Ticino

‘Coltelli tra i giovani, bisogna adottare nuove misure’

È quanto sostiene un'interpellanza del deputato Udc Tiziano Galeazzi. ‘Anche la scuola deve dare il suo contributo’

(Ti-Press)
26 aprile 2023
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“Arriveremo ad avere scuole con metal detector?”. È quanto chiede, un po’ provocatoriamente, un’interpellanza presentata dal deputato dell’Udc Tiziano Galeazzi e sottoscritta anche dai colleghi Paolo Pamini e Roberta Soldati. “Negli ultimi mesi sono aumentati casi di violenze e minacce nelle scuole ticinesi, così come fuori dagli istituti scolastici. Un fenomeno che preoccupa sempre più. Non solo le famiglie, ma anche la politica”, si legge nell’atto parlamentare come motivazione dell’interesse pubblico e dell’urgenza, elementi necessari per un’interpellanza. “Servono misure che vadano oltre a quelle fino a oggi utilizzate”, scrivono i deputati democentristi, che al Consiglio di Stato chiedono se il Dipartimento dell’educazione cultura e sport (Decs) abbia un piano di sensibilizzazione rivolto agli studenti adattabile alla situazione in evoluzione. “Non passa settimana – si legge nell’atto parlamentare – senza che sui media vengano segnalati sempre più casi di adolescenti coinvolti in risse e pestaggi, con ogni genere di attrezzo. Tra questi le armi bianche, come i coltelli. Notizie di ragazzini delle scuole medie con in tasca un coltello all’interno degli istituti, o nelle loro vicinanze, si susseguono in modo incalzante”.


Tra gli esempi citati da Galeazzi il recente accoltellamento alle scuole medie 2 di Bellinzona, quando una ragazza di 15 anni ha pugnalato allo stomaco un 17enne con un coltello da cucina. “Se da una parte la responsabilità dell’educazione è della famiglia, dall’altra anche la scuola dovrebbe dare il suo contributo. Visto che a quest’età gli allievi trascorrono la propria giornata in un’aula scolastica”. Proprio per questo motivo “sarebbe importante provvedere subito a delle misure incisive da parte del Decs nei confronti delle Direzioni scolastiche e del corpo insegnanti”. E proprio in questo senso è articolata una serie di domande. All’esecutivo cantonale si chiede che tipo di misure vengano prese verso gli allievi trovati in possesso di un’arma e quale sia il coinvolgimento dei genitori.

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