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Prestazioni sociali, sul piano informativo si farà di più

Il governo sulla mozione del Ps riguardante gli aventi diritto che non chiedono gli aiuti: ‘Potenzieremo la comunicazione‘. Durisch: ‘Soddisfatti a metà’

Obiettivo: contrastare povertà e precarietà
(Ti-Press)
25 agosto 2023
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Conoscenza e richiesta degli aiuti legati alla politica familiare e sociale in Ticino: sul piano della comunicazione l’ente pubblico può fare di più. “La lacuna non sta tanto sulle prestazioni a disposizione, quanto piuttosto sull’accesso all’informazione”. Informazione che “può essere potenziata ulteriormente con un approccio proattivo”. Lo afferma il governo esprimendosi, all’attenzione del Gran Consiglio, sulla mozione inoltrata nell’ottobre del 2021 dal gruppo socialista. Primi firmatari Ivo Durisch e Danilo Forini, l’atto parlamentare sollecita il Consiglio di Stato a definire “una precisa strategia” per contrastare “il fenomeno” degli aventi diritto che non ricorrono alle prestazioni sociali erogate dal Cantone e arginare così “povertà” e “precarietà”. La mancata fruizione degli aiuti pubblici da parte delle persone con le carte comunque in regola per beneficiarne è da ricondurre a più fattori. L’ignorare l’esistenza di questa o quella prestazione e il provare vergogna nel chiederla sono alcuni dei motivi.

‘Consulenza da rafforzare’

Ebbene, il governo riconosce il fenomeno denunciato dalla mozione socialista. E invita pertanto il Gran Consiglio “ad accogliere il principio di rafforzare l’informazione e la consulenza sul diritto alle prestazioni sociali”. Nel contempo chiede al parlamento di respingere la proposta, avanzata sempre dal Ps, “di esplicitare” nella legge “il principio generico di lotta” al citato fenomeno. Ciò perché una simile norma rischierebbe “di avere un carattere unicamente declamatorio se non accompagnata da iniziative puntuali, regolari e concrete volte a contrastare il fenomeno sul terreno”. E in tal senso l’Esecutivo è intenzionato ad “approfondire alcune possibili risposte sul terreno al fenomeno, migliorando l’attuale offerta di informazione”. Che “risulta già particolarmente estesa”. Sì, perché non poco è stato fatto in questi anni sul fronte della comunicazione in merito ai principali aiuti cantonali. Ripam (questione sussidi di cassa malati), prestazioni Laps (Legge sull’armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali) armonizzate, assegno parentale, complementari, assegni di studio, contributi per il mantenimento a domicilio: nel rapporto sulla mozione il governo passa in rassegna “le azioni” sin qui intraprese, anche in collaborazione con associazioni varie, per migliorare l’informazione sugli aiuti e di riflesso l’accesso alle prestazioni per gli aventi diritto. Ma, come detto, si può e si vuole fare di più.

I progetti

“Per favorire una presa a carico informale dei potenziali utenti con difficoltà economiche e con una difficoltà a relazionarsi con le istituzioni”, il Consiglio di Stato intende “sperimentare sul territorio dei punti di accesso anonimi e a scopo orientativo, sulla falsariga di quanto fatto ad esempio a Friburgo con il progetto ‘Fribourg pour tous’ ”. Cosa che, aggiunge il governo nel rapporto, “permetterebbe di eliminare un ulteriore ostacolo nell’accesso alle prestazioni legato alla stigmatizzazione”. Una condizione per la realizzazione di un progetto del genere “è la capacità di una presa a carico complessiva delle problematiche della persona attraverso figure professionali competenti su diversi aspetti importanti, tra i quali la lotta all’indebitamento, una consulenza sull’alloggio, una presa a carico psicosociale e amministrativa”. E “una condizione di riuscita, a differenza del progetto friburghese, sarebbe quella di una decentralizzazione sul territorio”. Il Consiglio di Stato propone dunque “di avviare un progetto pilota, in coordinamento con la Città di Lugano e in collaborazione con un ente esterno già attivo sul territorio”. Sulla base dei risultati ottenuti, “sarà poi possibile valutare l’estensione di questo modello” nel cantone.

