Cantonali '23, i verdetti: bene Udc e partitini, male la Lega

Entrano in Gran Consiglio Avanti, Verdi Liberali e Helvethica. Il partito di via Monte Boglia perde 4 seggi, l'Udc a +2, limitano i danni Ps e Verdi

Nuova giornata di spoglio. Dopo quelli per il Consiglio di Stato al vaglio i voti per i candidati del Gran Consiglio nei 106 Comuni ticinesi.

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Lega, uno schianto reboante: ‘Ci lecchiamo le ferite’

 

«È sicuramente una botta dolorosa. Ora ci lecchiamo le ferite». L’umore della vicecapogruppo della Lega in Gran Consiglio e portavoce del movimento Sabrina Aldi è diametralmente opposto a quello di domenica. Dopo l’entusiasmo per la riconferma dei due consiglieri di Stato uscenti Norman Gobbi e Claudio Zali in governo, il giorno successivo è invece palpabile la sua delusione di fronte ai risultati elettorali per il Gran Consiglio, dove il tonfo è di quelli reboanti: - 4 seggi. A livello cantonale il calo di consensi si attesta a -4,91%, mentre nella storica roccaforte di Lugano il dislivello della caduta è addirittura di -5,45%. E così nella prossima legislatura la Lega dovrà lavorare con 14 granconsiglieri, dopo essere già scesa quattro anni fa da 22 a 18. «Da domani dobbiamo rimboccarci le maniche e metterci all’opera, ma soprattutto modificare qualcosa perché questo risultato è da interpretare come un chiaro messaggio da parte del nostro elettorato. C’è qualcosa che non va e che dobbiamo cambiare marcia. Probabilmente la Lega istituzionale non piace più», considera Aldi. Il movimento di via Monte Boglia dovrebbe forse tornare sulle barricate nelle piazze, come auspica il consigliere nazionale Lorenzo Quadri? «Credo che innanzitutto dobbiamo tornare a fare più opposizione in Gran Consiglio. Abbiamo assunto delle posizioni filogovernative che sono state paganti per l’esecutivo, ma non per il parlamento. E questo appiattimento verso le posizioni governative non ha giovato alla Lega». Ciò significa anche andare contro i vostri due consiglieri di Stato? «Assolutamente sì», risponde Aldi, ma sui temi non entra nei dettagli: «Valuteremo i vari messaggi che arriveranno sul nostro tavolo e faremo delle discussioni e delle riflessioni approfondite di volta in volta».

 

Serve magari anche cambiare narrazione, puntare meno su proclami relativi ad argmenti che non riuscite a controllare, come quello dell’aumento dei lavoratori frontalieri? «Sono tutte discussioni che dovremo affrontare nei prossimi giorni», risponde Aldi, ammettendo poi che qualche scontento possa essere stato attratto da Avanti con Ticino&Lavoro, come dimostrano i dati di panachage. Un’erosione che però va sicuramente anche in favore dell’Udc, che dal canto suo ha conquistato due seggi in parlamento. Temete un giorno di essere fagocitati dai democentristi? «È chiaro che il risultato va preso molto seriamente, anche in quest’ottica – afferma Aldi –. Dire che non ho paura sarebbe da sprovveduta». Come dichiarato più volte anche nel corso della giornata di domenica da entrambi gli schieramenti, l’alleanza Lega-Udc in vista delle elezioni federali non è però in discussione. Prima di arrivarci, però, bisogna affrontare il nodo delle elezioni suppletive per il posto lasciato vuoto al Consiglio degli Stati da Marina Carobbio. Che fare? «Non spetta al gruppo parlamentare decidere, ma al governo. E dovrà farlo a breve tempo. La legge da questo punto di vista è piuttosto chiara e bisognerebbe procedere con le suppletive. Ma vedremo cosa succederà».

 

Udc: ‘Premiati da un'opposizione costruttiva’

 

Entusiasta per la nuova composizione del parlamento è invece il presidente cantonale dell’Udce e consigliere nazionale Piero Marchesi, che ha presto dimenticato l’amarezza di non essere riuscito a conquistare un posto in governo: «Sono molto contento del risultato per il Gran Consiglio – un +3,5% che fa passare i seggi da 7 a 9 – perché attesta che il partito continua a crescere e che il popolo vuole più Udc in parlamento. Anche se c‘è un po’ di rammarico per non aver conquistato il decimo seggio che ci è sfuggito per poco». A castigare i democentristi, osserva Marchesi, «è stata ad esempio Bellinzona. Però apprezzo in modo particolare la crescita che abbiamo avuto nelle valli, nelle zone periferiche. In alcuni comuni abbiamo addirittura triplicato i voti e le schede. In un Canton Ticino dove è molto difficile cambiare certe dinamiche, questa avanzata è un grande successo». A cosa sono dovuti questi risultati? «Innanzitutto all’impegno e alla costanza dell’Udc nell’affrontare vari temi – risponde Marchesi –. Una volta parlavamo solo di frontalieri, immigrazione, politica di asilo. Oggi invece parliamo anche di scuola, di finanza, di sanità, di socialità. Insomma di tutti i temi che toccano la vita dei cittadini. E lo facciamo in modo preparato e competente». La via tracciata dal partito, secondo il presidente Udc, è quella giusta: «Facciamo e continueremo a fare opposizione. Laddove serve dura senza guardare al colore dei dipartimenti. Ma anche proponendo delle soluzioni per rispondere ai bisogni dei ticinesi. D’altronde abbiamo vinto tutte le ultime sei votazioni popolari e questo dimostra che stiamo lavorando bene».

 

Sulla provenienza dei nuovi elettori dell’Udc – rubati alla Lega? ai liberali? – Marchesi non si sbilancia: «Bisognerà analizzare i dati nel dettaglio». Alla domanda invece se Avanti con Ticino&Lavoro rappresenti un temibile concorrente, la replica è no: «Non credo che ci abbiano rubato molti elettori, probabilmente ne hanno sottratti di più alla Lega. Questa nuova formazione ha un’impostazione comunque piuttosto di sinistra e non la vedo come nostra diretta concorrente, seppure si focalizzi su temi importanti e che ci stanno a cuore. Noi siamo pronti a collaborare con tutti, anche con Avanti su soluzioni che possano portare a risolvere i problemi dei ticinesi. Ma credo che sullo scacchiere politico siamo posizionati in modo molto diverso. Noi siamo un partito di destra, con una chiara impostazione liberale in economia e conservatrice nei valori», puntualizza il presidente Udc.

