Ticino

Lamal, l’Mps vuole chiamare alla cassa i datori di lavoro

E per i rincari energia: che possa intervenire Berna. Presentate due iniziative cantonali per modificare le leggi: ‘I problemi non sono contingenti’

(Ti-Press)
15 settembre 2023
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Premi di cassa malati proporzionali al reddito suddivisi tra datori di lavoro e dipendenti. E possibilità per il Consiglio federale di calmierare le tariffe dell’energia elettrica. Sono le ricette contenute in due iniziative cantonali con cui il Movimento per il socialismo (Mps) propone di far fronte, sul medio-lungo termine, alla continua erosione del potere di acquisto dei cittadini. Per invece dare un sollievo immediato alle famiglie, sollecita le commissioni del Gran Consiglio a trattare con urgenza i diversi atti parlamentari pendenti sulla questione, in particolare relativi proprio ai premi di cassa malati e alle tariffe elettriche per i quali i rincari sono stati particolarmente elevati negli ultimi due anni.

«Si tratta di due temi su cui la politica ha costruito un teatrino. Tutti si indignano ma quasi nessuno fa niente», recrimina il coordinatore dell’Mps e deputato in Gran Consiglio Giuseppe Sergi in apertura della conferenza stampa indetta per fare il punto della situazione e mettere sul tavolo delle soluzioni. «Nessuno fa niente per due ragioni – dice Sergi –. Innanzitutto perché le leggi sono costruite in modo che sia impossibile intervenire direttamente per correggere le derive e le evidenti distorsioni che ci sono sul mercato. La liberalizzazione negli ambiti dell’assicurazione malattia e dell’energia elettrica inducono una concorrenza da cui, secondo i fautori delle due leggi, avrebbero dovuto trarre beneficio i consumatori finali, ma non è così. Queste sono in discrepanza con le sempre più ridotte possibilità economiche in cui si trovano le famiglie». In secondo luogo, continua Sergi, «sono i partiti stessi i responsabili della situazione. Ad esempio le tariffe elettriche vengono decise dalle aziende distributrici che sono controllate dai Municipi, o direttamente, o indirettamente attraverso i loro rappresentanti che siedono nei Consigli di amministrazione di tali enti».

Stando a Matteo Poretti, anche lui membro Mps, «ormai tutte queste aziende abbracciano il principio di massima redditività anziché privilegiare gli interessi dell’utenza. Ma visto che sono i Municipi a controllarle, potrebbero imporre loro di rinunciare a parte degli introiti e di sciogliere le riserve patrimoniali, come ha deciso di fare Stabio». A tal proposito l’Mps ha recentemente inviato una lettera aperta agli Esecutivi dei Comuni proprietari di aziende di distribuzione di energia elettrica chiedendo una moratoria sugli aumenti delle tariffe energetiche per tre anni.

Le proposte a livello federale per agire sul sistema

Nella prima proposta a livello federale, premettendo che dal loro punto di vista “la sfida non è quella di risparmiare sulla salute, ma di investire in essa in modo coerente”, i firmatari Sergi e il collega di movimento e Legislativo Matteo Pronzini chiedono al parlamento cantonale di inoltrare all’Assemblea federale la richiesta di modificare la Legge sull’assicurazione malattia (Lamal) sostituendo l’attuale sistema del premio unico uguale per ogni persona assicurata “con un premio proporzionale al reddito suddiviso in parti uguali tra datore di lavoro e dipendente. Per le persone senza attività lavorativa il premio sarà fissato in base alla sostanza imponibile”. Dovrebbe insomma funzionare come un’assicurazione sociale. Secondo i calcoli dei due deputati, “con un sistema di finanziamento basato sul modello Avs, un contributo di poco superiore al 6% sarebbe sufficiente a coprire tutta la spesa sanitaria finanziata dalle famiglie”, si legge nell’iniziativa.

Per Matteo Pronzini è giusto chiamare alla cassa i datori di lavoro «perché le statistiche dimostrano che una parte importante delle malattie sono legate all’attività professionale, ma solo pochissime sono considerate come infortuni. Chiedere loro il 3% sul salario è lecito e sostenibile». L’altra iniziativa cantonale è volta a chiedere all’Assemblea federale di modificare la Legge sull’approvvigionamento elettrico integrando la possibilità per il Consiglio federale di intervenire direttamente per via ordinaria “qualora si presentino gravi situazioni sul mercato dell’energia dovute a crisi di carattere nazionale o internazionale con conseguenze significative per i consumatori”. In particolare su “i meccanismi relativi alla produzione di energia; i meccanismi relativi alla distribuzione; la fissazione delle tariffe elettriche del servizio universale”.

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