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Formazione professionale, ‘quattro anni per un Afc e due lingue’

Due iniziative cantonali interpartitiche chiedono di uniformare la durata degli apprendistati per un attestato federale e l’obbligo di una seconda lingua

Passato l’esame del parlamento, sarà la volta di Berna
(Ti-Press)
9 ottobre 2022
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Introdurre un apprendistato della durata di quattro anni per tutte le formazioni professionali che portano all’ottenimento di un Attestato di capacità federale (Acf) e, per tutte le professioni, diventi obbligatoria una seconda lingua a scelta nella formazione degli apprendisti. Sono queste le due proposte contenute in altrettante iniziative cantonali interpartitiche che vedono primo firmatario il deputato liberale radicale Paolo Ortelli e sono sostenute da parlamentari di Lega, Plr, Centro/Ppd, Ps e Verdi.

"Sono anni delicati per il sistema di formazione professionale svizzero, da sempre riconosciuto come valore aggiunto per il nostro Paese", scrivono Ortelli e cofirmatari. Di più: quello della formazione professionale è un sistema "che incontra crescenti difficoltà di tipo innovativo e qualitativo". La scelta del tradizionale apprendistato duale "è minacciata anche da una progressiva tendenza, in atto da anni, alla costituzione di percorsi formativi a tempo pieno che portano anch’essi all’acquisizione di un Acf". Le difficoltà, riprende Ortelli, "sono confermate dai crescenti campanelli d’allarme per diversi rami professionali, che da un decennio a livello svizzero e regionale presentano una costante e significativa erosione di giovani che scelgono l’azienda come primo passo per la loro formazione".

‘Perché per formare un falegname quattro anni e per un giardiniere tre?’

Quindi, si legge nel testo della prima delle due iniziative cantonali, "se da un lato assistiamo con piacere da anni a notevoli sforzi economici crescenti da parte della Confederazione e a politiche cantonali che sostengono la formazione professionale di base e continua, dall’altro mal si comprende, pur riconoscendo la centralità delle associazioni professionali di categoria, come per diverse professioni possano esistere curriculi formativi della durata sia di tre, sia di quattro anni". In altre parole: "Come si può spiegare che per formare un buon falegname ci vogliono quattro anni e per un giardiniere o un muratore solo tre?".

‘Penalizzata la capacità effettiva di crescita’

Da anni e in molte professioni, annota ancora Ortelli, "assistiamo a un costante e progressivo innalzamento di contenuti a livello di esigenze formative attraverso le periodiche revisioni delle ordinanze di formazione". Aspetti "certo positivi", ma che "di fatto troppo spesso non coincidono con una realistica capacità del sistema formativo azienda-scuola di farvi fronte in un lasso di tempo formativo adeguato". Tutto ciò "finisce per penalizzare la capacità effettiva di crescita del livello formativo per molte professioni". E la traduzione sono "lacune formative che influenzano anche il grande numero di abbandoni e di scioglimento dei contratti di formazione".

Ciò detto, la richiesta alla Confederazione è che "promuova formalmente e sostenga per tutte le formazioni professionali che portano all’ottenimento di un Afc l’introduzione di un percorso di formazione della durata di 4 anni (uniformando e dettando una chiara linea, un chiaro intento politico di sostegno e pari dignità tra le professioni)". Non solo, perché deve imporsi pure "da subito, senza riserve" l’innalzamento a quattro anni di formazione anche "per tutte le professioni che hanno già introdotto una formazione di due anni e che consente l’ottenimento di un Certificato di capacità federale".

‘Una seconda lingua è oggi importantissima’

Scorre parallela alla prima, la seconda iniziativa cantonale di Ortelli e cofirmatari. Perché "oggi la seconda lingua nei percorsi Afc è riconosciuta solo o quasi esclusivamente se funzionale e di supporto nei percorsi di maturità professionali durante la formazione di base o alla fine dei percorsi di formazione professionale di base". Un fatto, questo, "che finisce per svantaggiare un’ampia, troppo ampia parte dei giovani inseriti nella formazione duale, che si vedono costretti a interrompere completamente lo studio di una seconda lingua nazionale o dell’inglese come se, per il loro futuro professionale, la conoscenza di una seconda lingua nazionale o dell’inglese fosse da considerare irrilevante".

‘Deve essere una scelta politica’

Considerata la realtà del mondo del lavoro attuale, "non possono essere le associazioni professionali di riferimento da sole a prevedere o meno l’inserimento dello studio di una seconda lingua nei percorsi formativi per l’ottenimento di un Afc, perché si tratta a tutti gli effetti di una scelta di indirizzo strategico e quindi concretamente di una scelta politica". Poi, "se inseriamo questo dato di fatto nel contesto plurilinguistico della Svizzera, non possiamo che constatare come, in un mercato del lavoro caratterizzato da una costante e crescente mobilità e competitività, questa scelta si traduce chiaramente in una penalizzazione evidente per la maggioranza dei giovani che intraprendono un percorso di formazione professionale di base". Perciò, "si chiede formalmente di introdurre lo studio di una seconda lingua in tutte le ordinanze di formazione professionale per la formazione di base nei percorsi per l’ottenimento di un Attestato di capacità federale".

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