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‘Accesso all’aiuto agli studi, soglie minime da cancellare’

Iniziativa parlamentare del Centro e del Plr propone una modifica di legge. Perché ‘la norma vigente è penalizzante’

Studenti all’Usi (Ti-Press)
7 gennaio 2023
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«Secondo noi è una stortura legislativa. Che incide su un tema molto importante: parliamo infatti di coloro che per poter studiare necessitano di un sostegno finanziario da parte dello Stato. Quelle soglie minime di accesso all’aiuto agli studi andrebbero pertanto cancellate», dice alla ‘Regione’ Giorgio Fonio. Una stortura che il deputato del Centro, il collega di partito Alessio Ghisla e i granconsiglieri liberali radicali Maristella Polli e Nicola Pini chiedono ora di rimuovere con un’iniziativa parlamentare. "Attualmente – scrivono – l’aiuto agli studi viene versato ai beneficiari solamente se questo risulta di almeno 1’000 franchi per formazioni di grado secondario II e di 1’500 per formazioni di grado terziario. Questa norma – sottolineano gli iniziativisti – è penalizzante perché la legge ha stabilito che, nonostante il cittadino abbia diritto a un aiuto, non raggiungendo gli importi minimi sopra indicati questo aiuto non può venir erogato". Da qui la proposta di modificare la LAst, la Legge cantonale sugli aiuti allo studio, per "eliminare questa distorsione, dal momento in cui un aiuto, seppur minimo, può essere estremamente importante per chi oggi se ne vede privato".

Quel capoverso da rimuovere

Interessato dall’atto parlamentare è l’articolo 6 della LAst. Tre capoversi. Il primo: "L’aiuto allo studio corrisponde alla differenza tra i costi di formazione e la quota di partecipazione personale, dei genitori, dell’eventuale coniuge, partner registrato o partner convivente, ritenuto un massimo annuo di 20mila franchi". Il secondo: "Per ogni figlio a carico della persona in formazione l’importo è aumentato di 4mila franchi". E poi c’è il terzo capoverso, quello che i quattro deputati chiedono di abrogare: "L’aiuto è versato solo se risulta di almeno 1’000 franchi per formazioni di grado secondario II e di almeno 1’500 franchi per formazioni di grado terziario".

Nell’atto parlamentare si citano a mo’ d’esempio "alcuni costi al di sotto delle soglie minime, che pesano sulle famiglie ticinesi e che potrebbero essere coperti dall’aiuto". Come "Retta semestrale Supsi, 800 franchi; abbonamento Arcobaleno annuale per un giovane di Seseglio che studia alla Supsi di Manno, 1’269 franchi; abbonamento Arcobaleno annuale per un giovane di Acquarossa che studia all’Usi di Lugano, 1’057 franchi". Fonio (primo firmatario dell’iniziativa), Ghisla, Polli e Pini evidenziano inoltre il contesto in cui si inserisce la loro proposta. "Gli ultimi studi sulla ‘Situazione economica e sociale della popolazione’, pubblicati nel marzo 2022, confermano come il nostro cantone sia purtroppo tra quelli maggiormente toccati dal fenomeno della povertà", annotano. I dati "indicano come in Ticino quasi un quarto delle persone (24,4%) vive al di sotto della soglia di rischio di povertà (in Svizzera la percentuale è del 15,4). Non solo, anche il tasso di deprivazione ci vede ben al di sopra della media nazionale dal momento in cui in Ticino si fissa al 10,8% contro il dato svizzero che si fissa al 4,3". In questo contesto "appare evidente che un aiuto anche di soli 1’000/1’500 franchi possa fare una differenza, seppur minima, per le famiglie con figli agli studi".

Fonio: limiti incomprensibili

Per Fonio «le soglie minime per l’accesso all’aiuto previste attualmente dalla legge sembrano francamente incomprensibili, soprattutto in un Paese come il nostro che vuole puntare tra l’altro sulla formazione. Anche importi inferiori possono rivelarsi un sostegno significativo. Per diverse persone».

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