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Cieslakiewicz: ‘Il 2023 entrerà nella storia di BancaStato’

Il presidente della Direzione generale dell'Istituto spiega a cosa è dovuto il ‘boom’ del primo semestre, lo stato della banca e le sfide future

La soddisfazione è molta
(Ti-Press)
28 agosto 2023
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I primi sei mesi dell'anno per BancaStato sono stati un boom, come reso noto dallo stesso Istituto stamattina con un comunicato diffuso alla stampa in cui si parla di ‘crescita eccezionale’. Abbiamo raggiunto il presidente della Direzione generale di BancaStato, Fabrizio Cieslakiewicz, per capire meglio a cosa si debbano questi risultati e quali siano le prospettive.

Quella del primo semestre 2023 è una crescita davvero eccezionale, quali sono i principali fattori che l’hanno determinata?

Sono molto fiero dei risultati conseguiti dal Gruppo BancaStato nei primi sei mesi dell’anno: sono risultati che, salvo ovviamente imprevisti di mercato, sono destinati a fare entrare il 2023 nella storia dell’Istituto. Analizzando il conto economico si evince che i ricavi netti sono fortemente aumentati di ben il 57%. Ciò ha consentito di ottenere un risultato operativo anch’esso in netta crescita, nonostante costi di esercizio superiori allo stesso periodo dell’anno precedente. L’utile semestrale, al netto di un’attribuzione invariata alle riserve per rischi bancari generali, è più che raddoppiato. Insomma: un primo semestre veramente eccezionale. La voce che ha registrato la crescita maggiore è il risultato di operazioni da interessi, aumentato di oltre il 71% a 141 milioni. Questo risultato, e più in generale i risultati del primo semestre 2023, per quanto eccezionali, si inseriscono nel solco della crescita pluriennale che il Gruppo BancaStato registra da ormai molti anni: crescita che può sì essere influenzata, anche in maniera sensibile, dal mercato, ma che sostanzialmente poggia la sua solidità sugli importanti progetti messi a punto e implementati con successo negli anni scorsi. Vorrei infatti precisare che anche se sicuramente tale importante risultato è condizionato dalle variabili di mercato, penso in particolare all’aumento dei tassi di riferimento attuato dalla Banca nazionale svizzera (Bns) nel quadro della lotta all’eccessiva inflazione, è alla strategia di rifinanziamento attuata dalla Banca negli ultimi anni così come alla crescita dei volumi ipotecari frutto della nostra politica commerciale che dobbiamo questi importanti risultati.

Aumentano ancora i crediti ipotecari: da un lato si dice che c’è sfiducia e pesa il non avere una prospettiva sicura a livello globale, ma dall’altro questo indicatore mostra invece che il ‘costruire casa’ resta qualcosa di importante. Qual è la sua valutazione? Quanto possono pesare i tassi d'interesse?

È innegabile che dal 2022, per motivi diversi e convergenti, il mercato immobiliare abbia iniziato a rallentare la vivace crescita registrata negli anni precedenti, quando i tassi ipotecari hanno vissuto il loro minimo storico. Il numero e il valore delle transazioni immobiliari in Ticino si sono ridimensionati ma continuano pur sempre a mantenersi agli alti livelli raggiunti prima della pandemia e impongono un invariato livello di attenzione da parte degli addetti ai lavori. I tassi ipotecari giocano certamente un ruolo nello stimolo della domanda di oggetti abitativi, ma occorre pur sempre contestualizzare la loro risalita: gli attuali livelli sono perfettamente accettabili da un punto di vista storico e sono da considerarsi normali. Inoltre, come è noto, nell’ambito dell’erogazione di un credito ipotecario, la Banca tiene conto di un tasso di interesse teorico ben superiore a quello attuale di mercato, proprio per garantire la sopportabilità del credito nel lungo periodo. Io credo che chi ha il sogno di “fare casa” e ora come qualche anno fa soddisfa i parametri finanziari, ebbene non rinuncerà all’acquisto di un’abitazione che rappresenta in quasi tutti i casi l’“investimento della vita” e il coronamento di un importante obiettivo personale e familiare, per il quale occorre essere consigliati al meglio. Almeno per quanto riguarda BancaStato abbiamo registrato una buona crescita dei volumi ipotecari nel primo semestre, con un incremento di oltre 177 milioni, ovvero il 69% del totale dell’aumento dei crediti alla clientela.

Restano comunque molte sfide, a partire dall’inflazione. È un’incertezza che può pesare nelle vostre strategie?

Come lei ben dice le sfide sono molte e dal punto di vista della nostra operatività e visione sono affrontate su vari livelli. Vi sono quelle più legate al momento congiunturale, e ad esempio l’inflazione rientra in tale discorso: il rincaro dei prezzi eccessivo è la miccia che ha innescato la politica monetaria restrittiva della Bns, e questo come sappiamo ha un impatto reale sulle attività creditizie. L’attuale nostra campagna di sconto sull’ipoteca ‘Ferma’ è un esempio concreto di misura strategica applicata alla contingenza. Altre sfide invece hanno respiri temporali più lunghi, come ad esempio quelle legate alle esigenze regolamentari, alla digitalizzazione, al cambiamento di abitudini della clientela o ancora alla sostenibilità. Proprio in merito a quest’ultimo aspetto, i primi sei mesi del 2023 sono stati importanti. Abbiamo presentato novità a livello di prodotti pensati per la transizione energetica degli edifici del territorio, ma non solo: abbiamo anche adottato nuove linee guida di sostenibilità. Citerei infine anche la sfida legata alla corretta e ottimale gestione di una realtà aziendale che, crescendo, acquisisce giocoforza anche maggiore complessità. In generale, ogni sfida va percepita e poi gestita in maniera opportuna. Occorre non sottovalutare mai nulla, altrimenti gli impatti potrebbero emergere quando è ormai troppo tardi per intervenire.

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