 

In ottica elezioni federali, che spinta vi dà questo risultato, qual è il vostro obiettivo? «È sempre lo stesso – dice Marchesi –, ovvero rafforzare l’area. Lo abbiamo già fatto guadagnando un seggio agli Stati col presidente nazionale dell’Udc Marco Chiesa, purtroppo però è stato perso quello della leghista Roberta Pantani alla Camera del popolo. Ma ora l’occasione è sicuramente buona per cercare di riconquistare il seggio al Nazionale e avere più rappresentanza di destra a Berna. Poi in favore di chi, se della Lega o dell’Udc, lo diranno i ticinesi». Per quanto riguarda le suppletive, Marchesi non ha dubbi, vanno fatte: «In uno Stato di diritto, se la legge dice che bisogna votare, non si può disquisire se è giusto rispettare la legge o meno. Bisogna votare. Se non si è contenti della legge la si modifica. E soprattutto se si vuole cercare di accelerare questo processo, bisogna togliere il divieto di votare a luglio e agosto vigente in Canton Ticino e che è anacronistico». In questo senso l’Udc qualche mese fa ha depositato una proposta in Gran Consiglio per poter andare alle urne in estate: «Così si potrebbe rispettare la legge e fare in modo che il Ticino non rimanga sprovvisto di un rappresentante agli Stati. Ma indipendentemente dal fatto che si vada a votare per le federali poco dopo, non si può giocare con la democrazia e lasciare un seggio vuoto. Questo significherebbe dire che non è fondamentale, mentre invece credo che un seggio su due agli Stati sia assolutamente importante».

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Alessandro Speziali: ‘Dovremo renderci maggiormente riconoscibili’

«La dose di autocritica che vogliamo darci è forte. Guarderemo tutto, faremo autocritica su tutto e non cerchiamo scuse». Non ha usato mezze misure il presidente del Plr Alessandro Speziali nel commentare il risultato che ha visto i liberali radicali perdere due seggi in Gran Consiglio, ma restare comunque il primo partito con 21 rappresentanti. «È stato un fine settimana che ci lascia delusi. L’obiettivo era quello di migliorare la nostra presenza in parlamento e invece perdiamo due deputati, Il secondo per poche schede, anche se abbiamo avuto il candidato più votato sia in governo che in parlamento». Per le analisi approfondite ci sarà tempo, ma quali possono essere i motivi di questo risultato? «Penso che c’è stata una dispersione di voti, verso scheda senza intestazione e l’astensione. Alcuni – ha ammesso Speziali – sono probabilmente finiti nelle nuove formazioni, come i Verdi liberali».

 

‘Dobbiamo saper scegliere le priorità’

Metabolizzata la delusione, la necessità è ora quella di trovare delle soluzioni. «Dovremo riuscire a essere maggiormente identificabili, soprattutto in uno scenario politico che sarà ancora più frastagliato». Come? «Scegliendo delle priorità, e puntando su quelle. Non dobbiamo avere solo uno sguardo rivolto al futuro lontano, ma anche cercare soluzioni per i problemi più urgenti che si respirano sul territorio». Uno su tutti: «La spesa sanitaria. Senza rinunciare ai nostri ‘cavalli di battaglia’ come i posti di lavoro e l’istruzione».

 

‘Siamo almeno riusciti a fermare l’emorragia verso destra’

Una notizia positiva all’arretramento di 1,57 punti percentuali il presidente del Plr però la trova: «Siamo riusciti a fermare l’emorragia verso destra, che è stato un problema per anni e anni». Emorragia fermata perché l’area di centro destra è andata indietro? «Questo non so dirlo. Sicuramente il nostro profilo si è chiarito e nei prossimi tempi dovremo rafforzare le nostre posizioni assolutamente». Chi invece potrebbe aver approfittato di voti in arrivo dal Partito liberale radicale è Avanti, il movimento di Amalia Mirante. Chiediamo a Speziali, sono i radicali scontenti delle scelte politiche degli ultimi anni? «Immagino che alcuni possano aver scelto Avanti. Può darsi. Va anche detto che tanti radicali si sono detti soddisfatti da quello che stiamo facendo per la scuola pubblica e le energie rinnovabili. La perdita in percentuale è infatti dell’1,5% circa. E i radicali sono sicuramente molti di più di quel numero. Non possiamo quindi parlare di ‘fuggi fuggi’ e non si può parlare di una ‘erre’ che se ne va».

 

‘Abbiamo scelto una campagna diversa, non catastrofista’

Ma che campagna è stata? «Abbiamo scelto di prendere una posizione diversa, cercando di lanciare anche messaggi positivi. Siamo un cantone dove regna il pessimismo e volevamo portare un’analisi oggettiva, ma propositiva. Sicuramente prendere un’altra posizione più ondivaga ci avrebbe penalizzati».

 

La proposta di sbarramento non è opportunismo politico’

Tema della frammentazione. «Siamo consapevoli che quando lo scenario si frammenta i partiti più grandi fanno fatica. Noi stiamo anche portando avanti un rinnovo del partito. È un processo lento che richiede del tempo ma siamo sicuri che se seguiremo questo percorso con coerenza i risultati arriveranno». La vostra proposta d’introdurre una soglia di sbarramento non è un segnale di debolezza? «L’atto parlamentare è arrivato da parte di alcuni deputati. Non vuole essere un’esclusione dei piccoli partiti o un tentativo d’imbavagliare, ma qualcosa che ci porta a discutere sul funzionamento del sistema. È una misura naturale nei sistemi proporzionali, e in altri cantoni c’è già. Anche con una soglia piuttosto alta». Il riferimento è a Ginevra, che permette l’accesso al legislativo solo alle forze politiche che raggiungono almeno il 7% dei consensi. «Il rischio è di avere un parlamento troppo frastagliato. Penso che da parte degli altri partiti ci sarà disponibilità a discutere l’idea. Il nostro non è un ragionamento di opportunismo politico, ma di sistema».

23:18
HelvEthica Ticino: ‘Il popolo ha dimostrato di essere con noi’

«I fucili e i forconi li mettiamo via, perché il popolo ha dimostrato di essere con noi e ci ha dato la possibilità di entrare in parlamento e fare politica in modo democratico». Il dottor Werner Nussbaumer torna sulla provocazione con la quale aveva avviato la campagna elettorale di HelvEthica Ticino, e ora che gli elettori gli hanno assicurato due seggi prolunga la ‘tregua armata’. Ma occhio: «È chiaro che se questo non fosse più possibile saremmo obbligati a impugnare altre armi, perché come dico sempre, la prima cosa che abbiamo è la libertà». Provocazioni a parte, il 74enne Nussbaumer è felice per il risultato, anche se al momento non risulta tra gli eletti: i candidati sono stati iscritti a due diversi circondari – Sopraceneri e Sottoceneri – senza valutare le possibili conseguenze, sicché ora i prescelti risultano l’altro medico Roberto Ostinelli (7’557 preferenze) e la docente e traduttrice Maria Pia Ambrosetti (3’839), visibilmente emozionata per l’inattesa – e in un certo senso involontaria – elezione. Nussbaumer, secondo dopo Ostinelli nel Sottoceneri, resta fuori dal Gran Consiglio nonostante i suoi 6’912 voti.