Lingua facile, campagne, formazione

Altre iniziative in atto e all’orizzonte. “Il mondo delle prestazioni sociali – premette l’Esecutivo – può risultare assai complesso e le informazioni di difficile interpretazione per i non addetti ai lavori. Alcune informazioni online sono ora disponibili in internet in lingua facile, pensando in particolare a un pubblico con difficoltà linguistiche o con difficoltà di lettura”. L’Amministrazione cantonale, indica il governo, “sta già implementando gli sforzi per migliorare l’accessibilità alle informazioni in lingua facile”.

E ancora. “La campagna di informazione fatta nel 2019 attraverso la collaborazione con l’Ente ospedaliero cantonale e con le levatrici per quanto riguarda l’assegno parentale, in futuro – sostiene il Consiglio di Stato – dovrà essere rinnovata costantemente ed estesa come informazione anche alle prestazioni cantonali Laps per le famiglie, come gli assegni familiari integrativi e gli assegni di prima infanzia: in questo modo le famiglie con potenziali difficoltà finanziarie potrebbero ricevere le importanti informazioni sui loro potenziali diritti attraverso un canale più informale e meno istituzionale”.

Capitolo formazione: quella, precisa il governo, degli “addetti predisposti per una prima accoglienza degli utenti (in particolare dunque i funzionari dei comuni e gli operatori sociali dei servizi pubblici e privati)”. Il tema “rientra in quello della formazione dei funzionari”. L’Istituto per la formazione continua “prevede già delle formazioni e sarà utile valutare un’eventuale implementazione di proposte formative specifiche”. A questo proposito, rammenta il Consiglio di Stato, “è stato avviato un importante progetto di formazione degli operatori a contatto con l’utenza finalizzato a migliorare la comunicazione e l’approccio al cittadino”.

Piccoli indipendenti e assistenza

Tra le richieste al governo formulate dal gruppo socialista nell’atto parlamentare, quella di “trovare delle soluzioni, per quanto riguarda l’assistenza, per i piccoli indipendenti” affinché non debbano chiudere la loro attività. “Di principio – ricorda l’Esecutivo – l’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (Dipartimento sanità e socialità, ndr) non permette di sostenere attività indipendenti a medio-lungo termine, conformemente alla Las (Legge sull’assistenza sociale, ndr) e alle linee guida della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (Csias). Tuttavia, alla luce del numero di indipendenti potenzialmente in aumento, la Sezione del sostegno sociale – fa sapere il governo – sta analizzando il tema dei beneficiari di prestazioni assistenziali con un reddito da attività indipendente, nel rispetto delle linee direttive Csias. In particolare è in corso un progetto pilota in collaborazione con altri Dipartimenti per offrire a questi beneficiari una consulenza finalizzata a valutare ed eventualmente a sviluppare l’attività indipendente così da rendere le persone indipendenti finanziariamente, nelle tempistiche definite dalla Las e dalle Csias, e come da principio di sussidiarietà”. La sperimentazione “è nella fase finale”, cui “seguirà una valutazione per definire le modalità future di accompagnamento dei beneficiari con attività indipendente”.

Il capogruppo socialista: ‘Ci sono però ancora aspetti da migliorare’

«Siamo soddisfatti a metà della presa di posizione dell’Esecutivo – dice alla ‘Regione’ il capogruppo socialista Ivo Durisch –. Il governo annuncia iniziative che giudico positivamente e che intraprenderà grazie anche alla nostra mozione. Ci sono però ancora aspetti da migliorare. Benché si sia sotto la media federale, non è ammissibile che in Ticino vi siano ancora minorenni in assistenza, ciò che rischia di pregiudicare il loro futuro. Serve pure una statistica periodica, con valutazione qualitativa, delle persone che non chiedono gli aiuti pur avendone diritto, perché sia poi il Cantone a informarle direttamente che possono beneficiarne. E questo indipendentemente dal tipo di prestazione sociale».

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