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Caso Unitas, Mps e Noi (Verdi) tornano alla carica

Nuove interpellanze: ’Le risposte scritte del Consiglio di Stato sollevano altri interrogativi’

Dubbi da chiarire
(Ti-Press)
4 febbraio 2023
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C’è ancora posta per il Consiglio di Stato sulla vicenda Unitas. Verdi e Movimento per il socialismo tornano a interpellare il governo, dopo che quest’ultimo ha risposto la settimana scorsa in forma scritta – le precedenti interpellanze sullo scottante dossier erano state infatti trasformate in interrogazioni dall’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio – alle domande poste dall’Mps e dall’ecologista Marco Noi, il cui atto parlamentare era stato firmato anche da deputati del Centro, del Plr, della Lega, dell’Udc e di Più Donne. L’interpellanza bis di Noi si sofferma soprattutto sulla decisione del Consiglio di Stato, contenuta nella recente presa di posizione dell’Esecutivo sulle interrogazioni, di chiedere il ricambio totale del comitato dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. Una decisione, spiega il governo, "per rispondere alla preoccupazione delle vittime e alle aspettative dell’ente sussidiante (il Cantone, ndr), oltre a ripristinare un adeguato rapporto di fiducia". Sullo sfondo, i presunti casi di mobbing e molestie sessuali avvenuti (le segnalazioni si riferiscono al periodo 1994-2021) in seno a Unitas e riconducibili all’agire di un suo ex alto responsabile.

‘Preoccupano anche ostilità e rancore’

"Il dato rilevante – si afferma nella nuova interpellanza inoltrata da Noi – è che a differenza delle informazioni fornite con il comunicato governativo del 16 dicembre", le risposte dell’Esecutivo all’interrogazione dell’ecologista "fanno chiaramente emergere come le cosiddette ‘criticità di natura formale e organizzativa’ siano ritenute gravi al punto tale da non più permettere al Cantone quale ente sussidiante di nutrire fiducia nell’attuale comitato Unitas". Bene, ma non tutti i dubbi, secondo il parlamentare dei Verdi, sono dissipati, visto anche che il governo ha deciso di non rendere pubblico l’audit commissionato all’avvocata Raffaella Martinelli Peter per fare chiarezza sulla vicenda. Noi chiede quindi le motivazioni che hanno portato il Consiglio di Stato a porre quale condizione per l’erogazione dei sussidi il ricambio dell’intero comitato. Si chiede inoltre "quale sia la tempistica prevista per questo ricambio". A preoccupare il granconsigliere sono anche le "ostilità" e il "rancore" nei confronti delle persone che hanno portato alla luce i fatti. La domanda è quindi: "Cosa intende fare il governo per accompagnare l’Associazione e i suoi organi nella realizzazione delle misure imposte e tutelare le vittime da possibili ripercussioni?".

Stavolta firma anche il Ps

L’interpellanza bis, di cui è appunto primo firmatario Noi, è stata sottoscritta dai Verdi Claudia Crivelli Barella, Samantha Bourgoin, Matteo Buzzi e Andrea Stephani, da Fiorenzo Dadò del Centro, da Marco Bertoli del Plr, dai democentristi Tiziano Galeazzi e Roberta Soldati, da Tamara Merlo di Più Donne. E stavolta anche dal Ps, nella persona del parlamentare, nonché copresidente del partito, Fabrizio Sirica.

‘Una toccante lettera’

Molte le domande (in totale tredici) poste al Consiglio di Stato dal Movimento per il socialismo. Nella sua interpellanza bis – titolo: "Unitas: gli interrogativi sono ancora molti!" – Matteo Pronzini (primo firmatario), Simona Arigoni e Angelica Lepori osservano fra l’altro che dopo le risposte scritte del governo ai (primi) quesiti dello stesso Mps e dei Verdi, "il dibattito pubblico si è arricchito di altri impressionanti contributi", fra cui quello apparso oggi sulla ‘Regione’: "Una toccante lettera della capostruttura della biblioteca Unitas nella quale si ricorda che, a seguito di mobbing, una dipendente del servizio tiflologico (finanziato dall’ente cantonale) decise di togliersi la vita". Per i tre interpellanti "discuterne pubblicamente, sarebbe un’occasione per il parlamento per rendere omaggio al coraggio di questa donna e anche delle altre numerose vittime".

’Come spiega il governo la presa di posizione del Comitato?’

Anche le nuove domande dell’Mps traggono spunto dal contenuto delle risposte del governo, datate 25 gennaio, agli atti parlamentari sul dossier. "Tra i provvedimenti richiesti dal Consiglio di Stato a Unitas vi è l’aggiornamento dello statuto dell’associazione, il ripristino della figura del rappresentante dello Stato in seno al comitato, la valutazione del rapporto di impiego del direttore, il ricambio completo dei membri di comitato": da qui una serie di quesiti. Tra questi: "In cosa deve consistere l’aggiornamento dello statuto?". Quali le ragioni "che hanno spinto il Consiglio di Stato a rinunciare ad avere un proprio rappresentante nel comitato malgrado l’obbligo legale?". E ancora: "Cosa dobbiamo intendere quando si invitano gli organi direttivi di Unitas a una valutazione del rapporto d’impiego del direttore?". Inoltre: "Dalla stampa abbiamo appreso che l’attuale Comitato" di Unitas "non era a conoscenza che tra i provvedimenti richiesti vi fosse il ricambio completo" dei suoi membri: il governo "come spiega questa presa di posizione? Non vi è forse stata chiarezza nelle indicazioni fornite dal governo agli organismi dirigenti di Unitas?". Durante l’audit "sono stati sentiti pure tre direttori o ex direttori: tra di essi vi è anche l’attuale consigliere di Stato Manuele Bertoli? Se sì, per quale ragione non è stato chiesto a Bertoli di non partecipare alla discussione del rapporto" sull’audit?". Infine, le argomentazioni espresse dal Consiglio di Stato "a giustificazione della non pubblicazione del rapporto sull’audit non convincono per nulla": il governo "non ritiene, tuttavia, che perlomeno si possano pubblicare, anche anonimizzate, le conclusioni contenute nell’audit?".

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