Però gli va bene anche così, mentre nella saletta d’un grotto di Bedano festeggia la vittoria insieme a una cinquantina di giubilanti sostenitori del movimento nato dalle proteste contro la legge Covid: c’è chi esclama «siamo stati grandi» e «abbiamo riportato l’etica nella politica», chi paventa conseguenze fatali per i vaccinati e allude a oscuri gruppi su Telegram, chi si lamenta dello strapotere dell’Organizzazione mondiale della sanità, chi semplicemente chiede dov’è il vino. Sono gentilissimi, ma non ci stanno ad essere trattati come complottisti: Maria Pia Ambrosetti ribadisce che «sono solo etichette. Noi siamo aperti a tutto, ci informiamo e combattiamo il pensiero unico. Purtroppo i media mainstream non informano molto bene». In parlamento promette di battersi anzitutto «per la scuola, per difendere la libertà d’insegnamento e l’homeschooling».

Salute ‘individuale e collettiva’

L’altro medico e ora granconsigliere Roberto Ostinelli – già sanzionato dall’Ordine per le sue esternazioni sulla pandemia – ribadisce invece l’impegno per la salute, «sia individuale che collettiva». Nel primo caso intende attivarsi per potenziare la medicina preventiva, sostenere «una struttura sanitaria che abbia un approccio psicofisico» e introdurre «un nuovo modello assicurativo». La salute collettiva invece «passa anche dal lavoro, visto che gli studi mostrano come una larga maggioranza della popolazione oltre i 45-50 anni sia insoddisfatta dell’ambiente lavorativo in cui si trova». A questo si aggiungerebbe in Ticino la questione frontalieri: «Non che sia colpa loro, ma il cantone deve favorire il residente – incentivando la sua assunzione anche attraverso misure fiscali – per evitare il dumping» e altre dinamiche negative. Nussbaumer concorda: sul tema «la Lega ha perso perché ha sempre fatto tanto bla-bla e non ha mai tirato assieme niente».

Più vicina è semmai l’Udc, già compagna di diverse battaglie per contestare vaccini e mascherine: «Ad esempio con l’onorevole Paolo Pamini abbiamo collaborato in diverse cose e porteremo avanti alcune discussioni a livello parlamentare», nota Ostinelli. Quindi HelvEthica si siederà a destra? Sia lui che Nussbaumer invitano a non semplificare. Secondo quest’ultimo «per quanto concerne le libertà, sicuramente gli Udc sono gli unici a difenderla ancora, ad esempio quando si parla di neutralità e guerra in Russia. Se esser libero vuol dire essere di destra e schiavo essere di sinistra, allora sono subito di destra. Ma sui temi sociali possiamo andare d’accordo anche con la sinistra». Vada come vada, secondo lui «abbiamo perso la libertà, nonostante mai come in questi anni il popolo abbia manifestato e protestato contro le privazioni. Dobbiamo fare attenzione perché oggi è il Covid, domani chi non mangia i grilli, dopodomani inventeranno un’altra malattia per tenere la gente sotto controllo».

Teorie antiscientifiche

Il movimento ha posizioni No Vax, ma non solo: invoca la ‘vera’ neutralità svizzera, dice no alle sanzioni contro la Russia e ai “programmi di indottrinamento gender”, al 5G, alla “geoingegneria” (le scie chimiche) e al consenso scientifico sul cambiamento climatico. Sostiene invece – citiamo dal programma – le “terapie energetiche (biorisonanza, medicina quantica, terapie anti-aging)”. 

A chi li accusa di affidarsi a teorie infondate – va precisato che in effetti, dai vaccini alle terapie alternative passando per il 5G, la ricerca e la comunità scientifica smentiscono categoricamente le posizioni sposate da HelvEthica – Nussbaumer risponde che «sono loro a non essere scientifici, a prendere misure tipo mascherine e lockdown senza nessunissima base scientifica», e che dopo quanto capitato con la pandemia bisognerebbe «uscire dall’Oms, un centro di potere che nessuno ha mai votato, un po’ come non bisogna avvicinarsi alla Nato». Quando gli si fa presente che non si tratta esattamente di temi di competenza cantonale, la risposta è che comunque «si può chiedere al governo di fare delle petizioni a Berna».

Nei prossimi giorni sapremo se sarà in qualche modo possibile un ‘ripescaggio’ di Nussbaumer al posto di Ambrosetti: le autorità cantonali parevano piuttosto disorientate dall’idea che alcuni candidati potessero ritrovarsi in una situazione del genere.

22:48

Quasi un terzo del Gran Consiglio parla bellinzonese

Il distretto e l’Alto Ticino guadagnano un altro seggio e vanno a 28. Ne perdono uno Plr, Lega e Mps, ne guadagnano due il Ps e uno a testa Udc e Avanti

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22:38
Dadò: ‘Mentre gli altri arretrano noi diventiamo secondo partito’

«Siamo il secondo partito del cantone. È un dato importante che certifica il bel lavoro che abbiamo fatto. La strada è quella giusta». È un Fiorenzo Dadò decisamente soddisfatto quello che analizza il risultato del Centro. Il ‘suo’ partito ha infatti mantenuto 16 rappresentanti in Gran Consiglio, con le previsioni che per buona parte del pomeriggio lo davano in crescita di uno (o due) seggi. «E non è affatto scontato, visto il terremoto che c’è stato per gli altri partiti di governo e la grande frammentazione, con l’entrata in parlamento di diverse nuove forze». Lega (-4), Plr (-2) e Ps (-1) sono infatti tutti arretrati. «Socialisti che sono meno numerosi di noi anche se consideriamo il loro numero sommato a quelli dei Verdi», ci tiene a precisare Dadò. Alla chiusura dei seggi il Centro ha raccolto il 17,46% dei voti, con una leggerissima flessione (-0,18%) rispetto a quattro anni fa. Un arretramento quasi insignificante. «L’obiettivo per noi era chiaro: confermarci in parlamento e portare il nostro Consigliere di Stato a una solida rielezione. Ci siamo riusciti in entrambi i casi».

