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‘Alle Cantonali non c'è stata nessuna vera contesa’

Il politologo Oscar Mazzoleni: il tenore della campagna elettorale non ha favorito la partecipazione

Ha votato il 55,9 per cento degli aventi diritto
(Ti-Press)
3 aprile 2023
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Partecipazione al minimo storico: ha votato il 55,9 per cento degli aventi diritto. Rispetto alle ‘Cantonali’ del 2019, si scende di 3,4 punti. Si è addirittura ben al di sotto del precedente minimo storico: quel 58,7% del 2011. Per il direttore dell’Osservatorio della vita politica regionale dell’Università di Losanna Oscar Mazzoleni, uno dei motivi principali è da ricondurre al tenore della campagna elettorale in vista dell’appuntamento di questa domenica 2 aprile. «Non è stata caratterizzata da contese che avrebbero potuto favorire la mobilitazione e ciò ha avuto inevitabilmente un effetto sul tasso di partecipazione al voto, che è calato – rileva il politologo –. C’è poi un altro elemento da non trascurare».

Quale?

Il dato riguardante la scheda senza intestazione. Che è aumentato. La scheda senza intestazione è la cartina di tornasole di una partecipazione al voto per così dire slegata dai partiti e dalla politica in senso lato: è l’espressione di un voto che considera soprattutto la figura del candidato. Dunque, oltre a un calo della partecipazione vi è stato un aumento del ricorso dell’elettorato alla scheda senza intestazione. Questo dovrebbe farci riflettere molto se si vuole arginare l’astensionismo.

E allora come invertire la tendenza? Come riportare le persone al voto?

Non esiste una formula magica. I partiti si sono indeboliti, il loro radicamento sul territorio si è indebolito e quindi si è indebolita la loro capacità di mobilitare gli elettori. Ma sono diversi i fattori che spiegano l’astensionismo. Fra questi, il non sentirsi in grado di incidere sulle decisioni politiche perché ‘tanto i politici fanno quello che vogliono’. C’è anche l’individualismo, che riduce il senso del voto quale contributo alla comunità in cui si vive. Perché cresca la partecipazione, è fondamentale che aumenti il numero delle persone che sentono il dovere di andare a votare, a prescindere dal tema. Ma il senso del dovere lo si apprende o lo si dovrebbe apprendere anzitutto in famiglia, a scuola.

Insomma gli aperitivi elettorali non bastano?

L’aperitivo è l’elemento meno politico. Gli aperitivi sono un’occasione di socializzazione e sono diventati trasversali, con la partecipazione agli stessi di candidati di più partiti, di altri partiti. Cosa che in passato era inconcepibile.

Così come non basta avere un numero record di candidati, come stavolta.

Il dato di questa elezione conferma che non c’è un legame tra il numero di candidature e la partecipazione al voto. Non è il fatto di avere dei candidati popolari o particolarmente interessanti a indurre più persone a votare. Ci vuole anche qualcos’altro.

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