Ticino

Radar, un’altra interpellanza scottante diventa interrogazione

Alle domande poste da Passalia e Dadò (Centro) sull’aumento di controlli di velocità il governo risponderà in forma scritta. E tra diverso tempo.

‘Si vuole far cassetta?’
(Ti-Press)
8 febbraio 2023
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Per sapere se il numero dei controlli radar in Ticino è davvero aumentato dall’inizio dell’anno – magari allo scopo di ‘fare cassetta’ – bisognerà avere pazienza. L’Ufficio presidenziale (Up) del Gran Consiglio ha infatti trasformato l’interpellanza dei deputati del Centro Marco Passalia e Fiorenzo Dadò in interrogazione. Un cambiamento significativo: in questo modo il governo non dovrà rispondere oralmente alle domande poste dai granconsiglieri, ma lo farà per iscritto. Con conseguente dilatazione dei tempi. «Sono dispiaciuto perché da inizio anno abbiamo constatato un aumento sproporzionato dei controlli», commenta alla ‘Regione’ Passalia. A giustificare l’urgenza (criterio necessario per un’interpellanza, unitamente all’interesse pubblico) era, come si legge nel testo depositato, "la possibilità per l’attuale parlamento di avere delle risposte, e inoltrare eventuali atti parlamentari, prima che l’attuale legislazione finisca". Per Passalia la scelta ha quindi anche una motivazione politica: «È un peccato che anche in campagna elettorale non si voglia rispondere alle domande scomode».

Un procedimento visto anche con il caso Unitas

Una critica simile era stata sollevata, durante l’ultima seduta di gennaio del Gran Consiglio, da parte del leghista Massimiliano Robbiani sul caso Unitas. Anche in quella circostanza l’Ufficio presidenziale aveva trasformato l’interpellanza di Marco Noi (Verdi), che chiedeva chiarezza sui presunti casi di mobbing e abusi sessuali, in interrogazione. In quel caso, si era giustificato l’Up, non era stato riconosciuto il criterio dell’urgenza.

Già nel 2016 si chiedeva al governo di agire

La (fu) interpellanza sui controlli di velocità domanda, oltre al numero di controlli e al loro scopo, "quanto è stato preventivato dal Cantone sotto questa voce per il 2023?" e "se ci sono anche ragioni di budget (e relativo premio) da raggiungere per i poliziotti". L’atto parlamentare ha come base di partenza il rapporto commissionale – relatore il leghista Fabio Badasci – votato dal Gran Consiglio nella sessione del 18 aprile 2016. Tra i punti che il parlamento chiedeva al governo, figurano infatti: "L’arresto dell’ingiustificata tendenza di aumento dei controlli avuta negli ultimi anni" e "l’obbligo di segnalare le postazioni di radar mobili 200 metri prima".

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