Non ha influito sul risultato nemmeno il recente cambio di nome, con l’addio alla (ormai storica) sigla di ‘Partito popolare democratico’. «È stato un passo avanti verso il futuro che ha anche smentito eventuali timori di una perdita di identità». Per Dadò quello di ottenuto resta in ogni caso un punto di partenza. «Abbiamo lanciato un nuovo progetto politico a livello nazionale. Vogliamo porci come forza di coesione all’interno dello scenario politico del paese. Riuscire a unire gli opposti e le posizioni più estreme è un esercizio che va in favore dei cittadini». Coesione che passa anche dal stringere alleanze, ad esempio con il Partito liberale radicale? «Ora è sicuramente prematuro parlarne. Ma trovare delle convergenze può essere un esercizio utile per tutti. Negli ultimi quattro anni ci abbiamo provato, peccato che dall’altra parte non c’è stata volontà di ascoltare». E se dal fronte liberale la strada sembra chiusa, potrebbe aprirsi un nuovo canale di comunicazione con Avanti e Ticino e Lavoro, il movimento che ha fatto il suo ingresso nel legislativo con tre deputati. «Stanno portando avanti dei temi, come quelli legati al lavoro, che sentiamo come vicini alla nostra visione politica», afferma il presidente cantonale del Centro. «Con Amalia Mirante i rapporti sono amichevoli già di per sé. Penso quindi che delle intese puntuali si potranno trovare, se poi si arriveranno alleanze sarà da vedere».

Frammentazione che, come detto, è stato tra i risultati più importanti di questa tornata elettorale. Sono tre le nuove forze politiche che inizieranno per la prima volta una legislatura cantonale: Verdi liberali, Helvetica, e Avanti con Ticino e Lavoro. Un ‘fenomeno’, quello della crescita costante del numero di partiti, che secondo alcuni potrebbe mettere in difficoltà e rallentare i lavori parlamentari. Da qui la proposta Plr, formulato nelle scorse settimane, di introdurre una soglia di sbarramento al 4% per il Gran Consiglio. «Dalla mia esperienza ci vorranno alcuni mesi per assestare la situazione a livello di lavori parlamentari e capire davvero come funziona la ‘macchina’. Per quanto riguarda la proposta del Plr – ha aggiunto Dadò –, penso che una soglia di sbarramento fine a sé stessa non abbia molto senso. È un tema complesso perché riguarda la rappresentanza della popolazione e va a toccare la legge elettorale. Dev’essere una discussione generale».

22:12
Il movimento di Amalia Mirante entra in Gran Consiglio: ‘È solo l’inizio’

«Questo è solo l’inizio». Amalia Mirante è euforica: i risultati conseguiti dal suo movimento Avanti con Ticino & Lavoro in questa prima partecipazione alle elezioni cantonali (3 seggi conquistati in Gran Consiglio e una performance personale eccellente nelle votazioni per il Consiglio di Stato) sono evidentemente un motivo più che valido per una tale espressione di gioia. «Tutte le persone che compongono il movimento hanno dimostrato in questi mesi di avere qualcosa da dire. Per quanto mi riguarda, ho tratto un sacco di forza da questi novanta candidati: abbiamo fatto una campagna meravigliosa. Credo che ora si possa costruire qualcosa di davvero importante». La domanda sorge spontanea: ma da chi è composto questo movimento che, a conti fatti, si è rivelato la grande sorpresa di queste elezioni? «La nostra composizione è un po’ particolare – sostiene Mirante –, tutte persone che arrivano con delle sensibilità differenti. Persone che si sono unite però con un unico intento: quello di occuparsi del mercato del lavoro, dei cittadini che faticano a rientrare nel mercato del lavoro, degli apprendisti. Credo che i nostri voti arrivino da chi ritiene la questione del lavoro una priorità». In effetti Avanti si è profilato molto sul tema del lavoro, diventato quasi un “mantra” durante tutta la campagna. «Per noi è chiaro che questa deve essere la priorità del prossimo quadriennio. Abbiamo detto che vogliamo 10mila nuovi posti di lavoro in Ticino. Posti di lavoro nel privato e anche all’interno dell’Amministrazione federale, perché pure noi siamo in Svizzera. Vogliamo per il Ticino posti di lavoro competenti, che richiedono determinate qualifiche ma che offrono al contempo stipendi dignitosi per i residenti». Un miscuglio di primanostrismo economico con qualche reminiscenza pentastellata? «Probabilmente ci sono dei punti in comune con il Movimento 5 Stelle – conferma Mirante –. Per esempio l’idea di una consultazione continua con la base per noi sarebbe molto importante. Se non siamo ancora riusciti a integrare maggiormente le persone nelle discussioni è perché siamo nati pochi mesi fa. Vediamo come i partiti storici abbiano preso troppo potere nel tempo in termini di nomine, di posti di lavoro, di decisioni. Siamo convinti che debba anche essere messa in discussione la regola che dice che nei Consigli di amministrazione delle aziende pubbliche e parapubbliche si accede in base a una quota partitica. A oggi ci sono tante persone capaci che senza un’etichetta di partito non possono ricoprire certi ruoli. Questo è il momento di superare un tale paradigma. Se sia o meno un concetto da 5 Stelle non lo so, ma è un concetto che ci rappresenta».

Tra proposte, frammentazione e il ritorno ‘coi piedi per terra’

«La perequazione finanziaria – continua l’economista e docente Supsi – è un altro tema molto importante che abbiamo sollevato durante la campagna ma che finora non ha trovato un grande riscontro in Canton Ticino. Stiamo parlando di possibili 400 o 500 milioni in più di perequazione che vorrebbero dire tutta un’altra progettualità che ci consentirebbe di mettere in atto diverse misure che possono andare a sostegno del settore privato». Un altro cavallo di battaglia di Amalia Mirante riguarda la possibilità di introdurre una serie di indicatori che diano una valutazione positiva delle aziende che offrono salari adeguati o che assumono apprendisti al termine della formazione, «indicatori che consentano di rispettare gli accordi bilaterali». L’entrata di Avanti in parlamento verrà dunque accompagnata da tante proposte… «Attenzione, le nostre idee non sono risolutive: sono delle piste per un confronto con le altre forze politiche. Se dovranno essere rimesse in discussione per fare emergere delle soluzioni migliori, ben venga». Discussioni, facciamo presente a Mirante, che avverranno in un parlamento sempre più frammentato. «La frammentazione viene vista come un pericolo per chi il potere lo detiene e vorrebbe andare avanti in questo modo. Credo invece che l’eterogeneità possa essere un grande stimolo affinché i partiti tradizionali si impegnino nella ricerca delle migliori soluzioni per il Cantone». Da dove iniziare, quindi? «È tutto andato così veloce per noi e anche, sinceramente, in modo inaspettato. Per cui la prima cosa da fare è tornare con i piedi per terra: poi cominceremo a lavorare».

