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Ticino in sella: è un cantone che pedala sempre di più

Aumentano le due ruote non motorizzate, aumentano però anche le auto e gli incidenti. Bonoli (Mobilità lenta): ‘Ma i dati vanno contestualizzati’

Tutti in sella (Ti-Press)

Aumentano le due ruote non motorizzate, aumentano però anche le auto e gli incidenti. Bonoli (Mobilità lenta): ‘Ma i dati vanno contestualizzati’

7 aprile 2023
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Oltre il 4 per cento in più (circa il 4,3) rispetto alla media decennale a livello nazionale, oltre il 20% in Ticino. Presi così, i dati relativi agli incidenti stradali con ferimento che hanno visto coinvolte biciclette (dati relativi al 2021: i più ‘freschi’ attualmente disponibili) potrebbero far suonare più di un campanello d’allarme. Ma da qui al dire che le strade siano diventate più pericolose per i cultori del pedale ce ne passa. Anche perché le percentuali vanno relativizzate e soprattutto contestualizzate: «Proprio così, anche perché stiamo parlando di cifre assolute comunque relativamente basse, ragion per cui bastano pochi casi in più o in meno per far sballare la percentuale anche in modo significativo», tiene a premettere Tiziano Bonoli.

Parole, quelle del capo dell’Ufficio mobilità lenta e supporto, che trovano piena conferma nei numeri effettivi: a livello nazionale tra il 2011 e il 2021, complessivamente gli incidenti con ferimento che hanno visto coinvolte biciclette sono stati 45’766, di cui 4’761 nel 2021; quelli in constatati in Ticino, rispettivamente 915 e 113 (nel dettaglio: 77 incidenti con feriti leggeri, 34 con feriti gravi e 2 con esito letale; a titolo di paragone, nel 2011 i feriti leggeri erano stati 56, 32 quelli gravi e nessun decesso, per un totale di 88 sinistri con ferimento).

Sempre riferendoci a questi dati, nella media decennale, gli incidenti con ferimento che si sono verificati nel nostro cantone sono stati circa il 2% del totale complessivo in Svizzera, percentuale che sale al 2,3% circa nel 2021. Come leggere questi valori? «Premesso che per quanto concerne la casistica degli incidenti (e dunque il conteggio di questi eventi), noi non siamo direttamente responsabili, per cui non abbiamo dei rilievi sistematici: facciamo affidamento ai rapporti che ci vengono regolarmente forniti dall’Ufficio prevenzione infortuni o dalla Polizia cantonale. Ovviamente ogni incidente è un incidente di troppo, ma stiamo pur sempre parlando di numeri tutto sommato bassi, ragion per cui non è il caso di preoccuparsi oltre il dovuto. Basandoci unicamente sulle percentuali, un certo aumento lo si nota, ma è qualcosa di relativo, che non viene percepito in modo così significativo, proprio perché, come dicevo, si tratta di numeri assoluti relativamente bassi. D’altro canto non mi stupisce che con il repentino aumento dell’utilizzo della bicicletta constatato in particolare durante il biennio caratterizzato dalla pandemia – e di riflesso della riscoperta del Ticino da parte dei confederati come meta per trascorrere il loro tempo libero (e segnatamente il Locarnese, letteralmente preso d’assalto dalle biciclette) – un certo aumento del numero di incidenti ci sia stato».

Per avere una lettura più indicativa di questi dati occorrerebbe dunque fare un parallelo con l’aumento del volume di traffico su due ruote non motorizzate registrato in questi anni, e segnatamente nel 2020 e nel 2021. «In altre parole, per avere un dato più significativo occorrerebbe fare una proporzione tra il numero di incidenti e il volume del traffico. È pur vero che di fronte a una certa percezione data dal considerevole aumento del volume di traffico, veicolare e di biciclette, qualcosa occorra fare e qualcosa, appunto, già lo stiamo facendo a livello di sicurezza. Nel 2022, ad esempio, abbiamo anche lanciato la campagna di sensibilizzazione ‘Riguardami’, proprio per mettere l’accento sulla convivenza tra pedoni e biciclette, in particolare con l’avvento sempre più marcato delle e-bike, che portano a una maggiore velocità in sella sui percorsi condivisi e dunque pedoni che possono essere più in difficoltà. Parallelamente, con le nuove infrastrutture cerchiamo di mettere sempre più in sicurezza i ciclisti per rapporto al traffico veicolare. Un traffico in aumento, certo, anche se non abbiamo ancora raggiunto i livelli pre-pandemia (salvo ovviamente qualche eccezione puntuale). Va da sé, soprattutto nei centri urbani, che a volte su alcuni tratti auto, pedoni e ciclisti debbano forzatamente convivere e condividere le medesime aree, perché materialmente non è possibile attuare alternative».

‘A volte auto e bici devono convivere’

E veniamo appunto all’aspetto concernete la pericolosità di quei tratti sui quali i ciclisti sono costretti a spartire la carreggiata con il traffico motorizzato. Nel Locarnese, un esempio è quello tra Solduno e Ponte Brolla, porta d’ingresso per le pedalate in Vallemaggia... «Effettivamente quello della pericolosità di alcuni tratti è uno dei temi sul nostro tavolo. Nel caso specifico del Locarnese, un percorso alternativo c’è, che corre sull’altro lato del fiume Maggia: è vero che percorrendolo si allunga un po’ il tragitto, ma lungo l’argine si può pedalare in tutta sicurezza, oltre che immersi nella natura. D’altro canto non è nelle nostre intenzioni il voler vietare ai ciclisti quel tratto di strada: l’ideale sarebbe che a preferire la strada cantonale all’alternativa più sicura fossero solo ciclisti con un certo ‘passo’ e con una certa dimestichezza con i pericoli del traffico veicolare. Ciò che si può fare, e che andremo a fare a corto-medio termine, è migliorare la segnaletica del percorso consigliato. Poi, ovviamente, in gioco entrano anche la responsabilità individuale e il buonsenso, studiando magari il percorso più appropriato alle proprie caratteristiche prima di mettersi in sella».

