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Solvibilità dei candidati, dal 1° luglio la nuova norma di legge

Il governo ha fissato la data di entrata in vigore della disposizione che obbliga a presentare anche il documento sugli eventuali attestati carenza beni

Nuove regole per gli aspiranti municipali e consiglieri di Stato
(Ti-Press)
16 giugno 2023
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Dal rinnovo dei poteri comunali del 2024 gli elettori disporranno di un’importante informazione in più sugli aspiranti municipali: conosceranno pure la situazione debitoria dei candidati. Chi ambisce a una poltrona in un organo politico/istituzionale esecutivo in Ticino – il Consiglio di Stato o, appunto, il Municipio – dovrà infatti presentare non solo, come oggi, l’estratto del casellario giudiziale, che riporta eventuali condanne penali cresciute in giudicato, cioè definitive. Sarà tenuto a produrre anche “un documento ufficiale dal quale risultino il numero e l’importo totale degli eventuali attestati di carenza di beni”. È la disposizione varata dal Gran Consiglio in marzo, nell’ultima sessione della passata legislatura cantonale. Disposizione che non è stata impugnata tramite l’inoltro di ricorsi o il lancio di un referendum entro i termini di legge. Il governo nei giorni scorsi ha quindi stabilito la data in cui entrerà in vigore: avverrà a breve, il 1° luglio.

Le nuove regole nella legge sui diritti politici

La nuova norma è ancorata alla Legge sull’esercizio dei diritti politici. Della quale sono stati ritoccati alcuni articoli al capitolo riguardante la presentazione delle proposte di lista e di candidatura. Soprattutto, sono stati completati il terzo capoverso dell’articolo 47, quello sulle “Candidature”, e il primo del 52, quello sulla “Pubblicazione delle liste e delle candidature”. Secondo il nuovo terzo capoverso dell’articolo 47, “Alla proposta devono essere uniti i seguenti documenti in originale: la dichiarazione di accettazione firmata dal candidato; l’estratto del casellario giudiziale nelle elezioni cantonali (...) e nell’elezione del Municipio (...); un documento ufficiale dal quale risultino il numero e l’importo totale degli eventuali attestati di carenza di beni nell’elezione del Consiglio di Stato e del Municipio, il regolamento disciplina i particolari”. Di seguito il nuovo primo capoverso del 52: “Le liste e le candidature definitive, i nomi dei proponenti, le eventuali iscrizioni figuranti nell’estratto del casellario giudiziale e il numero e l’importo totale degli attestati di carenza di beni sono pubblicati nel Foglio ufficiale o, nel caso di elezione comunale, all’albo comunale”.

Le regole sulla ‘trasparenza economica’ dei candidati scatteranno come detto il 1° luglio: verranno applicate per la prima volta alle elezioni comunali del prossimo anno e concerneranno i candidati ai municipi. Nel 2027, in occasione delle cantonali, gli interessati saranno invece gli aspiranti consiglieri di Stato. Avere degli attestati carenza beni non impedirà di candidarsi e pertanto di essere eletti. Stesso discorso, ora, se si possiede una fedina penale non proprio linda. Saranno gli elettori a valutare e decidere.

A sollevare la questione della solvibilità dei candidati agli organi esecutivi locali e al governo cantonale, ispirando la modifica della Legge sull’esercizio dei diritti politici, è stata un’iniziativa parlamentare depositata nel maggio del 2021 dall’allora deputato del Ppd/Centro Claudio Franscella e sottoscritta da altri venti granconsiglieri di più partiti. Per finire il plenum del parlamento ha optato, nella seduta del 14 marzo di quest’anno, per un controprogetto, proposto nel rapporto commissionale redatto del socialista Carlo Lepori.

Franscella: massima trasparenza, l’elettore saprà valutare

«Controprogetto frutto di un compromesso che come iniziativisti avevamo accettato», ricorda oggi Claudio Franscella, interpellato dalla ‘Regione’. «L’iter parlamentare che ha portato alla nuova norma non è stato facile. Il dossier è finito in aula due volte. Alla seconda con il controprogetto e senza un rapporto di minoranza. Il Gran Consiglio, con una netta maggioranza, ha così introdotto l’obbligo, per candidati e candidate al Consiglio di Stato e ai municipi, di presentare, assieme all’estratto del casellario giudiziale, un documento ufficiale da cui risultino solo il numero e l’importo complessivo degli eventuali attestati di carenza di beni. È una soluzione che, come avevo evidenziato durante il dibattito in parlamento, consente di mantenere una certa discrezionalità nei confronti dei creditori, che non preclude a priori alcuna candidatura e che soprattutto permette di far comprendere in anticipo all’elettorato l’eventuale posizione debitoria del candidato o della candidata e la sua gravità». Insomma, il Gran Consiglio, «ha capito l’obiettivo della nuova disposizione di legge, che è quello di garantire la massima trasparenza, nell’ambito del processo elettorale, nei confronti dei cittadini, cosa assolutamente necessaria perché la loro fiducia nelle istituzioni possa aumentare, riportandoli alle urne, considerato il calo della partecipazione al voto. E la trasparenza passa anche dalla conoscenza della situazione economica del candidato, della sua solvibilità, a maggior ragione se quella persona mira a ricoprire una carica in un organo esecutivo». Continua Franscella: «Vista l’esperienza sin qui fatta con l’estratto del casellario giudiziale, gli elettori saranno in grado di valutare se un attestato carenza beni sia o meno un incidente di percorso. Se poi nel documento non figurerà nulla, tanto meglio». Il dover produrre anche questo documento potrebbe disincentivare le candidature? «No, non penso proprio – sostiene Franscella –. Alle ultime elezioni cantonali il numero di candidati era molto alto, nonostante l’obbligo di presentare l’estratto del casellario giudiziale».

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