22:09
Eletta anche Tessa Prati, copresidente della sezione Ps di Lugano

Lugano, Foletti: ‘Il calo della Lega me l'aspettavo’

Il sindaco legge i risultati: ‘Tre cavalli trainanti non erano più in lista. Dovremo parlare con l'Udc’. Elette tre Ps tra le quali Zanini Barzaghi

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22:00
Pronzini: ‘Per noi l’importante è esserci’

«Noi siamo in Parlamento non per creare delle maggioranze, ma per far da cassa di risonanza a tutti quei problemi e quelle battaglie ai quali la classe politica odierna non è in grado di rispondere o non vuole farsi carico. L’importante per noi è esserci. Già nel 2019 avevamo ottenuto, separando i nostri voti da quelli del Pop, cifre simili al dato odierno. Quindi per noi il risultato va bene». Commenta così Matteo Pronzini la discesa dell’Mps da tre a due seggi in Gran Consiglio. Diverso invece il pensiero per quanto concerne le altre forze politiche di sinistra: «Già un anno fa avevamo detto al Ps, in vista delle elezioni dove già allora tirava vento verso destra, di fare una lista unica. Ma non ci hanno ascoltato. Oggi si raccolgono i frutti di tali decisioni». E per la frammentazione del Parlamento? «Bisogna stare attenti alle parole e al loro significato perché se ci soffermiamo sullo spettro politico abbiamo 12 seggi di sinistra contro 78 seggi attributi a partiti di destra. Parlare di frammentazione non è altro che uno specchietto per le allodole, per distrarre e non dire che in realtà i numeri per decidere a destra li hanno».

21:54

Badaracco: ‘Dobbiamo focalizzarci sull'aumentare le percentuali’

Il vicesindaco di Lugano, ha espresso la sua opinione sul futuro del Partito liberale radicale in vista delle elezioni comunali

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21:53
Ivo Durisch, riconfermato ma da solo

Ivo Durisch: ‘I nodi sono i temi, come territorio e lavoro’

Il gran consigliere Ps del Mendrisiotto, rieletto, confida nel sostegno dei colleghi della regione. ‘In passato le battaglie sono state trasversali’

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21:53
Andrea Rigamonti

Plr Mendrisiotto, Rigamonti e Ponti affiancano Quadranti

Il Distretto, con un solo uscente, conferma i suoi tre seggi in Gran Consiglio. Il più votato è il vicesindaco di Vacallo

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21:26
Pierluigi Pasi

Balzo avanti dell'Udc nel Mendrisiotto, eletto Pierluigi Pasi

Il presidente sezionale conquista un seggio a Bellinzona. ‘Un risultato molto importante iniziato con le ultime Federali’

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21:22

Il Locarnese e le sue valli perdono due unità in parlamento

I seggi in meno sono del Plr e del Centro. Le reazioni di vincitori e vinti.

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21:09
Tamara Merlo: ‘Un Gran Consiglio più frammentato potrebbe essere una buona notizia’

Soddisfatta è anche Tamara Merlo, di Più Donne. «Il nostro obiettivo era quello di rimanere in Gran Consiglio, abbiamo confermato i due seggi e c’è dunque veramente molta soddisfazione. I temi che porteremo avanti sono quelli della scorsa legislatura: cercheremo quindi di fare in modo che nella discussione in Gran Consiglio tutte le declinazioni del tema della parità siano prese in considerazione e portate ai primi posti dell’agenda politica. Il lavoro, la violenza domestica, gli abusi sessuali in generale e la conciliabilità lavoro-famiglia sono temi che purtroppo non hanno trovato soluzione negli ultimi quattro anni, e anzi per certi versi il divario tra ricchi e poveri è ancora aumentato, e tra i poveri ci sono sempre le donne, in particolare le madri sole. Abbiamo sempre collaborato con tutte le forze politiche, indipendentemente dal fatto che siano di destra o di sinistra, che hanno fatto proposte nel senso della parità, trovandoci allineate a volte anche con la destra come nel caso degli sgravi fiscali per le famiglie contro la sinistra che li contrastava. Noi sosteniamo le proposte verso la parità e presentiamo le nostre cercando un consenso il più possibile ampio. Il fatto che il Gran Consiglio sia ora più frammentato potrebbe essere un aiuto: più teste che pensano in modo autonomo, con meno diktat di partito potrebbe essere una buona notizia per il Paese».

21:02
Beretta Piccoli: ‘Contentissima del risultato’

Quella di oggi è sicuramente una giornata che sorride ai Verdi Liberali che, grazie anche all’importante spinta dei votanti Luganesi, sono riusciti a ottenere due seggi in Gran Consiglio. «Sono contentissima per questo risultato – dice la neo eletta Sara Beretta Piccoli, a cui ‘laRegione’ ha chiesto un commento a caldo subito dopo la proclamazione dei dati definitivi –. Ho già presieduto in Parlamento e so quanto lavoro c’è dietro e quanto una squadra possa facilitare e dar maggior peso. Quando, dopo i voti di Lugano, abbiamo saputo che avremmo ottenuto due seggi mi sono rallegrata. È comunque un risultato che mi aspettavo». Osservando la situazione nel complesso, dove i grandi partiti perdono consensi mentre i più piccoli guadagnano terreno, come valutano i Verdi Liberali questa frammentazione del Parlamento? «Come semplice espressione del volere popolare nonché un’opportunità, per chi vuole mettersi a disposizione per il bene comune, di poterlo fare. Per me è un buon segnale». Un eccessivo sbriciolamento dell’emiciclo però si traduce anche, se si è un partito o movimento con pochi numeri, in un’impossibilità nel poter partecipare ai lavori commissionali. Bisogna cercare quindi delle alleanze. I Verdi Liberali si stanno già quindi guardando attorno? «Come gruppo non ci siamo ancora confrontati. Sicuramente questo è un discorso che faremo anche perché, senza i giusti numeri, si rischia di rimanere sguarniti nelle Commissioni. Posso quindi dire che sì, faremo delle alleanze ma non posso per il momento dire con chi». Per quanto invece riguarda i temi da portare in Gran Consiglio, Sara Beretta Piccoli non ha dubbi: «La questione energetica in primis. È una tematica importante e che va affrontata al più presto. Poi altri temi che mi stanno molto a cuore sono il lavoro e i trasporti». E per finire come vede la “luganese doc” Beretta Piccoli la “disfatta” della Lega proprio a Lugano? «L’avevo preventivato. Un po’ perché stanno iniziando a non avere più dei politici trascinatori, un po’ perché la gente sta iniziando ad accorgersi che questo piede in due scarpe – ovvero un po’ partito d’opposizione e un po’ partito di governo – non porta grandi risultati».

