ISTRUZIONE

L’agenda scolastica adesso è online

Dopo le polemiche, la Conferenza dei genitori comunica la disponibilità del testo per ‘farsi un’idea propria’ e ovviare a ‘una situazione disomogenea’

(Ti-Press)
27 agosto 2023
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“Prima conoscere, poi discutere, poi deliberare”. Sembra prendere spunto dalle ‘Prediche inutili’ di Luigi Einaudi la decisione – comunicata tramite newsletter ad Assemblee e Comitati dei genitori delle scuole elementari e medie – di mettere a disposizione di tutti la versione digitale dell’agenda della Svizzera italiana 2023-24, al centro delle polemiche di questi giorni. Per accedervi ora basta digitare scuolalab.edu.ti.ch A spiegare la scelta in un comunicato è la Conferenza cantonale dei genitori, che ricorda: “Dato che l’argomento interessa nel complesso circa 18’000 allievi, e che l’agenda verrà consegnata nei prossimi giorni nelle scuole”, la possibilità di sfogliarla prima che (non) arrivi a casa propria potrebbe aiutare più d’un genitore a “farsi una idea critica propria dei contenuti, e valutare se e quali argomenti discutere in famiglia”.

Lo sguardo altrui

L’agenda – elaborata dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) e da quello della sanità e della socialità (Dss) attraverso il contributo di numerosi esperti – ha come tema portante ‘Lo sguardo altrui’, come spiega l’introduzione: “Ci sono dei periodi della vita in cui i giudizi delle altre persone ci creano insicurezza. A volte diamo loro troppo peso, altre volte può succedere di fraintenderli. Uno ci guarda male, pensiamo, mentre lui invece ha in mente tutt’altro. Nascono così malintesi o pregiudizi che possono sfociare in litigi o in semplice indifferenza. La preoccupazione di quello che le altre persone pensano di noi ci condiziona e a volte ci fa fare cose di cui ci pentiamo, o che semplicemente avremmo fatto diversamente. Tipo: dire delle cavolate solo per suscitare simpatia. Sono modi di fare che limitano le nostre libertà e che ci tolgono autenticità. Il tema dell’agenda di quest’anno scolastico è quello dello sguardo e della relazione con le altre persone: come imparare a rispettarsi a vicenda? Come aiutare chi ci circonda a essere migliore? Come costruire assieme un mondo migliore? Come sentirsi parte di qualcosa di più grande?”

L’elefante nella stanza

Temi centrali per l’età dello sviluppo, dunque, nella consapevolezza che a quell’età il bisogno di accettazione può spingere a indossare troppe maschere e soccombere a pericolose dinamiche di gregge, magari proprio a scuola. L’agenda declina la questione in diverse direzioni, con l’ausilio di illustrazioni e brevi testi: vi si discutono la difficoltà nel fare amicizia, i tormenti dei primi innamoramenti, la gestione della rabbia, l’accettazione del proprio corpo, il razzismo e così via. L’approccio è di tipo speculare e dialogico: in una prima vignetta si presenta una situazione di difficoltà, mentre nella seconda si offre su quella stessa situazione una prospettiva differente, che aiuti a mettersi nei panni altrui e a trovare una soluzione. Ci sono anche istruzioni per lo sviluppo di progetti, consigli per lo studio, inviti a consolidare la propria autoconsapevolezza, un test elaborato dalla Supsi per comprendere meglio i propri punti di forza e imparare a valorizzarli, e così via.

L’elefante nella stanza però – stando ad alcuni critici – riguarda uno solo dei temi affrontati, due vignette situate nelle pagine proprio a cavallo dell’anno. Nella prima, un grido d’aiuto: “Nessuno sembra capirmi. Io per prima. A volte mi sento ragazza, a volte invece mi sembra di riconoscermi in un maschio. Non si tratta di una cosa superficiale o momentanea, ma di qualcosa che mi sconvolge nel profondo e che mi interroga costantemente. Al contempo è qualcosa che sento fare parte di me e che mi appartiene”. Nella seconda, la reazione dall’esterno di una ragazza: “Guarda quella tipa, come è… fluida. Io non giudico le persone per il loro orientamento sessuale o per la loro identità di genere. Trovo che ognuno abbia il diritto di cercare di essere la persona che sente. Non è facile per nessuno, perché allora non aiutarsi a vicenda? Ora le chiedo se le va di uscire”.

Secondo alcuni politici e osservatori, le vignette banalizzerebbero un tema sensibile, col rischio di ‘indottrinare’ in particolare bambine e bambini di quinta elementare (tanto che alcuni municipi, come quello di Lugano e a differenza di Bellinzona, hanno deciso di non distribuire l’agenda in quelle classi). Altri mettono in guardia da quella che ritengono un’opposizione pregiudiziale ed ‘elettorale’ ai contenuti dell’agenda.

Decidere per sé

Il comunicato del Comitato, firmato dal presidente Pierfranco Longo, vola alto: evita di entrare in polemica e ricorda semplicemente che “alcuni comuni stanno decidendo di non consegnare l’agenda ai propri allievi di quinta elementare, altri stanno decidendo di consegnarla direttamente ai genitori, rimettendo a loro la decisione di consegnarla ai figli (i quali plausibilmente ne condivideranno i contenuti con i compagni a scuola...), mentre i rimanenti comuni stanno decidendo di consegnare l’agenda scolastica direttamente agli allievi di quinta elementare, come d’abitudine. Si sta quindi venendo a creare una situazione disomogenea tra comuni, per quasi 3’000 allievi di quinta elementare, e tra gli allievi delle classi dei comuni che consegnano le agende ai genitori, dove ognuno deciderà per sé”.

Ecco allora l’importanza – secondo la Conferenza cantonale dei genitori – di mettere a disposizione il testo e offrire a tutti la possibilità di fare i compiti, sfogliando virtualmente l’agenda per capire se e in che modo possa essere utile condividerla coi propri figli.

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