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‘Le nuove tariffe della Posta penalizzano i piccoli commerci’

Diversi negozianti hanno ricevuto la disdetta delle condizioni attuali. ‘In questo modo aumentano le differenze con le grandi catene’

Alzata la soglia minima per prezzi unitari stabiliti da contratto: da 2’500 a 5’000
26 settembre 2023
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Un cambiamento nelle condizioni di invio della merce, con tariffe decisamente meno favorevoli. È quanto denunciano alcuni piccoli commercianti ticinesi, che recentemente si sono visti recapitare dalla Posta una raccomandata. Contenuto della missiva: la disdetta, a decorrere da inizio dicembre, delle condizioni di invio pacchi con prezzo di listino individuale. «Sono cliente della Posta da quasi quindici anni», ci spiega uno di loro. «Ho sempre avuto dei prezzi favorevoli essendo un cliente commerciale, ma negli ultimi anni la situazione è decisamente peggiorata. Prima avevo un prezzo fisso per invio che non teneva conto del peso. Un anno fa mi è arrivata la disdetta, con un nuovo tariffario dei prezzi che tiene conto del peso del pacco. Ma comunque più conveniente. Ora invece impongono delle altre condizioni, che svantaggiano i piccoli commerci, trattati quasi come privati cittadini». Il cambiamento, come ricorda anche la raccomandata inviata dalla Posta, fa parte delle modifiche comunicate a inizio luglio dal gigante giallo. Tra queste: l’aumento da 2’500 a 5’000 del volume annuo minimo di pacchi per poter beneficiare dei prezzi unitari convenuti contrattualmente. “La clientela con meno di 5mila pacchi – scrive la Posta – viene trasferita sotto i prezzi di listino con sconto mensile automatico”. «Raddoppiando la cifra minima di pacchi si è di fatto escluso un buon numero di negozi, che non avranno più tariffe convenienti come prima», ci spiega un altro commerciante. «Con queste condizioni la differenza rispetto ai grandi negozi, che avranno ancora le stesse tariffe, aumenta». La nuova offerta per i ‘piccoli’ prevede uno sconto automatizzato progressivo a partire da 500 franchi di fatturato mensile. Con la cifra minima si avrà uno sconto del 2%, la riduzione massima (8%) scatta invece a partire da 2mila franchi. «È una riduzione davvero misera», conclude un altro commerciante. «Non vogliamo assolutamente discriminare le piccole imprese, anzi. Aumentando la quantità minima garantiamo un trattamento paritario a più clienti commerciali», afferma interpellato dalla ‘Regione’ il portavoce della Posta Stefan Dauner. «Negli ultimi anni c’è stato un costante incremento del numero di pacchi spediti. Nel 2021 erano oltre 202 milioni, tre anni prima ‘solo’ 140. Di conseguenza è aumentato in maniera costante anche il numero di contratti, e la loro gestione è molto dispendiosa. Abbiamo quindi aumentato la quantità minima per semplificare i nostri processi e allo stesso tempo garantire che il maggior numero possibile di clienti commerciali benefici delle stesse condizioni».

Sommaruga (Federcommercio): ‘Il cliente è ormai abituato a non pagare la spedizione’

«Per i piccoli commercianti un cambiamento anche minimo dei costi da sostenere è una difficoltà», afferma Lorenza Sommaruga, presidente di Federcommercio. «La Posta è già cara oggi. Alzare i prezzi per la spedizione dei pacchi sarebbe un nuovo ostacolo per i negozi che stanno già vivendo un momento nuovamente poco felice e hanno la volontà, o la necessità, di sviluppare la propria offerta anche online». Alcuni consumatori, spiega Sommaruga, sono infatti ormai abituati a ricevere a casa i propri acquisti, magari anche nel giro di pochi giorni. «Il negoziante si adegua alle nuove richieste e con piacere è disposto a svolgere questo lavoro extra, erodendo anche il guadagno. Spesso, infatti, questo servizio non viene fatto pagare all’acquirente». Perchè? «Bisogna essere concorrenziali rispetto alle grandi piattaforme online, che grazie a volumi enormi possono avere accesso a tariffe molto convenienti e quindi assorbire il costo di spedizione. Il cliente – prosegue la presidente di Federcommercio – è infatti ormai abituato a non dover pagare la spedizione».

‘Far arrivare la merce è invece sempre più costoso’

Le difficoltà nelle spedizioni, ci tiene a sottolineare Sommaruga, non riguardano però solo l’invio al cliente. «Far arrivare merce in Svizzera dall’estero è sempre più costoso. A volte le spese di sdoganamento e trasporto se i volumi acquistati sono piccoli, possono essere oltremodo onerosi tanto da rendere l’acquisto di tali merci privi di redditività ». La soluzione che molti scelgono di adottare è di fare poche ma grosse ordinazioni. «Questo però è una lama a doppio taglio per i commercianti. Si abbassano i costi, è vero. Ma dover aspettare più tempo per ricevere la merce mette in una situazione di svantaggio rispetto alle grandi piattaforme, che rappresentano ormai una concorrenza spietata in molti settori».

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