21:01
C’è da festeggiare

Andrea Sanvido ‘Sono esterrefatto’

Il giovane leghista è tra i nuovi eletti in Gran consiglio

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21:00
Daniele Caverzasio, il secondo più votato sulla lista

Nel Mendrisiotto la Lega perde un seggio, ‘Dobbiamo riflettere’

Daniele Caverzasio e Stefano Tonini confermano la poltrona a Bellinzona. Fuori Massimiliano Robbiani

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20:42
Massimiliano Ay (Partito Comunista): Soddisfatti del risultato pieno, ha pagato la nostra chiarezza

Mantiene i propri seggi, ed è in lieve crescita il Partito Comunista: «Siamo molto soddisfatti, l’obiettivo era quello di consolidare i due seggi», commenta il segretario Massimiliano Ay. «Il secondo seggio quattro anni fa è stato un po’ “regalato” con i resti, questa volta abbiamo avuto un netto aumento di schede e quindi è un risultato pieno che ci soddisfa molto». Cosa ha pagato, della campagna elettorale, rispetto alle altre forze della sinistra, nel cui ambito siete l’unico partito a rimanere stabile? «Credo che abbia pagato la chiarezza e la coerenza delle nostre posizioni anche quando queste erano, diciamo, contestate da altri soggetti della sinistra che hanno tentato di isolarci e non ce l’hanno fatta». Quale sarà, dunque l’atteggiamento del Partito Comunista nei confronti degli altri partiti della sinistra e in generale delle altre forze politiche? «Noi manteniamo la nostra linea che ci ha portato a questa vittoria, cioè un’opposizione che è sempre stata molto propositiva e capace di costruire alleanze con chiunque presenti temi condivisi, senza guardare a chi li propone. È chiaro il fatto che ci sia una sconfitta del resto della sinistra, che chiaramente non ci fa piacere, ma la nostra cultura politica è questa e non la cambieremo adesso».

20:40
Fonio tra Passalia (a sin.) e Dadò

Da Chiasso al Ticino: Giorgio Fonio fa il pieno di voti

Il gran consigliere del Centro si riconferma e conquista il Cantone. ‘Un risultato emozionante’

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19:54
19:52

Cantonali '23, i verdetti: bene Udc e partitini, male la Lega

Entrano in Gran Consiglio Avanti, Verdi Liberali e Helvethica. Il partito di via Monte Boglia perde 4 seggi, l'Udc a +2, limitano i danni Ps e Verdi

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19:50
Riget: ‘Un vento che soffia verso destra’È stata una giornata di passione quella vissuta oggi dal Partito socialista, con il profilarsi per ore di una disfatta (-2 seggi il Ps, -2 seggi i Verdi) che sul filo di lana si è tradotta in una sconfitta. Che fa male, ma che porta a tirare un sospiro di sollievo perché il rischio di andare a sbattere era davvero forte. «I risultati nei grandi centri come Lugano, Locarno e Bellinzona ci hanno permesso di relativizzare la perdita dei seggi – ci conferma la copresidente Laura Riget –, in un contesto dove vediamo tutti i partiti storici perdere chi più chi meno in favore di nuovi partiti e movimenti». Una frammentazione che «testimonia anche come viene percepita una certa distanza tra cittadinanza e politica istituzionale, quello di ieri è un voto interpretabile anche come di protesta, che nei prossimi giorni dovremo analizzare con molta attenzione». Sia come sia, di fianco al Ps c’è il segno meno. Un seggio che non compromette l’attuale presenza nelle commissioni del Gran Consiglio, ma che è un altro segnale preoccupante: «Penso che non siamo riusciti a comunicare efficacemente con l’elettorato nella sua interezza – sottolinea Riget –, all’interno della nostra base e del nostro partito abbiamo invece percepito entusiasmo e convinzione per questo progetto rossoverde, che secondo noi ha portato avanti le proposte giuste. Ma abbiamo davvero faticato a parlare fuori dalla nostra area». Frammentazione, certo. Ma frammentazione che, per di più, guarda sicuramente più verso destra che verso sinistra. E anche questo preoccupa Riget, dal momento che «ciò pone un problema sul funzionamento del Gran Consiglio, su cui andranno fatte delle riflessioni. Noi già dalla scorsa legislatura proponiamo che anche i partiti minori entrino a far parte delle commissioni, faciliterebbe il dibattito costruttivo e la ricerca di soluzioni». Un dibattito cui Ps e Verdi continueranno a partecipare a braccetto, anche se insieme perdono due seggi in Gran Consiglio. Il tema viene inserito dalla copresidente socialista in un discorso ben più ampio del singolo Ticino, perché «lo vediamo anche in altri cantoni e altri paesi che il vento soffia verso destra, soprattutto in un momento come questo, di grande incertezza, le persone cercano rifugio lì. E questo ci pone molti interrogativi su come comunicare meglio le nostre proposte. Il risultato di ieri – riprende Riget – è un ostacolo sulla strada intrapresa coi Verdi, ma non ci fa dubitare della scelta di costruire un’alleanza che non fosse meramente elettorale ma la base di un progetto politico a lungo termine». Però prima del lungo termine c’è il Comitato cantonale agendato dal Ps per mercoledì sera alla Casa del popolo di Bellinzona, dove verrà analizzato il voto e dove le discussioni non mancheranno. Ci sono timori che possa venire a mancare il sostegno che il ‘parlamentino’ e la base socialista hanno sempre dato – e massiccio – alla direzione nelle varie tappe che hanno portato a queste elezioni cantonali? Non sembra. «Dai riscontri avuti ieri e oggi si avverte certo delusione, perché il risultato non ha raggiunto le nostre aspettative, ma anche l’entusiasmo e la convinzione che quella intrapresa sia la strada giusta. Non dobbiamo farci demoralizzare – ribadisce Riget –. Spero che anche al Comitato cantonale la discussione sia approfondita, con l’autocritica necessaria, l’assunzione di responsabilità ma anche col sostegno dei nostri iscritti». La domanda è inevitabile. Progetto a lungo termine o meno, questa alleanza la copresidenza l’ha voluta fortemente. Come ha voluto con convinzione una lista con due esponenti socialisti, due ecologisti e uno della società civile. I risultati non hanno sorriso: le dimissioni sono un’ipotesi? «Fabrizio Sirica e io siamo pronti ad assumerci la responsabilità delle nostre scelte che però, come ricordato prima, sono sempre state sostenute dal partito. Se questa opzione verrà messa sul tavolo ne discuteremo e considereremo il da farsi». Anche perché alle elezioni federali mancano poco più di cinque mesi, che in politica può significare dieci minuti. Che prospettive ha questo progetto rossoverde? «Dobbiamo fare un’analisi approfondita di cosa non ha funzionato, e da queste elezioni la destra esce rafforzata. Non sono buone premesse per le federali – riconosce Riget –. Appunto per questo dovremo fare una campagna estremamente di presenza sul territorio, con candidature forti e rappresentative della società». E, va da sé, «dobbiamo fare sicuramente meglio di quanto fatto in queste cantonali».
19:48
Soddisfatto il municipale

Trionfo Udc, Galeazzi: ‘Buone prospettive per le Comunali’

