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‘Voto elettronico, i tempi sono maturi per testarlo’

Il presidente di Pro Ticino ed ex cancelliere rilancia dopo la sperimentazione in tre cantoni. Il Servizio diritti politici: riattivato gruppo di lavoro

‘Porterebbe un risparmio al Cantone’
(Keystone)
21 giugno 2023
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Sul tema del voto elettronico in Ticino verrà riattivato uno specifico gruppo di lavoro. Il suo compito – fa sapere il Servizio dei diritti politici (Cancelleria dello Stato) del Cantone – sarà quello di “allestire un rapporto e preparare i prossimi passi”. L’obiettivo finale del progetto promosso dalla Confederazione, e attualmente in fase sperimentale in tre cantoni svizzero-tedeschi, è di permettere ai votanti di esprimere il proprio parere alle urne senza dover compilare le schede cartacee. A ribadire da anni la necessità di questo strumento sono diverse associazioni (anche ticinesi) di cittadini svizzeri all’estero, che lamentano ritardi e difficoltà con gli invii postali del materiale di voto. “Al momento in Svizzera ci troviamo ancora in una fase sperimentale, che durerà fino al 2025. Sarà necessario attendere il rapporto finale” della Confederazione “con approfondimenti anche dal profilo della sicurezza: non si tratta solo di avere un sistema sicuro e funzionale, ma di poterlo pure garantire nel tempo”, spiega il Servizio dei diritti politici, interpellato dalla ‘Regione’. Al momento la sperimentazione è in corso a Basilea Città, San Gallo e Turgovia, dove lo scorso fine settimana di chiamata alle urne oltre 4mila persone hanno espresso il loro voto attraverso il nuovo sistema. I tre Cantoni hanno ricevuto l’autorizzazione della Confederazione a riprendere i test sul voto elettronico nel marzo di quest’anno. Il progetto era infatti stato sospeso nel 2019, due anni dopo il suo avvio, a causa, ricorda Berna, di una falla nella sicurezza.

La base legale c’è già

Una sperimentazione sarebbe possibile anche in Ticino: “Durante la revisione della Legge sull’esercizio dei diritti politici, entrata in vigore nel 2019, si è discusso anche in merito al voto elettronico”, precisa il Servizio dei diritti politici. “Allora si era voluto introdurre una norma (l’articolo 24, ndr) per permettere, in futuro, una sperimentazione del voto elettronico pure in Ticino”. La decisione, quindi, è politica. Non sarà in ogni caso possibile, come invece auspicato dall’Organizzazione degli svizzeri all’estero (Ose) dopo il recente e-voting nei tre citati cantoni, introdurre la possibilità del voto elettronico per le elezioni federali del prossimo 22 ottobre. “Attualmente la sperimentazione – precisa il Servizio diretto da Stefano Reali – riguarda solo le votazioni e non ancora le elezioni”. Per poter sfruttare questa possibilità anche per appuntamenti elettorali sarebbe infatti necessaria un’autorizzazione speciale concessa dalla Confederazione. Il test che si sta già svolgendo nei tre cantoni, inoltre, al momento è rivolto solo agli svizzeri all’estero, con qualche eccezione a Basilea Città e San Gallo dove possono usufruirne anche un numero limitato di residenti.

Lavori ripresi dopo una verifica indipendente sulla sicurezza

I lavori di sperimentazione al sistema elaborato dalla Posta, come detto, sono stati sospesi nel 2019 quando era stata scoperta una falla nel programma informatico. Da allora la Posta – indica il Consiglio federale in una nota – ha proceduto a migliorie. “Ora abbiamo accordato l’autorizzazione di principio – precisa il governo federale – anche in considerazione dei risultati di una verifica indipendente commissionata dalla Cancelleria federale, i cui risultati sono stati pubblicati in marzo (di quest’anno, ndr). Siamo giunti alla conclusione che il sistema e le sue modalità d’esercizio sono stati migliorati al punto da rendere possibile l’impiego».