Ti-PressQui non si può: la segnaletica è da rispettare anche in sella

Altro tema è poi, appunto, quello relativo al comportamento dei ciclisti (o di alcuni di loro), non sempre esemplare o in sintonia con le norme di sicurezza... «Sì, a volte ci arrivano anche segnalazioni puntuali che toccano questo aspetto. Come è ad esempio capitato per la ciclopedonale tra Pregassona e Davesco, dove siamo intervenuti posando alcuni cartelli di sensibilizzazione».

Pro Velo Ticino, sul suo sito internet, ha pure creato una piattaforma pratica dove ogni utente può segnalare pericoli e possibili disagi sulla rete ciclabile cantonale: la consultate? «Il nostro Dipartimento collabora attivamente con Pro Velo raccogliendo, analizzando e ponendo rimedio alle segnalazioni giunte».

Da gennaio nuove ‘regole’

Con la nuova legge ciclabili entrata in vigore il 1° gennaio cambia qualcosa per il Ticino che pedala e, soprattutto, per chi ‘disegna’ le strade dove poterlo fare? «Sì e no, perché in realtà in Ticino avevamo già fatto un passo importante in questa nuova direzione con la pianificazione di una vera e propria rete continua a livello cantonale. Cosa che ora, appunto, con la nuova legge ogni Cantone ha l’obbligo di realizzare. Se da un lato siamo già in... sella al nuovo ‘disegno’ nazionale, dall’altro non vuol dire che il nostro lavoro finisca: con l’entrata in vigore della nuova legge ci sono tutta un’altra serie di aspetti su cui dovremo chinarci, come ad esempio quello della distinzione tra la rete per il tempo libero e quella per l’uso quotidiano». Un esempio concreto di questi due concetti lo si ha sul Piano di Magadino, con un percorso che attraversa le strade dei campi, immerso nel verde, rivolto in particolare a chi vuole godersi una pedalata in mezzo alla natura magari per una gita domenicale, e un altro, in via di ultimazione, più urbano che affianca invece la strada cantonale tra Riazzino e Gerra Piano, destinato a chi ha altre necessità di spostarsi con la bicicletta e dunque con uno scopo più utilitaristico. «Non abbiamo perso tempo per chinarci sulla questione: i lavori di studio per andare ad approfondire la questione sono già stati avviati, in collaborazione anche con le varie associazioni di categoria coinvolte».

Ti-PressUna veduta aerea della Passerella di Monte Carasso

La radiografia della rete ciclabile ticinese

Attualmente, chilometro più chilometro meno, la rete ciclabile ticinese si compone di 370 km di percorsi segnalati, sia in condivisione con le auto, su strade idonee, sia su piste o corsie ciclabili. «L’obiettivo è quello di raggiungere i 570 km entro il 2030», sottolinea Tiziano Bonoli. «Lavoriamo sul medio termine: considerato che avere un’istantanea in tempo reale è difficile, abbiamo preferito fissare obiettivi più realistici e pensare alla scadenza finale. Ci sono diversi tratti che di per sé sono già percorribili, ma che per poter essere inseriti a pieno titolo nella rete di percorsi ciclabili del cantone devono ancora essere completati da segnaletica e demarcazioni ufficiali (i caratteristici cartelli rossi, per intenderci). Penso ad esempio al marciapiede ciclopedonale alla Piodella (Agno-Muzzano), alla pista ciclopedonale fra Novazzano e Chiasso o, ancora, alla passerella della Torretta a Bellinzona. Tutte cose che andremo appunto a completare, progressivamente, in modo da poter raggiungere i 570 km di rete ciclabile messi a preventivo entro il 2030».

Come mai quella data? «Più che altro perché per la prima vera e propria strategia cantonale concernente i percorsi ciclabili di rilevanza regionale e cantonale ci si era dato un orizzonte temporale di 15-20 anni, finestra che arriverà appunto a scadenza tra il 2025 e il 2030».

Dati alla mano, è il Locarnese la regione più battuta dai cultori della bicicletta. Delle cinque postazioni di misurazione dei passaggi di cui è disponibile una serie storica e distribuiti sul cantone, quella di Locarno-Ponte Maggia ha fatto di gran lunga registrare la media di passaggi giornalieri più alta in assoluto, con numeri che nel 2021 (ultimi dati disponibili) hanno conosciuto un’ulteriore impennata rispetto all’anno precedente: +39,8% rispetto al 2020, toccando quota 2’000 passaggi giornalieri medi (con il 20 maggio, quando sono state conteggiate 4’341 bici, come giorno più ‘caldo’). «Ora come ora sono solo cinque le postazioni di rilevamento da cui possiamo ricavare uno storico: Locarno-Ponte Maggia, Tenero via Tre Case, Bellinzona Piscine, Monte Carasso Passerella e Arbedo, con quest’ultima che nel 2021 è stata l’unica a registrare una flessione (seppur lieve) di traffico medio giornaliero rispetto all’anno precedente. Nel 2021 abbiamo poi proceduto alla posa di altre 18 postazioni per il conteggio delle biciclette, di modo che con i prossimi dati sarà possibile avere una radiografia ancora più dettagliata del Ticino che pedala, con una migliore copertura di tutta la rete cantonale. Sicuramente da questi dati potremo ricavare interessanti indicazioni».

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