I commenti a caldo del municipale democentrista sui risultati di Lugano: ‘Positività che fa ben sperare per il mantenimento del seggio in Municipio’

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19:21

A Bellinzona Plr primo ma in calo, stabile il Centro

Secondo il Centro che resta sostanzialmente stabile rispetto a quattro anni fa

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19:14

A Chiasso crolla la Lega: -8,04%

Tonfo della Lega dei Ticinesi a Chiasso: il partito passa dal 24,28% del 2019 al 16,24%. Plr primo al 27,29%

19:07
A Locarno primo il Plr davanti al Partito SocialistaA Locarno primo il Plr con il 22,7%, buona la prestazione della sinistra con il Partito socialista secondo con il 16,88% e i Verdi al 7,05%
19:01

A Mendrisio l'Udc sfiora il raddoppio dei voti, primo il Plr

I democentristi passano dal 5,15% del 2019 al 9,86% ai danni della Lega dei Ticinesi che perde oltre il 5%. In calo anche liberali e Centro, stabile il Ps

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18:44

E siamo a 100: scrutinio alle battute finali ma mancano dei "big"

Coldrerio è il 100° comune scrutinato. Mancano solo sei centri, quattro dei quali, ovvero Mendrisio, Chiasso, Locarno e soprattutto Bellinzona potrebbero con i loro risultati spostare gli equilibri attuali. 

18:22

A Lugano la Lega perde oltre il 5%, primo (in calo) il Plr

I liberali si affermano come primo partito con il 22,24%, il 2,01% in meno. L'Udc sale di quasi il 3,5%, buon risultato dei Verdi Liberali

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17:42

Riviera premia il Ppd

Riviera, patria del neo-rieletto consigliere di Stato Raffaele De Rosa, premia il Ppd che raggiunge quasi un terzo delle preferenze totali fermandosi al 31,09%. Secondo il Plr con il 19,22%

17:11

A Savosa e Castel San Pietro quasi 1 su 4 vota Il Centro

Savosa e Castel San Pietro vedono entrambi il Centro prevalere sul Plr, rispettivamente con il 24,01% del comune del Luganese e il 22,82% in quello momò

17:02

A Minusio stravince il Plr

Il Partito liberale radicale prima forza politica nel comune locarnese (con 81'512 voti). Segue il Ps (55'850), il Centro (50'343) e Lega (46'072).

 

16:50

A Tresa l'Udc è il secondo partito dietro il Plr

A Tresa, comune di cui è sindaco il presidente Udc Ticino Piero Marchesi, i democentristi sono la seconda forza con il 16,92% dietro il Plr al 21,36%.

16:47

A Gambarogno primo il Plr, la Lega dei Ticinesi perde quasi il 6%

A Gambarogno una situazione già vista in molti comuni: Plr in testa alle preferenze degli elettori con il 28,13, Lega dei Ticinesi in calo all'11,83, quasi il 6% in meon rispetto il 17,69% di quattro anni fa

16:39

Plr il più votato ad Arbedo-Castione

Ad Arbedo-Castione il Plr è il partito più votato con il 26,30% dei voti, staccando il Centro al 15,20%

16:35

A Riva San Vitale il Centro sorpassa la Lega

A Riva San Vitale un elettore su quattro ha votato per il Centro + Giovani del Centro, che raggiunge il 25,18% risultando il partito più votato davanti alla Lega dei Ticinesi con il 18,98%: da notare che il partito di Via Monte Boglia partiva dal 24,7% di quattro anni fa.

15:27

Balerna suddivisa fra liberali radicali e centristi

Entrambe le formazioni, Plr e Centro, al 20%. Poi socialisti (15%), Lega (12%) e Udc (11%).

15:25
15:10
A due terzi dall’inizio dello scrutinioCon Sant’Antonino, mancano solo 36 comuni ai dati definitivi
15:08

In Paradiso ci va il Plr

I liberali radicali per poco non agguantano il 30%. Secondi, al 15%, i leghisti. Poi socialisti, Udc e Centro, intorno al 10%.

14:44

Monteceneri, elettori per corrispondenza

Il 99,73% non si è presentato ai seggi e ha preferito per il voto la via alternativa. Vincono i liberali radicali (25%). Seguiti da Lega e Centro (20 e 18%). Socialisti e Udc fra il 9 e l'8%.

14:39
14:39

Nell'Alto Malcantone il Centro affiancato dai liberali radicali

Solo lo 0,32% issano l'ex Ppd al primo posto rispetto al Plr (20,24%). Ai socialisti il 13%, mentre il 10% a Udc e Lega. 

14:36

Cadempino, primo partito con il 30% circa il Plr

Gli altri lontani: Lega (18%), il Centro (15%), Udc (12%), socialisti (8,5%).

14:12

Acquarossa, il Plr contende il primato al Centro

Soli tre punti percentuali distanziano il Centro (23%) dal Plr. Alle loro spalle la Lega (15%) e i socialisti (11%). Udc quasi al 10%.

13:41

Lamone in chiave liberale radicale

Il Plr raccoglie il 23%, poi Lega (17%), Centro (16%) e Udc (11%). Socialisti sotto il 10%.

13:39

Faido, il Centro partito di maggioranza

Secondo, con il 20%, il Plr, staccato di venti punti percentuali. Fra il 13 e il 10%, Lega, socialisti e Udc.

13:36

Tornando al Luganese, Ponte Capriasca al 61% di partecipazione

Il Plr al 24%. Lega al 18% e socialisti al 15%. Quarto l'Udc con il 10%. Il Centro all'8,5%.

12:31

A Biasca vola l'Udc, giù la Lega

A Biasca vince il Plr con il 27,13% dei voti seguito dal Centro al 20.98, risultati sostanzialmente stabili rispetto al 2019. Ma la notizia è il netto successo dell'Udc che arriva vicino a raddoppiare la propria percentuale di voti passando dal 4,42% di quattro anni fa all'attuale 7.81, mentre inverso è il destino della Lega dei Ticinesi che passa dal 20,52% al 13,84% lasciando sul campo il 6,68%.

12:14
Comune numero 53, siamo a metàCentovalli segna il giro di boa della tornata elettorale per il Gran Consiglio
12:10

Gravesano, in due sopra il 20%

Plr e Lega rispettivamente al 27 e 24%. Poi Centro al 12%, Udc e socialisti all'8%.

12:04

Nel Locarnese Gordola fa guadagnare punti al Plr

Un punto percentuale in più rispetto al 2019 per il Partito liberale radicale che oltrepassa il 22%. Tre punti sotto il Centro, al 19%. Poi Lega al 16%, socialisti al 12% e Udc al 10%. 

12:01

A Pura la vince il Centro

Il partito del consigliere De Rosa arriva vicino al 20%. Al 17% il Plr, che distacca di un punto la Lega. Poi socialisti al 12% e Udc all'8%. 