Gianella: ‘Permetterebbe anche di risparmiare’

Quello del voto elettronico è un tema caro all’ex cancelliere dello Stato Giampiero Gianella, presidente della Pro Ticino, associazione che, come ricorda il sito della stessa, promuove da un lato l’amicizia e il sostegno fra i ticinesi residenti fuori cantone e all’estero e dall’altro la cultura svizzero italiana. «Il test dello scorso fine settimana a Basilea Città, Turgovia e San Gallo è riuscito, stando a quanto hanno riferito i media, e questo lascia ben sperare – osserva Gianella, da noi contattato –. In questi anni come Pro Ticino ci siamo battuti a più riprese e anche pubblicamente per l’introduzione del voto elettronico. Lo abbiamo fatto – ricorda – quando il Consiglio federale, risolti alcuni problemi legati soprattutto alla sicurezza, aveva riattivato la sperimentazione. Avevamo quindi scritto al governo ticinese e alla deputazione alle Camere affinché anche il nostro Cantone chiedesse a Berna l’autorizzazione a partecipare alla sperimentazione. Sono tornato sull’argomento l’anno scorso durante l’assemblea a Lugano dei delegati, nel cui Consiglio rappresento la Pro Ticino, dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero presieduta da Filippo Lombardi. E ho ancora parlato a sostegno del voto elettronico poco più di un mese fa a Berna in occasione dell’assemblea della nostra associazione».

In Ticino, rileva Gianella, «abbiamo già peraltro la base legale sul voto elettronico: un articolo della Legge sull’esercizio dei diritti politici. Ritengo che i tempi siano maturi perché il Consiglio di Stato chieda al governo federale l’autorizzazione a sperimentare in Ticino il voto elettronico, e non solo per gli oggetti federali ma anche per quelli cantonali, considerato oltretutto che siamo uno dei pochissimi Cantoni che, con il voto per corrispondenza, riconosce ai ticinesi all’estero il diritto di partecipare a votazioni ed elezioni non solo federali, ma anche cantonali».

Il già cancelliere dello Stato e presidente di Pro Ticino non ha dubbi sui vantaggi del cosiddetto e-voting. «I ticinesi che risiedono fuori dei confini svizzeri si sentirebbero maggiormente coinvolti in qualità di elettori ed elettrici – sostiene Gianella –. Oggi tanti di loro non si registrano perché con ogni probabilità insoddisfatti della situazione odierna per quanto concerne il voto per corrispondenza: per colpa non tanto delle cancellerie cantonali e federali o della nostra Posta, quanto per i servizi postali dei Paesi in cui vivono questi nostri concittadini. In alcune nazioni il materiale di voto viene recapitato in ritardo e una volta compilato non è detto che rientri per tempo. Il voto elettronico risolverebbe una serie di problemi di natura organizzativa, stimolando i ticinesi che risiedono fuori dei confini nazionali a partecipare al voto. E il mio auspicio è che presto la possibilità di far capo al voto elettronico sia accordata a tutti gli elettori, residenti e non, e a tutti i livelli, quindi anche per oggetti comunali. Aggiungo che in un periodo di difficoltà finanziarie per il Cantone, l’introduzione del voto elettronico consentirebbe dei risparmi, dato che fra l’altro non vi sarebbero più spese postali da sostenere».

Padlina: ‘Temo tempi non brevi’

Sulle disfunzioni del voto per corrispondenza all’estero (ritardi nella ricezione e nel rientro in Svizzera di parte del materiale di voto) aveva fatto leva il ricorso presentato nel novembre 2019, dopo il ballottaggio per il Consiglio degli Stati, dall’avvocato Gianluca Padlina, all’epoca consigliere comunale del Ppd a Mendrisio, dallo scorso aprile deputato del Centro al Gran Consiglio. Padlina chiedeva ai giudici di accertare “l’irregolarità” della procedura preparatoria del turno di ballottaggio e, a titolo cautelativo, di decretare l’annullamento dei risultati delle urne e di ordinare al Consiglio di Stato una nuova votazione. Anche Padlina non ha dubbi: il voto elettronico «potrebbe agevolare senz’altro la partecipazione al voto dei cittadini svizzeri all’estero, ticinesi compresi dunque. E potrebbe aumentare la partecipazione in generale se anche i residenti avessero l’opportunità di utilizzare l’e-voting». Quanto alla sicurezza, «credo che si siano raggiunti standard che assai difficilmente possono essere bypassati e la dimostrazione l’abbiamo ad esempio con le criptovalute e le blockchain». Continua Padlina: «La nostra Amministrazione cantonale non ha però fin qui brillato sul fronte della informatizzazione delle procedure. Ho pertanto qualche dubbio che il voto elettronico possa arrivare in tempi brevi».

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