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‘Gestione del personale, il Gran Consiglio dovrà occuparsene’

Così Agustoni. Biscossa: ‘Sezione risorse umane da scorporare dai Dipartimenti’. Caprara: ‘Ma il posizionamento organizzativo della Sru non c'entra’

Dopo l’audit sull’ex funzionario del Dss
(Ti-Press)
23 marzo 2023
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«Nei mesi scorsi, quindi indipendentemente dagli esiti dell’audit, i colleghi Jelmini, Fonio e Isabella hanno proposto con un’iniziativa parlamentare di assoggettare la Sru, la Sezione delle risorse umane, direttamente alla Cancelleria dello Stato. I colleghi – ricorda, interpellato dalla ‘Regione’, il capogruppo del Centro in Gran Consiglio Maurizio Agustoni – chiedono questo riposizionamento con l’obiettivo, cito, “di dare maggiore autonomia e soprattutto autorevolezza a questo servizio strategico fondamentale per un’organizzazione come lo Stato”. Comunque al di là della collocazione della Sru nell’Amministrazione cantonale, in futuro il Gran Consiglio dovrà approfondire, anche alla luce delle raccomandazioni dell’audit, quali cambiamenti adottare nella gestione del personale pubblico». Presentati l’altro ieri, i risultati dell’audit deciso e affidato dal parlamento allo studio legale ginevrino Troillet Meier Raetzo per fare totale chiarezza sulla vicenda dell’ex collaboratore del Dipartimento sanità e socialità condannato per coazione sessuale e violenza carnale sollevano dubbi e interrogativi anche sulla politica del personale in generale nell’Amministrazione.

Secondo la vicecapogruppo del Ps Anna Biscossa, «occorre senz’altro migliorare la gestione del personale e crediamo che un primo passo in questa direzione consista nello scorporare dai Dipartimenti la Sezione delle risorse umane. Stesso discorso, peraltro, per il Controllo cantonale delle finanze e l’Ufficio cantonale di statistica. Bisognerebbe creare una unità dei servizi centrali dove raggruppare la prima e i secondi». Sru, Controllo delle finanze e Ufficio di statistica «sono infatti chiamati a fornire le loro prestazioni a favore di tutta l’Amministrazione: pertanto non si capisce perché debbano essere assoggettate, anche solo amministrativamente, a questo o a quel Dipartimento». Non solo. Per Biscossa, «tutte le normative e direttive in vigore che concernono il personale, dello stato come del parastato, vanno applicate in maniera rigorosa, e non a piacimento. Mi riferisco fra l’altro alle disposizioni sulla parità, contro le molestie sessuali, il mobbing e il bossing, ma anche a quelle sulla fedeltà del dipendente alla funzione. Questo vuol dire anche formazione continua dei funzionari dirigenti e non. Significa anche verifica costante dell’applicazione corretta delle direttive. I dipendenti, poi, vanno ascoltati dai superiori e le loro lamentele e i loro suggerimenti valutati attentamente». Senza dimenticare l’aspetto salariale: «Se come cittadine e cittadini pretendiamo dall’Amministrazione pubblica dei servizi e delle prestazioni di qualità, allora bisogna riconoscere al personale anche stipendi, e pensioni, degni di questo nome».

Caprara: il posizionamento organizzativo della Sezione risorse umane non c’entra

Michele Guerra, coordinatore della ‘Finanze’, sottocommissione parlamentare della ‘Gestione’ che ha elaborato il mandato per l’auditor, è tra i deputati che si sono battuti per un audit esterno sul caso dell’ex dipendente del Dss. «Il nostro obiettivo era di fare chiarezza sino in fondo: ora, come prima cosa – sottolinea il granconsigliere della Lega – bisognerà applicare i correttivi proposti dall’audit». Aggiunge: «Una maggiore centralizzazione con una piena condivisione delle informazioni dei servizi legati al personale è sicuramente da considerare. Che poi lo spostamento della Sezione risorse umane fuori dal Dipartimento finanze ed economia, di quella del personale docente fuori dal Dipartimento educazione cultura e sport e di quella dello Ias, l’Istituto delle assicurazioni sociali, fuori dal Dipartimento sanità e socialità, sia la soluzione migliore, non ne sono certo. Probabilmente non è uno spostamento a rivoluzionare le cose, ma semmai una centralizzazione massiccia e messa in rete di tutte le informazioni, senza barriere e con obblighi ben precisi dati alla linea operativa. Ciò che nel caso del già funzionario del Dss è palesemente mancato. Fermo restando che l’obiettivo è che situazioni gravissime come quelle esaminate, non avvengano mai più».

La proposta targata Udc di risparmiare sui dipendenti dell’Amministrazione non rischia di incidere negativamente sulla gestione del personale? «No – risponde il deputato democentrista Paolo Pamini –. Il problema è da ricercare nei meccanismi di funzionamento e gestione delle risorse umane nel Cantone, che sarebbero da rivedere perché storicamente la Sezione adibita ha solo una funzione amministrativa». Per Pamini, di conseguenza, «quando ci sono dei problemi all’interno della linea, che può arrivare fino al rispettivo consigliere di Stato, non vengono gestiti in modo indipendente. Questo fa sì che in generale ci siano molte tensioni all’interno dell’Amministrazione. Lo vediamo anche nei tassi di assenza per malattia che in Ticino sono doppi rispetto a quelli delle amministrazioni pubbliche del resto della Svizzera». La soluzione? «Introducendo tecniche simili a quelle delle aziende – maggior trasparenza e feedback, obiettivi personali eccetera – scandali del genere sarebbero meno frequenti. E lo sarebbero pure le assenze per malattia, ciò che farebbe risparmiare intorno ai 18 milioni all’anno».

Sostiene, da noi contattato, il deputato liberale radicale, e membro della commissione parlamentare della Gestione, Bixio Caprara: «Premetto che si era stabilito di non commentare l’esito dell’audit proprio per evitare di sfruttare, ognuno ovviamente a modo suo, questa triste vicenda. Mi spiace constatare che il periodo pre-elettorale porti a esprimere commenti forzatamente parziali e fondamentalmente inutili. L’audit si riferisce a un caso di venti anni or sono con responsabilità individuali già sanzionate penalmente. Sono state presentate delle raccomandazioni, alcune delle quali già realtà, su cui la Gestione dovrà chinarsi nella prossima legislatura». Intanto c’è chi propone di scorporare la Sezione risorse umane dai Dipartimenti... «La gestione del personale – riprende il granconsigliere del Plr – è una responsabilità della linea, quindi del funzionario dirigente, non della Sru che funge da consulente. Mi auguro che in ogni Dipartimento si applichino i principi stabiliti nella nuova Lord (la Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti, ndr), in particolare con la definizione di obiettivi e la valutazione dei risultati per una cultura aziendale maggiormente orientata all’efficacia e all’efficienza del proprio agire. Il posizionamento organizzativo della Sru non c’entra nulla, né con il caso in discussione né con l’auspicio di dare all’Amministrazione cantonale adeguati strumenti di gestione».

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