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Federali ’23, Ay: ‘Neutralità e sovranità, parole di sinistra’

Il Pc, oltre al suo segretario e alla deputata Lea Ferrari, svela il terzo nome per il Nazionale: l’ex socialista Mixaris Gerosa. E lancia la campagna

La lista comunista si chiamerà ‘No Ue, No Nato’
(Ti-Press)
28 giugno 2023
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Dopo aver detto ‘no grazie’ alle lusinghe del Ps, il Partito comunista marcia compatto verso le Elezioni federali di questo autunno e lo fa, appunto, «per la prima volta in cinquant’anni senza congiungere la nostra lista con quella del Ps» conferma il segretario del Pc Massimiliano Ay a colloquio con ‘laRegione’. Ma con la granitica convinzione che la strada sia la splendida solitudine «per rimarcare una posizione su neutralità e sovranità al parlamento federale». La lista, che si chiamerà ‘No Ue, No Nato’, è in via di formazione. Ma alcuni nomi sono già fissati. Agli ampiamente prevedibili Ay e Lea Ferrari, sua compagna di banco in Gran Consiglio, il terzo e più inaspettato nome ufficiale è quello di Mixaris Gerosa, già candidata nel 2015 al Consiglio nazionale per i socialisti e fuoriuscita recentemente proprio dal Ps.

Con ordine. Come vi state approcciando a queste federali?

Già alle scorse cantonali abbiamo posto la questione della neutralità fra le priorità, benché non fosse un tema di competenza cantonale. Siamo stati molto contestati a sinistra, però abbiamo visto che fra la popolazione c’era interesse per la nostra posizione e rispetto per il coraggio che abbiamo avuto nel mantenere questa linea nei periodi più caldi della guerra. Le cantonali sono andate bene e abbiamo deciso di mantenere questa linea, perché in una campagna per le federali si può parlare apertamente di dove collocare la Confederazione nello scacchiere internazionale. Il tema della neutralità e della sovranità nazionale, parole che a sinistra negli ultimi trent’anni fanno rizzare i capelli in testa, ci permettono di dare al partito non una nuova identità, perché il Partito del lavoro, di cui siamo eredi, già cinquant’anni fa li aveva nel programma, ma recuperarli perché negli ultimi decenni sono stati persi. A sinistra si sono lasciate praterie di consensi alla destra più nazionalista, noi vogliamo accettare la sfida di riallacciarci alla storia della sinistra popolare del Cantone. Questa è anche la diversità del Pc rispetto alla sinistra rossoverde, con la quale si può collaborare su diritti sociali e sindacali o per le Comunali, ma oggettivamente sul piano nazionale e internazionale si sta creando una spaccatura.

Ammetterà che c’è anche del vostro in questa spaccatura, a volte è mancata sia una chiarezza reciproca tra voi e l’area rossoverde, sia sulle vostre valutazioni in merito alla guerra in Ucraina. Come recepisce queste critiche che arrivano da sinistra?

Con preoccupazione, perché concetti come la lotta al militarismo, la pace, la stessa neutralità e l’antimperialismo sono parte del Dna della sinistra. Invece pare che il resto della sinistra si sia piegata a una visione atlantista del dibattito. Non hanno nemmeno cercato di capire quella che secondo me resta una posizione coerente del Pc, ad esempio sulle sanzioni e sull'esportazione di armi, con attacchi più pesanti di quelli che potevamo attenderci dalla destra. Siamo da sempre chiarissimi contro l’Ue e la Nato, non da ieri. La cosa che più infastidisce è che per le cantonali ci hanno chiuso la porta in faccia con parole pesanti come il darci dei ‘putiniani’. Così si mina il rapporto di fiducia, la nostra base ha recepito degli schiaffoni: l’unità del partito ha retto molto bene e quindi, quando sono tornati a bussare per queste federali, diversamente dagli altri anni abbiamo concluso che non ci sono più i presupposti.

Il profilo di Mixaris Gerosa come si colloca in questo disegno?

Conosciamo Mixaris da anni, la riteniamo una persona assolutamente valida e siamo molto lieti si sia messa a disposizione. La cosa che ci ha molto interessato del suo profilo è non solo l’opposizione a Ue e Nato, ma la sua grande esperienza sindacale, è stata membro della direzione cantonale di Unia e presidente della sezione Sottoceneri. Opporsi all'Ue significa infatti anche rivendicare la centralità del lavoro e la difesa del servizio pubblico. Anche la figura di Lea Ferrari caratterizza la lista, perché come agronoma insiste molto sulla questione della sovranità alimentare.

Quando si pensa a sovranità e indipendenza i riferimenti sono Meloni, Orban, Johnson… voi però avete la falce e martello nel simbolo. Come si giustifica?

Noi siamo coerenti mentre Meloni sostiene la Nato e Morisoli, capogruppo Udc in Gran Consiglio, sostiene le sanzioni alla Russia. Tutto oggi, anche la sua domanda, divide destra e sinistra per come abbiamo imparato a vederle negli ultimi trent’anni, ma oggi il contesto è nuovo: noi non guardiamo l’etichetta, ma l’interesse dei lavoratori in quanto classe e come uscire progressivamente dal capitalismo provando a costruire maggioranze, uscendo dalle nicchie. E non è solo una questione di momento storico, ma anche di temi: riteniamo ci siano praterie da conquistare tornando a parlare di priorità. Ad esempio sulla sovranità alimentare, preferisco dialogare coi contadini che producono e che curano il territorio piuttosto che con gli ambientalisti dei centri urbani che avranno buoni sentimenti ma concretamente seguono delle mode e basta. La neutralità per noi è inoltre sinonimo di indipendenza politica, energetica e alimentare. Per una Svizzera non autarchica, ma che diversificando i propri partner e mantenendo una posizione non allineata permette di fungere da base per il dialogo tra aree di un mondo che è evidentemente multipolare.

Non rischiate di perdere la vostra tradizione in una lista che avrà un altro nome?

La nostra identità comunista non la nasconderemo: il Pc in modo compatto metterà i suoi quadri e la sua esperienza a disposizione di un progetto di sinistra che difende la neutralità e mette al centro i diritti sociali.

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