11:58

Novazzano, in tre intorno al 20%

Centro (23%), Plr (22,59%) e Lega (19,24%). Udc fermo all'8% e socialisti al 9%.

11:48

A Magliaso tutti al voto ai seggi? No, solo un dato errato

I risultati pubblicati sul sito ufficiale per il comune malcantonese riportano uno zero alla voce ‘Voto per corrispondenza’. Ma le cifre non sono corrette

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11:34

Cureglia, su tutti il Plr

La compagine di Christian Vitta supera il 27%. Dieci punti sotto il Centro. Poi Lega al 13%, Udc al 12% e sinistra al 10%. 

11:31

Astano, al 48% la partecipazione

Partiti compatti fra il 18% della sinistra e il 10% della Lega. Udc al 15%, 12% ai Verdi del Ticino, 11% al Plr. Solo 6% per il Centro.  

11:16

Il 40° comune scrutinato è Vacallo

Nel Comune momò hanno votato per corrispondenza oltre il 97%. Al Centro il 27%, sotto di due punti il Plr. Seguono Lega al 12% e sinistra all'11%. Udc sopra l'8%.

10:57

A Magliaso nessuno vota per corrispondenza?

Nel comune Plr primo con quasi il 23%. Il 16% al Centro. Poi Lega e Udc al 13%, e socialisti sotto il 12%.

10:54

Lumino, un passo avanti il Plr

Il Partito liberale radicale si avvicina al 30% e distanzia tutti. Poco sotto il 20% il Centro, al 13% i socialisti e Forum alternativo. Udc oltre il 9% e Lega all'8%. 

10:36
In attesa del ParlamentoUn Consiglio di Stato fotocopia delle urne del 2019 con il ritorno di una donna
10:33

Muralto, il Centro sfiora il 30%

Il Plr al 18%, Udc al 14% mentre socialisti e Lega, per poco, sopra l'11%.  

10:25

Con Brusino Arsizio siamo a 36 Comuni scrutinati (un terzo del cammino)

Plr primo partito a Brusino Arsizio (24,61%). Seguono i socialisti e Forum alternativo (21,05%) e il Centro (20%). Lega sopra il 14%, Udc sotto il 6%.

10:21
I primi datiIl dettaglio a 21 Comuni su 106 scrutinati
10:19

A Bodio ha votato per corrispondenza il 93%

Il Centro va oltre il 40%. Sinistra al 12%, mentre Lega e Plr al 10% circa. Per l'Udc poco più del 5%. 

10:17

Orselina, al 18% Plr, Udc e sinistra

Quarto partito il Centro, sopra il 10%. Lega solo al 6%.

10:13

Melide, il Plr sfonda il 30%

Alla sinistra, a Lega, Centro e Udc fra il 14 e il 10% circa. 

10:11

Bedigliora, partiti in ugual (o quasi) misura

Le maggiori formazioni partitiche comprese fra il 18% della Lega e il 12% di Udc, sinistra e Verdi del Ticino. Plr al 14% e il Centro al 17%.

09:52

E con Brissago sono trenta!

Tre decine di Comuni già scrutinate. Corrono veloci al Palasport di Bellinzona. Un Brissago che vede sul gradino più alto il Plr con il 30% dei voti di lista. Ben al di sotto Udc (17%), sinistra e Lega (12%) e il Centro (11%).

09:47

Ronco sopra Ascona, Plr e sinistra intorno al 20%

Dopo di loro Udc al 17% e Lega al 14%. Il Centro sotto l'8%.

09:40
Plr avanti a tuttiChristian Vitta vede il suo partito (per ora) al 23,73%
09:38

Con Pollegio siamo a un quarto dei Comuni scrutinati

La sinistra vince con il 27%. Segue il Centro (poco meno del 20%) e Lega (14%). Sotto il 12% il Plr, all'8,63% l'Udc.

09:35
Dopo una ventina di Comuni
09:34

Aranno alla sinistra

La compagine socialista agguanta il primo posto con il 22,28%. Davanti a Plr e Lega. Poi Centro e Udc.

09:33

Lavertezzo, la partecipazione sotto al 50%

I 368 votanti (su 739 iscritti) propendono fra Centro e Plr, entrambi intorno al 20%. Appaiati Udc e sinistra al 12%. Lega al 17,5%.

09:27
Il nuovo partitoPer Amalia Mirante i primi scrutini portano Avanti dal nulla a tre seggi
09:26

Chi ci guadagna per ora?

Dopo una ventina di Comuni scrutinati su 106 pare sorridere all'esito delle urne l'Udc e, in parte, il Centro. Meno seggi, attualmente, per Lega e sinistra.

09:23

Quinto premia il Plr

Il Partito liberale radicale si prende il 35%. Ben lontani, a meno della metà dei voti percentuali, la Lega e il Centro (16%). Poi Udc (10%) e socialisti (meno del 9%). 

09:09

Bedretto, l'Udc va oltre il 36%

Seminati nei voti il Centro e il Plr che si fermano al 17%. La Lega al 14%. La sinistra non raggiunge il 5%.

09:06

Cevio sta... al Centro

Il partito guidato da Fiorenzo Dadò sfiora il 28%. Segue il Plr (20,07%) e sinistra (13%). Lega e Udc intorno al 10%.

09:03

Muzzano si divide fra Lega e Plr

Al movimento di via Monte Boglia va il 23,41%, mentre ai liberali radicali il 22,92%. Ps, Gioventù socialista e Forum alternativo si prendono quasi il 14%, mentre il 10,92% l'Udc. Il Centro non arriva al 9%.

09:01

Grancia si tinge di azzurro

I colori de il Centro guadagnano il 32%. Lontani la Lega (24,62%) e il Plr (21,2%). Sotto il 6% l'Udc. 

08:58

A Dalpe partecipazione che rasenta l'80%

Plr e il Centro appaiati a circa il 28%. Terza forza partitica il Ps e compagni (10.62%). Lega dei Ticinesi intorno all'8%.

08:55

Morcote, il Plr si avvicina a un voto su due

Il Partito liberale radicale guadagna oltre il 40% dei consensi di lista. Ben distanziato l'Udc al 16% circa. A seguire Lega (11.79%) e sinistra (10.72%).

08:52

Ecco il primo Comune scrutinato: Miglieglia

Lega-Udc si prendono più del 27% dei voti di lista. Staccata la sinistra di oltre dieci punti. Poi Plr e Udc (14% circa). Il Centro sotto il 5%.

08:02

Le 8 in punto. Il Palasport di Bellinzona si rimette in moto con le operazioni di spoglio per definire chi siederà in Gran Consiglio per la legislatura 2023/27

07:44
Ti-PressSeconda giornata di scrutinio