Ticino

‘Dalla Gioventù Comunista un attacco fazioso e propagandistico’

L’Associazione degli insegnanti di storia esprime solidarietà al suo presidente. ‘A dare fastidio è l’approccio deontologico e scientificamente corretto’

(Ti-Press)
9 febbraio 2023
|

Una presa di posizione per esprimere "piena solidarietà al presidente Maurizio Binaghi, per l’indegno attacco alla sua persona e alla sua serietà professionale". È quanto ha voluto fare l’Associazione ticinese degli insegnanti di storia (Atis) dopo aver letto il comunicato della Gioventù comunista del 5 febbraio, intitolato "Stop alla propaganda liberal-atlantista in Tv e nelle scuole" dove Binaghi veniva criticato per un suo intervento televisivo in occasione della giornata della memoria. "L’Atis non ritiene né utile né opportuno rispondere puntualmente a ciascuna delle critiche rivolte dalla Gioventù Comunista al suo presidente Binaghi, né intende controbattere con gli stessi toni alla sterile e faziosa propaganda ideologica di cui è intriso il suddetto comunicato", si legge nella presa di posizione. "Ci limitiamo a constatare come gli attacchi di cui la nostra associazione è stata oggetto nei suoi vent’anni di attività siano sempre e solo giunti da gruppi politici o movimenti d’opinione a cui ha dato fastidio, come in questo caso, proprio l’approccio deontologicamente e scientificamente corretto di cui l’Atis si è da sempre fatta promotrice". L’invito rivolto alla Gioventù Comunista è quindi quello di "visionare gli interventi degli e delle storiche che sono intervenuti alla Giornata della memoria presso il Liceo cantonale di Lugano 1 lo scorso primo febbraio, interventi presto disponibili in versione integrale sul sito dell’Associazione, e li invita a giudicare con onestà intellettuale se si possa rimproverare a qualcuno degli ospiti imprecisioni storiografiche".

‘La stessa critica fatta dall’Udc nel 2020’

L’associazione dei docenti di storia afferma anche di aver preso atto "con non poca sorpresa di come anche la Gioventù Comunista ticinese abbia fatto propria (con due anni e mezzo di ritardo) la campagna promossa nel 2020 dai Giovani Udc denominata ‘Scuole libere’, che invitava gli studenti a ricorrere al metodo delatorio allo scopo di denunciare ai vertici del loro movimento i docenti di storia sospettati di propagandare idee politiche contrarie a quelle professate dal loro partito".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