Ticino

Preventivo, la maggioranza: ‘Proroga’. Il Ps: ‘Mossa elettorale’

La richiesta al governo. Durisch: ‘Destra e centrodestra vogliono parlare il meno possibile di tagli...’. La replica: ‘No, più info sulle quote della Bns’

La discussione è solo all’inizio
(Ti-Press)
12 settembre 2023
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La maggioranza della commissione parlamentare della Gestione chiede al Consiglio di Stato di posticipare di un paio di settimane, a metà ottobre, la presentazione del Preventivo 2024, quello con le (prime) misure di risparmio per conseguire il pareggio di bilancio nei conti del Cantone entro fine 2025. La decisione di sollecitare una proroga è stata presa stamane al termine dell’audizione commissionale – temi: il Preconsuntivo 2023 (disavanzo di 198 milioni, aggiornato a fine giugno), i sei scenari di analisi della spesa pubblica (documento allestito dall’Esecutivo in giugno e trasmesso alla Gestione) e il Preventivo – del presidente del governo e capo del Dipartimento sanità e socialità Raffaele De Rosa, del direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta e del responsabile del Dipartimento del territorio Claudio Zali: presenti, riferisce ancora la nota della Gestione, anche il Cancellerie dello Stato Arnoldo Coduri e il direttore al Dfe della Divisione risorse Nicola Novaresi. Una decisione presa appunto a maggioranza. Contrari al posticipo Ps e Verdi.

«Noi abbiamo chiesto di rispettare quanto sancisce la legge, secondo cui per fine settembre il Consiglio di Stato presenta al parlamento i Preventivi», afferma il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch. «Il motivo accampato dalla maggioranza della commissione – e cioè quello di attendere le proiezioni dell’Ubs sulla distribuzione degli utili della Banca nazionale ai Cantoni prima di esaminare e discutere il Preventivo 2024 – ci sembra un pretesto».

E rincara: «È un escamotage per arrivare a ridosso del 22 ottobre, quando si voterà per le elezioni federali, e accorciare così il più possibile il dibattito politico sui tagli alla spesa che destra e centrodestra invocano. I partiti borghesi si rendono conto che in piena campagna parlare fra l’altro di riduzione dei sussidi per i premi di cassa malati, una misura che tocca una fetta importante della popolazione, non è elettoralmente pagante: meno se ne discute, insomma, meglio è. Di qui la richiesta, giocando sul fattore tempo: la presentazione del Preventivo a metà ottobre quando la maggioranza dei cittadini e delle cittadine avrà già votato per corrispondenza…».

E a proposito delle quote della Bns, «due sono gli scenari che si prospettano» per i conti relativi al prossimo anno, aggiunge il capogruppo del Ps. «Se dalla Banca nazionale arriveranno due quote, il disavanzo a Preventivo sarà di una quarantina di milioni, come da piano governativo di rientro. Se non arriverà nulla, il deficit sarà di 95 milioni. Temo però – continua Durisch – che tra riforma fiscale e altri oggetti pendenti in parlamento il Preventivo 2024 possa peggiorare ulteriormente e questo nonostante le misure di risparmio chieste alle cittadine e ai cittadini. In sostanza entro fine anno la maggioranza di centro e centrodestra approverà un Preventivo in rosso, tagli a servizi a persone e prestazioni, e sgravi fiscali a beneficio perlopiù dei redditi alti. Anch’io se fossi in loro cercherei di parlarne il meno possibile!».

Gianella: ‘Servono cifre più attendibili possibile’

La replica della capogruppo del Plr Alessandra Gianella è netta: «È importante che il Consiglio di Stato presenti delle cifre il più attendibili possibile, e se la Bns verserà o meno delle quote lo si saprà tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre: vista la situazione finanziaria difficile, spostare di un paio di settimane la presentazione del Preventivo per avere numeri sicuri a noi va bene». Gianella prosegue, ricordando che «agendo in questo modo potremmo sapere se, con il versamento delle quote, si riuscirà a raggiungere l’obiettivo di chiudere con un disavanzo di 40 milioni di franchi». Il discorso che non cambia «è che ci verranno presentate dal Consiglio di Stato delle misure che andranno discusse, perché quello che è chiaro è che non si potranno ripetere negli anni dei disavanzi di queste dimensioni. Il parlamento avrà il compito di dibattere queste misure, ma perlomeno i partiti di governo dovranno decidere di darsi un perimetro e determinare insieme almeno un paio di priorità. Anche se sarà difficile».

