stanno peggio». Ne è diretta conseguenza che il risanamento dei conti «non è fine a se stesso, ma uno dei pilastri che fanno di una nazione e di un cantone un’istituzione credibile».

E in tante cose che sfuggono dal controllo di un piccolo cantone in mezzo agli sconvolgimenti planetari, il direttore del Dfe rimarca che «è invece sotto il nostro controllo la possibilità di agire insieme e uniti. L’obiettivo del pareggio dei conti per il 2025 si raggiungerà solo con l’assunzione di una responsabilità collettiva di tutti gli attori: politica, partiti, sindacati, aziende e società civile». E senza girarci attorno: «È inutile chiedere il pareggio dei conti per poi, quando arrivano misure concrete, chiamarsi fuori tutti. Condividiamo le difficoltà – rinnova Vitta –, e cerchiamo insieme di portare avanti un discorso responsabile che possa influenzare tutti gli attori coinvolti».

Albertoni: ‘Gli imprenditori siano meno timidi’

Dopo l’invito del direttore della Cc-Ti Luca Albertoni rivolto agli imprenditori – cioè «essere meno timidi, dire le nostre verità, anche quelle scomode come quella detta dall’ex consigliere federale socialista Hans-Peter Tschudi, cioè che i ricchi non hanno bisogno dell’Avs, ma l’Avs ha bisogno dei ricchi, anche se io preferisco chiamarli benestanti» – si passa al tema dell’approfondimento da parte dell’assemblea della Cc-Ti: l’esercito e il suo ruolo sia per il territorio, sia per l’economia.

Gobbi: ‘L'azienda Difesa in Ticino porta 600 posti di lavoro’

Con il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi sugli scudi a ribadire che «mantenere il focus sull’esercito significa mantenere il focus sulla sicurezza, in un periodo dove si dà tutto per scontato: che le aziende possano creare sempre lavoro, che sia tutto flessibile, il benessere, la sicurezza». Quella che Gobbi ribattezza “azienda Difesa” in Ticino «porta 600 posti di lavoro, molti posti nella formazione, investe molto nelle infrastrutture: nel prossimo periodo 130 milioni di franchi per gli stazionamenti». Per non parlare «degli acquisti annui di cui beneficiano commercio, piccola e grossa distribuzione, per 9 milioni annui».

Per Gobbi, come anche sottolineato dal presidente della Società ticinese degli ufficiali colonnello SMG Manuel Rigozzi in una recente intervista a ‘laRegione’, «l’esercito svolge un ruolo essenziale anche per quanto concerne la formazione: nell’esercito si apprendono qualità, condotte e comportamenti che possono tornare utili per un futuro caporeparto o quadro aziendale».

Ospite d'onore della serata, visto l'argomento, è il comandante di Corpo e capo dell'esercito Thomas Süssli il quale, oltre a ribadire l’importanza del settore militare come attore economico, evidenzia soprattutto l’importanza del sistema di milizia, essenziale non solo per l’esercito stesso, ma anche perché costituisce un fondamentale elemento di permeabilità tra l’esercito e l’economia.

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