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‘Resta importante sentire l’opinione di scuole e Comuni’

Così il presidente della ‘Formazione e cultura’ Aron Piezzi sull’apertura della consultazione sulla nuova legge delle scuole dell’obbligo indetta dal Decs

In sintesi:
  • Il 29 marzo 2023 il Consiglio di Stato aveva approvato il messaggio governativo con l’intento di dotare il Canton Ticino di un solo testo legislativo per l’intera formazione obbligatoria
  • Il 26 giugno 2023 la direttrice del Decs Marina Carobbio si era detta disponibile a consultare i diversi attori coinvolti dalle nuove disposizioni legislative
Il Decs ascolta le scuole e i Comuni
(Ti-Press)
28 settembre 2023
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«Quando il Consiglio di Stato ci ha presentato il messaggio, noi abbiamo subito sottolineato che ritenevamo essenziale conoscere il parere dei vari attori della scuola e dei Comuni». Interpellato dalla ‘Regione’, ricorda così Aron Piezzi (Plr), presidente della Commissione formazione e cultura del Gran Consiglio, lo scorso 29 marzo, data in cui l’esecutivo ha approvato il messaggio governativo relativo alla nuova legge delle scuole dell’obbligo con l’intento di dotare il Canton Ticino di un solo testo legislativo per l’intera formazione obbligatoria, unendo in questo modo le attuali due leggi riferite alle scuole dell’infanzia, elementari e medie. «Abbiamo quindi richiesto esplicitamente una consultazione che – rievoca Piezzi –, sin dall’inizio, la direttrice del Decs Marina Carobbio ha approvato, dimostrandosi attenta al coinvolgimento sia nostro come commissione, ma anche e soprattutto di chi la scuola la fa ogni giorno».

Consultazione in quattro modalità aperta fino al 31 ottobre

Consultazione annunciata oggi dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) ed estesa a tutti gli ordini scolastici. Lo scorso 26 giugno, durante un incontro fra il Decs e la commissione parlamentare ‘Formazione e cultura’, Carobbio si era detta disponibile, nell’ottica di ampliare il dialogo e l’ascolto, a consultare i diversi attori coinvolti dalle nuove disposizioni legislative. La consultazione del nuovo testo in legge – che sistematizza gli attuali in vigore intervenendo sulla struttura e inserendo accorpamenti e riformulazioni – è aperta fino al 31 ottobre. Quattro le modalità tramite cui avverrà: un questionario online, workshop, incontri in presenza e consultazione mirata. Vengono inoltre integrati nella nuova legge i principi definiti nel quadro del progetto di ridiscussione delle competenze Cantone-Comuni ‘Ticino 2020’, ovvero la riforma riguardante i compiti e i relativi flussi finanziari tra i due livelli e che affronta fra l’altro la questione del finanziamento delle scuole comunali.

Per Piezzi il Decs si è dimostrato bendisposto: «È stato dato seguito alla nostra richiesta senza problemi. Prima di entrare nel merito dell’analisi della nuova legge, per noi – sottolinea – è fondamentale sapere cosa ne pensino non solo gli ordini scolastici, ma anche i Comuni in quanto anche loro sono toccati da questa nuova legge dal punto di vista finanziario».

Spazio alle analisi degli attori coinvolti

Il presidente della Commissione formazione e cultura rammenta però come la pubblicazione del messaggio sia avvenuta con tempistiche inopportune: «Il messaggio governativo della nuova legge – illustra Piezzi – era stato licenziato qualche giorno prima della fine della scorsa legislatura, senza che fossero stati consultati e coinvolti le scuole dell’infanzia, le elementari, le medie, gli istituti post-obbligatori e i Comuni. Da quanto sappiamo c’era stata solo una presentazione al mondo della scuola qualche settimana prima del licenziamento». La ‘Formazione e cultura’ aveva così deciso di inviare una lettera al Consiglio di Stato chiedendogli di indire una vera e propria consultazione.

Piezzi non vuole però sbilanciarsi troppo sugli esiti della consultazione. «Non vorrei mettere le mani troppo avanti dal momento che mi aspetto che i Comuni e le scuole facciano una loro analisi critica e di approfondimento. Per noi – ribadisce – resta importante che chi poi dovrà affrontare ciò che la legge propone sia consapevole di quanto prevede e dia in tal senso la propria opinione. Una volta chiusa la consultazione, ascolteremo le loro conclusioni e faremo le nostre analisi».

Istituto scolastico minimo, ‘potrebbe sollevare qualche osservazione’

E per quanto concerne il concetto di ‘Istituto scolastico minimo’, considerato a giugno fra i temi più ostici? «Questa nozione, che andrebbe a toccare sia le scuole comunali, sia le scuole medie, potrebbe essere uno degli aspetti che solleveranno qualche osservazione. Non sto dicendo che si tratti di un’idea di per sé sbagliata e che non si possa andare in questa direzione. È però sicuramente corretto – conclude Piezzi – che chi sarà coinvolto da queste misure possa dire la sua».

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