Ticino

Luce verde al Preventivo 23. C’è la maggioranza anche senza Udc

I democentristi si sono defilati dopo aver firmato il rapporto di maggioranza: ‘Per mancanza di garanzie sul deficit massimo di 80 milioni ad ogni costo’

(Ti-Press)
13 dicembre 2022
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Nonostante l’Udc si sia defilata – dopo aver inizialmente aperto la porta firmando il rapporto di Fiorenzo Dadò (Centro/Ppd) – il Preventivo 2023 è stato approvato dalla maggioranza del Gran Consiglio. Al termine di due intensi giorni di discussione, alle 23.30 di stasera 44 deputati contro 24 hanno dato luce verde ai conti preventivi dello Stato per l’anno prossimo. «Il decreto del pareggio per il 2025 unitamente all’obbligo di non superare gli 80 milioni di deficit per il 2023 non sono altro che un ultimo guardrail di sicurezza oltre al quale non si può andare se non si vuole precipitare in un abisso finanziario ‘stile Italia’», ha detto il democentrista Sergio Morisoli, affermando però che «non avendo ricevuto in questo dibattito segnali, garanzie e intenzioni concrete e sufficienti da parte del governo affinché il risultato negativo massimo di 80 milioni sia mantenuto a ogni costo, noi questo preventivo alla fine non lo votiamo». Gli ha fatto eco Paolo Pamini (Udc) che ha parlato di doccia fredda e rammarico per le dichiarazioni del direttore del Dipartimento finanze ed economia (Dfe) Christian Vitta che ha dichiarato che «gli 80 milioni rimangono un obiettivo a cui tendere, ma non un dogma assoluto».

Bocciati tutti i 18 emendamenti proposti dall’Mps, quello di Sem Genini (Lega) sui grandi predatori e quello di Più Donne per aumentare alla voce Polizia cantonale la spesa di 250mila franchi per potenziare il Servizio violenza domestica. Respinto, quest’ultimo, dopo che il direttore del Dipartimento istituzioni (Di) Norman Gobbi ha rassicurato che la polizia già prevede la creazione di un centro di competenza per combattere questa problematica.

Zali: no alle direttive della Confederazione sul Piano direttore

Nelle considerazioni e domande rivolte ai vari dipartimenti, dopo il Dss trattato nella seduta di lunedì, è toccato agli altri quattro direttori rispondere ai numerosi interventi dell’aula. In particolare sulla prospettata riduzione delle zone edificabili, il direttore del Dipartimento del territorio (Dt) Claudio Zali ha affermato che «non intendiamo seguire le direttive della Confederazione e allinearci a quello che dice sul Piano direttore». Questo perché, ha spiegato Zali, le proiezioni demografiche offrono una scenario migliore di quello prospettato. «Abbiamo scritto a Berna per segnalare la disparità di trattamento ricevuta dal Ticino». Il direttore del Dt ha invece chiuso la porta a una presa di posizione del governo contro il progetto della corsia dei tir nel Mendrisiotto: «Il nostro cantone ha sempre avuto quanto richiesto da Ustra, come il secondo tubo della galleria del Gottardo o il centro per mezzi pesanti di Giornico. Sulla bilancia bisogna quindi accettare anche qualche progetto che piace meno».

Gobbi: più agenti per abitante, ma siamo un cantone di frontiera

«Aspetto di poter vedere il rapporto del Gruppo di lavoro sulla polizia unica», ha affermato Sabrina Gendotti. «Poi allestirò un rapporto di minoranza sull’iniziativa che vuole una Polizia unica». Per la deputata del Centro/Ppd la proposta attualmente in commissione è «da rifiutare. Da troppi anni c’è incertezza in questo ambito, è giunto ora di fare chiarezza e portare avanti progetti condivisi». Gobbi ha invece sottolineato la necessità «di ottimizzazione. È vero che abbiamo di più agenti rispetto ad altri cantoni, ma siamo una regione turistica e di frontiera, con tutte le conseguenze del caso». Gobbi ha poi riconosciuto la difficoltà nel portare a termine le riforme, come ‘Ticino 2020’. «Dare una scadenza temporale non si è rivelata una scelta giusta».

Bertoli: per la segnalazione molestie i canali ci sono

«Non ci sono doppioni o esuberi nella scuola, e nemmeno all’interno del Dipartimento», ha detto il direttore del Decs Manuele Bertoli. Sul discusso tema dei livelli il consigliere di Stato socialista ha affermato che «immaginare un modello condiviso da tutti è illusorio, non succederà mai ed è probabilmente quello che auspicano alcune forze politiche». Sul caso dell’inchiesta a carico del direttore di scuola media del Luganese accusato di abusi sessuali Bertoli ha affermato che «non ci sono novità al momento». Sono però aumentate «le segnalazioni su presunti casi di molestie. Segno che il sistema funziona e che i canali ci sono. Anche la discussione dolorosa fatta in quest’aula è stata necessaria per far in modo che le informazioni arrivino dove devono». Il direttore del Decs ha poi puntualizzato che per «arginare la penuria di docenti bisogna arrivare a una soluzione. Non possiamo pensare che i giovani si interessino a questa professione senza sapere quale sarà l’organizzazione futura del settore».

Vitta: governo contro l’adeguamento delle soglie del salario minimo

Sul tema del salario minimo legale e della non concessione dell’adeguamento delle tappe di avvicinamento al rincaro, Vitta ha detto che la decisione è stata presa dal governo è non si tratta di una scelta meramente dipartimentale. Di fronte a una legge non chiarissima, come ammesso dallo stesso direttore del Dfe, «c’è stata un’interpretazione che è stata resa pubblica e su cui non è stato fatto ricorso». La miglior cosa da fare se si vuol tornare a discutere della questione – che ha sollevato numeroso critiche dalla sinistra – secondo Vitta «è di presentare un’iniziativa parlamentare elaborata per la modifica della legge. Altrimenti continuiamo a rincorrerci sulle interpretazioni e ognuno può dire la sua».

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