Ticino

Migranti, alla frontiera italo-svizzera +146% di ‘rintracci’

Riesplode l'emergenza, soprattutto tra Como e Chiasso. Nel capoluogo lariano il doppio delle persone ospitate rispetto all'anno scorso

La mente torna al 2017
(Archivio Ti-Press)
15 agosto 2023
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È un'emergenza inevitabile quella dei migranti a Como che per la legge dei vasi comunicanti si riflette sulla frontiera e quindi sul Canton Ticino.

A Como continuano ad arrivare migranti nella speranza (mal riposta) di riuscire a varcare il confine. La conferma arriva dal Ministero dell'interno italiano, che ha fornito i dati aggiornati a sabato 12 agosto. Il Viminale afferma che rispetto allo stesso periodo del 2022 i "rintracci" (fermi e identificazioni di migranti) al confine con la Svizzera, in primis il Canton Ticino, oltre che in misura minore Vallese e Grigioni, sono cresciuti del 146% (3'425 nel 2023 rispetto ai 1'425 nei primi sette mesi e mezzo dello scorso anno). Una crescita in percentuale di gran lunga superiore rispetto a quella della frontiera slovena che è del 57% (in termine assoluti la rotta balcanica propone numeri più alti: 4'850 ‘’rintracci‘’, contro i 3'008 del 2022). In calo del 15% alla frontiera austriaca (1'835) e del 9% a quella francese (962).

La rotta porta verso il Nord Europa

Dal Viminale arriva quindi la conferma che passa dalla Svizzera il cammino della speranza di chi scappa dal proprio Paese d'origine. Un cammino che non prevede quale capolinea il capoluogo lariano, bensì il Nord Europa. Lo si sa da sempre, non è quindi una novità. E Como, lo insegnano le emergenze che si sono succedute a iniziare dagli anni Novanta, con l'arrivo dei profughi libanesi, continua a essere nell'occhio del ciclone, così come succede anche in Canton Ticino, al Centro di Chiasso. Un'emergenza quella di questi ultimi mesi di cui si parla poco, in quanto si tende a nasconderla, lasciando che a occuparsene siano in pochi.

Ma che esiste però, e lo confermano i dati ufficiali, comunicati dalla Prefettura di Como, che riflettono gli sbarchi sulle coste italiane arrivati l'11 agosto scorso a quota 96'323 (31'857 nel 2021 e 44'951 lo scorso anno). Sbarchi che inevitabilmente si riflettono sul confine con la Svizzera. Attualmente in provincia di Como i migranti ospitati in strutture convenzionate sono oltre 1'100, un numero quasi doppio rispetto a quello dell'agosto dello scorso anno. Quanti siano gli invisibili non è dato a sapersi, ma che anche alla luce dei "rintracci" forniti dal Viminale, si possono stimare in un numero identico se non superiore rispetto a quello dei migranti regolari.

Preoccupa la situazione dei minori

A Como, comunque, il dato più allarmante continua a essere quello riferito ai minori non accompagnati, considerato che dall'inizio dell'anno a sabato scorso i "rintracci" al confine con il Canton Ticino sono stati oltre 800. Un numero molto elevato che sta mettendo a dura prova Como, considerato che il Comune a oggi ne ha in carico 270 (erano 190 alla fine dello scorso anno). Le difficoltà derivano dal fatto che mancano strutture in cui ospitarli e associazioni ed enti con cui progettare e gestire interventi di prima accoglienza.

Sia il bando del Comune di Como che quello della prefettura lariana sono andati a vuoto. Insomma, un'emergenza nell'emergenza, alla quale l'unica risposta (e non solo da ora) è quella che arriva da don Giusto Della Valle, parroco di Rebbio che da anni ha trasformato l'oratorio in un centro di accoglienza per minori respinti dalla Svizzera.

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