Ticino

Unitas, ‘i vertici non hanno adempiuto ai loro doveri’

È quanto emerge dall'audit presentato all'assemblea dell'associazione. Statuti rivisti ‘per evitare eccentramenti di potere’. Casgnola nuovo presidente.

(Ti Press)
25 marzo 2023
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Assenza di misure di prevenzione e mancanza di una posizione chiara da parte dei vertici di Unitas, l’Associazione per ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. Lacune che hanno permesso, per anni, a un alto dirigente di rendersi protagonista di molestie sessuali e mobbing nei confronti di dipendenti e utenti. È quanto emerso dall’audit realizzato dagli avvocati Raffaella Martinelli Peter e Stefano Fornara e presentato oggi all’assemblea straordinaria dell’associazione, riunita al mercato coperto di Giubiasco. Assemblea che ha anche votato il nuovo statuto e accolto un primo ricambio del comitato, con indicato dal Consiglio di Stato. «Non c’era un canale chiaro e accessibile per le segnalazioni. La difficoltà nel portare alla luce i casi di abusi è quindi evidente, specialmente perché queste riguardavano una figura importante all’interno dell’Associazione», ha affermato Martinelli Peter. «Un compito, quello di creare un canale sicuro e affidabile, che spettava ai vertici dell’Associazione».

‘Si è preso atto delle segnalazioni, ma non è stato fatto nulla’

Ma le critiche all’agire della dirigenza non si sono limitate alla prevenzione: «Non c'è stato un intervento nemmeno davanti a segnalazioni verbalizzate nel 2020. È vero, i segnalanti avevano chiesto di non andare oltre. Ma i vertici avrebbero potuto sensibilizzare e cercare di capire se il malessere fosse diffuso. Niente di tutto questo è stato fatto. Hanno preso atto delle segnalazioni senza fare nulla. Fornire prestazioni di qualità vuol dire rispettare la legge e quindi tutelare le persone. Anche qui Unitas non ha preso misure per proteggere utenti e personale dalle molestie. Non c’erano codici per la protezione della personalità. Non c’era prevenzione». Diciannove le segnalazioni analizzate dall’audit, con i casi sostanzialmente ammessi dall’alto dirigente. «C’è però stato in alcune circostanze un tentativo di banalizzazione, il voler sminuire i fatti e la tendenza a far ricadere i motivi del proprio agire alla cecità. Le segnalazioni sono però ritenute credibili dagli indizi e delle convergenze emerse durante le audizioni».

‘All'interno del comitato ci sono state reazioni diverse’

Ma chi sapeva all’interno del comitato? «Le reazioni dei vertici Unitas sono state molto diverse», ha continuato Fornara. «Tra i membri presenti e passati c’è chi si è detto molto sorpreso e chi invece ha affermato come tutti sapessero. Alcuni membri hanno detto di aver parlato e riferito alla persona interessata ma di non aver portato il tema in comitato. Un altro membro ha invece detto di non aver agito perché ‘non poteva credere fosse vero’». I due avvocati hanno anche ricordato l’obbligo per un datore di lavoro, previsto da codice civile e codice delle obbligazioni, di mettere in campo misure di prevenzione per evitare molestie sessuali o violazioni della personalità.


Ti-Press
L'ormai ex presidente di Unitas Mario Vicari

‘Non c'era separazione di competenze, l'ex dirigente era diventato intoccabile’

Criticità sono state riscontrate anche nella divisione dei compiti all’interno dell’Associazione. «Sono state evidenziate anche altre criticità, che abbiamo segnalato. Criticità che hanno fatto da sfondo a mobbing e molestie. E ne hanno favorito il loro perdurare negli anni», ha spiegato Fornara. Di cosa si tratta? «Assenza di un’adeguata governance, con separazione tra poteri e accumulo di cariche su una persona, divenuta ‘intoccabile’ nonostante il suo comportamento».

I soci: ‘Lo sapevamo noi, come poteva non saperlo il comitato?’

Ottantanove i soci presenti, che hanno potuto dire la loro e fare domande ai relatori dell’audit. «Apprezzo con amarezza il lavoro dei due avvocati. È come se mi avessero letto nel pensiero», ha affermato un membro dell’Associazione. «Sono entrata a far parte di Unitas nel 2016, già allora giravano queste voci. Possibile che fossero arrivate a me, che ero appena arrivata, e non a chi di dovere?», ha aggiunto un’altra socia. «Capisco la difficoltà delle vittime nel farsi avanti. Non c’era il modo per poterlo fare. Auspico che in futuro questo strumento ci sia». Alcuni interventi sono stati in difesa dell’ex dirigente. Parole che hanno acceso il dibattito obbligando il presidente del giorno Mauro Dell’Ambrogio a calmare più volte gli animi.

Uno statuto rivisto, ‘per evitare accentramento del potere’

L’Assemblea ha anche approvato la revisione dello statuto, una misura richiesta – come anche il rinnovo completo del comitato – dal Consiglio di Stato. Modifiche che mirano a impedire un eccessivo accentramento di potere e cariche su una sola persona. Elemento, come detto, tra le principali criticità evidenziate dall’audit. Resterà invece inserito, per volontà dell’assemblea, un principio importante: a sedere in comitato dovrà comunque essere una maggioranza di persone ipovedenti. «Unitas non è un’associazione per i ciechi, ma un’associazione dei ciechi», ha ricordato l’avvocato Luigi Mattei, incaricato da Unitas di seguire l’incarto e di coordinarsi con l’autorità cantonale. «Può apparire contraddittorio che a un comitato apparso sfiduciato sia richiesto di mettere mano ad atti decisivi», ha ammesso Mattei. «Le ragioni sono però di ordine pratico, agire diversamente avrebbe richiesto una procedura molto più lunga».

Fabio Casgnola nuovo presidente, fino al 2025

A lasciare è stato anche il presidente Mario Vicari, dimissionario insieme ad altri tre membri di comitato. Gli altri membri verranno sostituiti in occasione della prossima assemblea ordinaria del 27 maggio e tra i nuovi membri non saranno ammesse persone che hanno partecipato alla gestione di Unitas in passato. «Dopo sei anni di presidenza avrei voluto lasciare in una situazione diversa. Sono amareggiato. Porto però con me la consapevolezza di aver lavorato con un comitato che negli ultimi mesi difficili ha saputo tenere la barra dritta». Il suo posto verrà rilevato da Fabio Casgnola. Il suo mandato scadrà infatti nel 2025. «Conosco poco Unitas, i suoi collaboratori e la sua offerta», ha ammesso Casgnola. «Mi impegnerò per dare serenità e rilanciare questa importante associazione. La mia porta sarà sempre aperta».

Altra modifica importante: il rappresentante dello Stato all’interno del comitato verrà nominato direttamente dal Consiglio di Stato. In precedenza infatti l'ultima parola spettava a Unitas. A ricoprire questo ruolo sarà Franco Lazzarotto: «Cercherò di lavorare per la trasparenza, per il bene di Unitas».

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