Ticino

Buono formativo, il Consiglio di Stato: sì alla sperimentazione

Il governo accoglie parzialmente la mozione di Biscossa (Ps): dal 2023 un test per il contributo con l’obiettivo di ampliare la platea di chi si forma

Per la formazione continua un’ispirazione che arriva da Lucerna
(Ti-Press)
20 novembre 2022
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Il Consiglio di Stato non chiude la porta alla proposta di istituire un buono formativo che abbia l’obiettivo di far crescere le competenze di base dei residenti e indirizzato, sulla scorta di quanto succede in Canton Lucerna, a un pubblico con basse competenze di base. Nella speranza, quindi, di aumentare il numero di beneficiari di offerte formative a tutto guadagno non solo di chi cerca un posto di lavoro, ma anche di chi vuole rimettersi in gioco.

Il governo, con un messaggio, ha infatti deciso di "accogliere di principio" la proposta contenuta in una mozione della deputata socialista Anna Biscossa, ma ritiene che "l’introduzione generalizzata del buono debba essere preceduta da una sperimentazione puntuale inserita nel Programma cantonale per la promozione delle competenze di base degli adulti per il periodo 2021-2024 e quindi finanziabile con le risorse già pianificate per l’implementazione di tale Programma".

I contenuti saranno affinati nei prossimi mesi

Nel concreto, il Consiglio di Stato scrive che "tra settembre 2023 e giugno 2024 l’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione (Ufci) della Divisione della formazione professionale si impegna a implementare un progetto pilota i cui contenuti saranno affinati nei prossimi mesi". Questo, "permetterà di raccogliere informazioni utili al fine di verificare l’idoneità del modello e valutare la possibilità di inserire la misura nel Programma cantonale per la promozione delle competenze di base per il quadriennio 2025-2028".

È una temperanza, quella dell’Esecutivo, dovuta al fatto che "in merito all’esperienza di Lucerna il rapporto di valutazione evidenzia che il buono di formazione ha sicuramente avuto un effetto positivo per quanto riguarda l’accessibilità alla formazione nell’ambito delle competenze di base da parte degli adulti". Però non è l’unica faccia della medaglia, dal momento che "il rapporto sottolinea anche alcuni aspetti negativi da non sottovalutare, in particolare per quanto riguarda l’attuazione da parte degli enti formativi nello sviluppo di offerte mirate, la raggiungibilità del gruppo target, la definizione del livello di competenza linguistica nonché un onere amministrativo elevato".

Le modalità proposte dalla mozione

La procedura sul buono da cui Biscossa ha preso ispirazione a Lucerna prevede dei criteri stretti. I beneficiari "sarebbero gli adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni, residenti nel Canton Ticino e con un livello minimo linguistico (A2); la lista di corsi sulle competenze di base (leggere, scrivere, calcolo di base e competenze informatiche Tic di base) sarebbe accessibile e validata dall’Ufficio cantonale della formazione continua e dell’innovazione; dopo la verifica di idoneità, i buoni di formazione sarebbero accessibili in modo semplice; si prevede di mettere a disposizione mille buoni all’anno, finanziati da contributi cantonali e federali (ripartizione dei costi paritetica); sarebbe prevista una campagna mirata per informare i potenziali interessati".

L’apertura del Consiglio di Stato è motivata anche dall’obiettivo generale del Programma 2021-2024, che è quello di "aumentare il numero di persone che beneficiano di misure di formazione continua nell’ambito delle competenze di base, siano esse in modalità di corsi, partecipazioni a eventi, consulenze, offerte integrate ad altre misure cantonali". E, da questo punto di vista, scrive ancora il governo nel suo messaggio, "il Cantone ha potuto constatare un aumento dei partecipanti ai corsi, come pure l’aumento di offerte sviluppate dagli enti". Il sistema attuale, insomma, "ha dato prova di efficacia nell’incrementare la partecipazione ai corsi". Sebbene, e siamo a uno dei punti sollevati da Biscossa, "il costo della formazione, seppur calmierato dal finanziamento pubblico all’ente erogatore, per alcune fasce di potenziali beneficiari risulta essere ancora un ostacolo".

Con la sperimentazione annunciata dal Consiglio di Stato si vedrà se l’ostacolo economico, difficile da affrontare per le fasce più fragili della popolazione, potrà essere superato o reso meno impervio.

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