Sui timori di Durisch, sollecitata, Gianella risponde: «Ci ricordiamo tutti le polemiche dell’anno scorso sulle quote della Bns che non sono state versate? Proprio per evitarne di uguali ci sembra corretto nei confronti dei cittadini portare un risultato il più preciso possibile. Sulle misure si dibatterà in ogni caso, e nessuno negherà la discussione. Temi non ne mancheranno senza dubbio».

Agustoni: ‘Si parla di due settimane, non di un anno...’

Concorda il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni: «Si sta parlando di un paio di settimane, non di un anno…», esordisce. Per poi sottolineare come «due quote della Bns vogliono dire all’incirca 55 milioni di franchi, che non sono pochi. Prima di lanciarsi in piani di risanamento, misure e risparmi capiamo bene dove e come agire perché decine di milioni in più o in meno cambiano di molto ogni ragionamento». Anzi, «se mi pongo nell’ottica del Ps penso che anche a loro dovrebbe andare bene avere le idee più in chiaro, perché il rischio – riprende Agustoni – è che partano discussioni su misure potenzialmente non necessarie, creando però preoccupazioni inutili su ambiti molto delicati che toccano persone e famiglie nel loro budget. Penso sia giusto fare un esercizio più trasparente».

Guerra: ‘Capire se si sottostima o no il buco’

Respinge la critica del capogruppo socialista anche il leghista Michele Guerra. «Visto che il risanamento finanziario si sta rivelando più arduo del previsto – si doveva chiudere quest’anno con 80 milioni di disavanzo ma il Preconsuntivo registra un buco di oltre 190 milioni – e visto che per l’anno prossimo si profilano due scenari – un disavanzo di 95 milioni senza le quote Bns o di 40 con i soldi della Banca nazionale – per noi è ovvio che prima di avallare qualsivoglia misura dobbiamo capire se stiamo facendo il passo più lungo della gamba sovrastimando o sottostimando il buco. Se possiamo essere certi che è di 95 milioni, occorrerà mettere in campo misure di un certo tipo e di un certo peso, se sappiamo che c’è la probabilità che giungano i soldi della Bns, allora si ridimensiona un po’ tutto. Insomma, sulle quote della Banca nazionale abbiamo bisogno di maggiori informazioni».

L'Udc: ‘Governo debole e senza idee’

Con una nota firmata dal capogruppo Sergio Morisoli e dal presidente cantonale Piero Marchesi, invece, l’Udc va all’attacco accusando il governo di “giocare a nascondino” confermandosi “debole e senza idee”. Il Consiglio di Stato, per l’Udc, “spalleggiato dalla Gestione, non intende rispettare la volontà popolare e non ha nessuna voglia né tantomeno le idee per elaborare misure concrete di risparmio sulla spesa, speculando sulla pioggia miracolosa (che verosimilmente non ci sarà) dei soldi della Banca nazionale per salvarsi la faccia”.

Vitta: ‘Valuteremo e decideremo’

La richiesta di proroga dovrebbe essere accolta dall’Esecutivo. In politica il condizionale è però d’obbligo. D’altronde il direttore del Dipartimento finanze ed economia non si sbilancia. «Come governo – dice Christian Vitta – attendiamo che la Commissione della gestione ci comunichi formalmente gli esiti delle sue discussioni e poi decideremo». E ricorda: «Il messaggio sul Preventivo 2024 che presenteremo conterrà misure per raggiungere una prima tappa – un disavanzo di quaranta milioni – nel percorso verso il riequilibrio delle finanze cantonali». E con riferimento alle quote della Banca nazionale, Vitta osserva: «Se ragioniamo dal punto di vista strutturale, facendo quindi astrazione dal dato del 2023, negli ultimi decenni la Bns ha sempre versato in media l’equivalente di due quote, corrispondenti a circa 55 milioni di franchi: se arriveranno, il disavanzo sarà di 40 milioni, in caso contrario sarà di 95 milioni. Ora, nel confezionare il Preventivo 2024, con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2025, dobbiamo tenere conto anche degli elementi strutturali, e fra questi ci sono le due quote che, salvo quest’anno, la Bns ha sempre versato».

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