Ticino

‘Nessun soccorso rossoverde per salvare il posto a Claudio Zali’

È il messaggio lanciato da Fabrizio Sirica. ‘È il padre cantonale del progetto PoLuMe. Rappresenta una finta ecologia che vogliamo combattere’.

Un appello alla mobilitazione
(Ti-Press)
1 febbraio 2023
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«Questa sera ho il compito di fare un appello, e di farlo in maniera chiara: nessun soccorso rossoverde a Claudio Zali. Non ne ha bisogno». È questo il messaggio lanciato da Fabrizio Sirica durante il Comitato cantonale del Partito socialista di questa sera. «Dobbiamo rifiutare la logica del meno peggio tra lui e Piero Marchesi. La nostra deve essere una politica di offensiva se vogliamo arrivare un giorno a raddoppiare la presenza in governo». Il co-presidente del Ps ha poi voluto sottolineare che «Zali è il padre del progetto PoLuMe a livello cantonale. Il suo è un ecologismo solo di facciata. Sarebbe deleterio sostenere chi rivendica e difende un progetto che combattiamo fermamente». Per Sirica Lega e Udc restano «i maggiori avversari. Ogni voto personale a Claudio Zali è un decimo di consenso alla lista della destra». Una necessità di evitare voti ‘in uscita’ che per Sirica è ancora più importante visto «lo spostamento a destra del Plr e del Centro. Spesso in questa legislatura ci siamo trovati soli a dover fare opposizione».

Riget: ‘il decreto Morisoli è stata la sconfitta di questi quattro anni’

«È stata una legislatura strana, fatto di successi e sconfitte» ha detto Laura Riget, che ha voluto ripercorrere le tappe principali degli ultimi 4 anni. «La pandemia ha rallentato i lavori parlamentari, ma ci ha anche mostrato la necessità di avere uno Stato forte e capace di aiutare il cittadino». Tra le sconfitte c’è sicuramente l’approvazione del ‘decreto Morisoli’, che «sembra aver dato agli altri partiti una legittimità sulla loro visione delle finanze». Sempre per quanto riguarda le casse dello Stato, per la co-presidente socialista è chiaro che «siamo di fronte a due visioni della società e di ruolo dell’ente pubblico». Tra i successi, invece, sono stati citati «l’introduzione del salario minimo, anche se resta ancora troppo basso e non è stato adeguato al rincaro» e «il compromesso trovato in parlamento per avviare il superamento dei livelli alla scuola media». Per Riget è quindi giunto il momento di «dimostrare con fatti e azioni che siamo il partito dalla parte dei lavoratori, dei pensionati e di chi vuole difendere il territorio in modo solidale e sostenibile».

‘Raccolta firme, la situazione resta drammatica’

Tra le note dolenti, ha spiegato la presidenza del Ps, c’è anche la situazione legata alla raccolta firme per l’iniziativa che vuole limitare i premi di cassa malati al 10% del reddito disponibile e il referendum "contro il regale alle famiglie ricche". «La situazione è drammatica», ha affermato Sirica. «Durante le vacanze non abbiamo raccolto molto e alcuni alleati non riusciranno a portare le firme che avevano promesso all’inizio». La strada è quindi in salita ma «mobilitandoci possiamo farcela». Diverso tempo è stato poi dedicato al tema della Cassa pensione dello stato, l’Ipct. «Perché tutti gli stati non investono in borsa se è così redditizio?» ha chiesto retoricamente Fabrizio Garbani Nerini durante la sua relazione, riferendosi alle ‘tranche’ azionarie che il Cantone vuole immettere sul mercato per sanare la cassa pensione. «Stiamo pensando ad atti parlamentari per mitigare questo effetto, chiedendo al governo di rinunciare a incassare gli interessi, quando questi sono negativi».

‘Il Ticino che vediamo noi è diverso da quello che ci raccontano’

La parola è poi passata ai due candidati al Consiglio di Stato sulla lista rossoverde. «Il Ticino che certi partiti raccontano non è quello che vediamo noi e una buona parte della popolazione», ha detto Marina Carobbio. «Parlare di disoccupazione bassa riferendosi a dati parziali è sbagliato. Vogliamo dire la nostra anche sulle finanze e proporre una visione di società diversa». Yannick Demaria ha invece invitato tutti i candidati a far emergere anche le loro diverse sensibilità. «Non dobbiamo solo scrivere e parlare dei dossier, ma anche di quello che viviamo e delle nostre esperienze di vita. Agli attacchi dei media dobbiamo rispondere con i nostri argomenti e la nostra visione».

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