Ticino

Deduzione delle spese professionali, Berna ha una nuova proposta

In consultazione una regolamentazione con l'alternativa della deduzione forfetaria unitaria. Per il Consiglio di Stato problematica la libertà di scelta

(Ti-Press)
30 marzo 2023
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Non trova i favori del governo ticinese la proposta avanzata dal Consiglio federale per una nuova regolamentazione sulla deduzione fiscale delle spese professionali per chi esercita un’attività lucrativa dipendente. Proposta orientata alla deduzione di un importo forfetario unitario, ma che lascia anche la libertà di scelta di dedurre le spese effettivamente sostenute. Questa nuova regolamentazione a mente di Berna persegue tre obiettivi: essere il più neutrale possibile rispetto alle diverse forme di lavoro, semplificare la procedura e incidere il meno possibile sul gettito fiscale.

Le argomentazioni del Consiglio federale: i tre miglioramenti

La deduzione forfetaria unitaria – viene illustrato nel rapporto esplicativo del Consiglio federale – non richiede alcun giustificativo ed è concessa a tutte le persone che esercitano un’attività lucrativa dipendente, a prescindere dal luogo di lavoro. Questa introduce una semplificazione generale che riguarda allo stesso modo contribuenti e pubblica amministrazione e comporta anche un importante miglioramento sotto il profilo della neutralità fiscale rispetto alle varie forme di lavoro. Con l’introduzione di un importo forfetario unitario, che genererà un onere fiscale identico a parità di reddito e di condizioni, viene infatti meno il vincolo tra deduzioni e forma di lavoro.

In alternativa all’importo forfetario – si legge sempre nel rapporto federale – si potrà continuare a dedurre le spese effettivamente sostenute presentando i necessari giustificativi. Potranno inoltre essere dedotte le spese sostenute per il lavoro mobile o il lavoro a domicilio anche se il datore di lavoro mette a disposizione una postazione di lavoro.

Le ripercussioni finanziarie della nuova regolamentazione delle spese professionali dipenderanno dall’ammontare dell’importo forfetario unitario. Sulla base dei dati analizzati di tre Cantoni (Basilea-Campagna, Soletta e Berna), l’importo forfetario dovrebbe aggirarsi intorno ai 5'800 franchi per ottenere l’auspicato effetto di neutralità sul gettito dell’imposta federale diretta.

Le criticità rilevate dal governo ticinese

Nelle proprie osservazioni, il Consiglio di Stato afferma di accogliere positivamente gli sforzi del Consiglio federale per semplificare la procedura a vantaggio di contribuenti e pubblica amministrazione, tuttavia ritiene che la libertà di scelta rischi di inficiare tale fondamentale obiettivo. Per il governo ticinese, la massima semplificazione della procedura può essere raggiunta unicamente con l’introduzione di una deduzione forfetaria unitaria per tutti i lavoratori dipendenti, senza la possibilità di comprovare costi effettivi più elevati: solo così verrebbe eliminato l’onere di documentazione per i contribuenti e di controllo per la pubblica amministrazione. Anzi, in taluni casi con la proposta federale l’onere amministrativo potrebbe addirittura aggravarsi.

Per il Consiglio di Stato la soluzione presentata dal Consiglio federale non garantisce nemmeno una piena neutralità fiscale rispetto alle forme di lavoro. La possibilità di dedurre le spese effettivamente sostenute potrebbe nuovamente incidere sulle scelte dei contribuenti. Come il diritto vigente, anche la regolamentazione proposta dal Consiglio federale favorisce in linea di massima la scelta di fare il pendolare, in quanto soltanto in quel caso si possono far valere le spese di trasferta tra il domicilio e il luogo di lavoro come pure le spese supplementari per pasti fuori domicilio. Tale agevolazione risulta particolarmente significativa nel nostro Cantone, dove non esiste alcun tetto massimo di deduzione delle spese di trasporto. Per questo aspetto una deduzione forfetaria unitaria per tutti i lavoratori dipendenti sarebbe coerente con la politica ambientale perseguita dal Cantone volta a incentivare l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, conclude il Consiglio di Stato.

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