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Calo pernottamenti, Pianezzi: ‘Investire su tutte le stagioni’

Il presidente di Hotelleriesuisse Ticino commenta i dati comunicati oggi: ‘2021 irripetibile, ora bisogna cercare margini dove ci sono: autunno e inverno’

Un’estate sottotono, ma migliore rispetto alla media 2015-2019
(Ti-Press)
6 ottobre 2022
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Il mese di agosto ha segnato un calo dei pernottamenti in Ticino piuttosto marcato, in netta controtendenza con un dato che a livello svizzero mostra il segno più. I numeri, comunicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (Ust), fissano le notti negli alberghi ticinesi a 357’674, vale a dire il 16,3 percento in meno rispetto all’agosto 2021. Però c’è un però. Anzi, più di uno.

A partire dal fatto che i dati dell’anno scorso per gli addetti ai lavori erano eccezionali e difficilmente ripetibili. E, soprattutto, valutando come se si considera il dato annuale aggiornato ad agosto – lo spiega l’Osservatorio del turismo (O-Tur) in seno all’Istituto di ricerche economiche – si arriva a 1’842’886 pernottamenti che comporta sì un calo su base annua del 13,7%, ma che invece se lo si paragona alla media 2015-2019, quindi prima della pandemia, mostra un +13,1%. Lo stesso concetto si applica ai pernottamenti dei turisti svizzeri (-30,3% rispetto al 2021, +25% rispetto alla media 2015-2019). A subire ancora le conseguenze della pandemia è il turismo internazionale, che se con l’abbandono delle restrizioni ai viaggi dovute al Covid vede impennare i dati rispetto al 2021 (+79,3%), stando ai calcoli di O-Tur non è ancora stato recuperato il gap con i trend prepandemici: rispetto alla media 2015-2019, infatti, il calo è del 6,2%.

Tornando all’estate appena trascorsa, l’analisi di O-Tur condotta da Giulia Operti con la supervisione di Stefano Scagnolari, mostra come i numeri per le Organizzazioni turistiche regionali (Otr) siano variabili. Nel senso che, a livello di pernottamenti, per il trimestre giugno-agosto l’Otr Mendrisiotto e Basso Ceresio è l’unica a mostrare un miglioramento, con un +2,4%. Contenute le perdite per l’Otr Bellinzonese e Alto Ticino (-1,3%) e l’Otr del Luganese (-6,4%). Marcato, molto marcato è il calo invece registrato nelle strutture dell’Otr Lago Maggiore e Valli, che registra un -19,4%.

L’INTERVISTA

Contattato da ‘laRegione’ per un commento, il presidente di Hotelleriesuisse Ticino Lorenzo Pianezzi si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno e si toglie qualche sassolino dalla scarpa.

Partiamo dall’inizio, come interpreta questi dati?

Ci aspettavamo questa flessione per il 2022, i 2,9 milioni di pernottamenti dell’anno scorso rimangono un dato eccezionale e che non vedevamo dagli anni Ottanta… Quindi se quest’anno dovessimo fermarci a 2,6 milioni, quindi con 300mila in meno, potremmo dire di essere contentissimi.

In un contesto che non vi favorisce. Prima c’era la pandemia, ora ci sono inflazione e carovita: è una tempesta perfetta?

Lo è per il nostro settore, come per tutti. Riceviamo aumenti da parte di chi ci fornisce le lenzuola, il pane o la carne. Tutti gli operatori che ruotano attorno a noi stanno aumentando i prezzi perché a loro volta se li vedono incrementare. L’albergheria non farà difetto rispetto ai fornitori e saremo costretti anche noi ad aumentare il prezzo della camera venduta.

Il cliente capirà?

Il cliente capirà perché capisce che come aumenta ogni prezzo al supermercato, aumenta anche il prezzo della camera per le sue vacanze. Se aumentiamo il prezzo di una camera di una ventina di franchi, che può sembrare tanto come cifra, per i costi energetici che stanno aumentando a loro volta, il cliente per un soggiorno medio, che è di due notti, si troverà con una spesa maggiore di 40 franchi che invece non è molto, non peserà sul suo portafogli.

Passata l’estate restano autunno e inverno. Lei da tempo spinge per una maggiore destagionalizzazione, per sfruttare meglio ogni fase dell’anno. Che aspettative ha per questa fine del 2022?

Partiamo col dire che quest’anno non mi hanno particolarmente ascoltato. Avevo chiesto una destagionalizzazione maggiore per l’inverno, proprio perché aumentano i costi e abbiamo bisogno di un maggior numero di clienti per poter pagare le fatture in aumento. Ho chiesto di poter lavorare affinché arrivassero più turisti in inverno, il periodo dove possiamo crescere di più. Nel periodo estivo, dove abbiamo un’occupazione del 90-95% i margini di miglioramento sono così ridotti che potremmo paradossalmente smettere di fare promozione, per concentrarci dove abbiamo margini e un potenziale enorme per generare cifre diverse. Come appunto l’inverno. Gli anni passati c’era la pandemia, e quindi non potevamo agire per muovere le persone. Quest’anno sono i costi energetici, dove in Ticino mi viene detto che tanti albergatori in più chiuderanno rispetto al passato.

E non sarà così?

Noi stiamo conducendo un test in questo senso nel Sottoceneri, e sembrerebbe che i risultati non siano così diversi rispetto al passato. Chi chiudeva una settimana o due, un mese, o due mesi per delle ristrutturazioni continuerà a farlo. Per il Sopraceneri, che è molto stagionale, non cambia niente: gli alberghi chiudono a fine ottobre e riaprono a Pasqua. I costi energetici fanno sicuramente paura all’albergatore, ma sappiamo anche come farne fronte, abbiamo misure di contenimento: se durante l’inverno non occupiamo tutto il nostro albergo perché si deve riscaldare tutti i piani? Chiudo un piano, spengo i riscaldamenti. Si alzano i prezzi? Purtroppo lo faremo. Misure così riusciranno a permetterci di superare il colle ed essere ancora presenti in forze nella prossima stagione. Un aumento dei pernottamenti per l’inverno lo avrei auspicato, l’ho chiesto, e purtroppo mi è stato detto che è pericoloso avere troppa gente qua, perché gli albergatori avrebbero costi esorbitanti per le strutture. È un grandissimo peccato e l’ennesima occasione persa per rendere il Ticino ancora più attrattivo, sa perché? Perché sono cresciuti, e di molto, anche i prezzi delle compagnie aeree. Una famiglia che si trova già con migliaia di franchi in più l’anno da pagare per i costi energetici di casa sua, piuttosto sceglierà il Ticino per le sue vacanze rispetto a mete lontane ed esotiche per far quadrare il budget. C’è un potenziale enorme in queste occasioni che non stiamo sfruttando a sufficienza.

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