Ticino

‘Helvetia chiama’ più donne in Gran Consiglio: 34% non bastano

La campagna per promuovere un maggior equilibrio di genere in politica prende il via anche in Ticino in vista delle prossime elezioni cantonali

(Ti-Press)
16 settembre 2022
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Risponderanno in buon numero le donne ticinesi all’appello di ‘Helvetia chiama!’? L’auspicio che questo succeda, sorretto da un giustificato ottimismo, è della Commissione consultiva per le pari opportunità e della Federazione associazioni femminili Ticino FaftPlus che in collaborazione con alliance F si stanno facendo promotrici della campagna per favorire un maggiore equilibrio di genere in politica così da garantire una democrazia più rappresentativa e paritaria. Traguardo: le elezioni cantonali del prossimo 2 aprile, con gli occhi puntati sul Gran Consiglio.

La campagna interpartitica ‘Helvetia ruft!’ è stata lanciata nel 2018 a livello nazionale dall’associazione alliance F con l’obiettivo di aumentare il numero di donne nel parlamento federale e rafforzare la prospettiva femminile in politica. Una strategia pensata per superare la sottorappresentanza sistematica delle donne tra i banchi del legislativo. «L’iniziativa ha avuto buoni risultati alle Federali del 2019 contribuendo significativamente al raggiungimento della percentuale record di donne elette nel parlamento (42% nel Consiglio nazionale con 84 seggi su 200 e 26,1% nel Consiglio degli Stati con 12 seggi su 46, ndr) e su quest’onda la riproponiamo declinandola a livello locale, come fatto dal 2020 anche da altri Cantoni – spiega Davina Fitas, presidente della Commissione consultiva per le pari opportunità –. Il progetto si appella da una parte ai partiti per sensibilizzarli sull’importanza della presenza femminile e la necessità di promuoverla e darle risalto, ma soprattutto si rivolge alle possibili candidate per cercare di incoraggiarle, sostenerle e agire sulla loro eventuale reticenza». In vista di aprile dunque ‘Helvetia chiama! Ticino’ cercherà di dare nuovo slancio alle donne che intendono candidarsi per una carica politica, in modo che anche a Sud delle Alpi sia possibile celebrare una maggiore rappresentanza femminile nel legislativo cantonale che attualmente si attesta al 34,4 per cento.

Condivisione di esperienze, comitato interpartitico e corsi gratis

Per prima cosa, rende noto Fitas, è stato mandato un invito a tutti gli schieramenti politici presenti in parlamento, a seguito del quale si è costituito un comitato interpartitico così composto: Lisa Boscolo (Ps), Claudia Crivelli Barella (I Verdi), Angelica Forni (Partito comunista), Tamara Merlo (Più Donne), Maddalena Ermotti-Lepori (Il Centro/Ppd), Roberta Passardi (Plr), Natascia Caccia (Lega dei Ticinesi) e Roberta Soldati (Udc). «È significativo – osserva la presidente della Commissione consultiva per le pari opportunità – come da sinistra a destra siano presenti quasi tutti gli schieramenti, questo significa che trasversalmente si crede nel progetto e se ne riconosce l’importanza». Lo scopo del comitato è che le persone che ne fanno parte si implichino attivamente per incoraggiare e motivare le donne del proprio partito a candidarsi e che si impegnino a negoziare un equo posizionamento di donne e uomini nelle liste elettorali. Il gruppo sarà presentato nel corso dell’evento di lancio della campagna che si terrà questa sera nella sala del Gran Consiglio e vedrà anche coinvolte diverse donne che si sono particolarmente distinte a livello cantonale e/o nazionale per la loro carriera politica o professionale. «Si tratta di un incontro che abbiamo intitolato ‘Voci di donne - esperienze e racconti di chi ha vissuto la politica’, pensato per portare delle testimonianze che possano fungere da stimolo e da esempio».

Per quel che riguarda i prossimi passi, «è previsto un corso di formazione gratuito che verrà proposto a tutte le candidate e verterà su tre tematiche: come organizzare una campagna, come gestire l’odio sui social media e come prepararsi per affrontare le interviste e i dibattiti – illustra Fitas –. È pensato come un sostegno per affrontare aspetti che magari intimoriscono, ma anche per fare rete». In seguito, al momento dell’ufficializzazione delle liste elettorali, ‘Helvetia chiama!’ intende pubblicare un’analisi della rappresentanza femminile e maschile in base ai partiti per avere una fotografia della situazione.

Tra le promotrici della campagna c’è comunque la consapevolezza che non si possa iniziare a reclutare delle nuove candidate solo sei mesi prima delle elezioni, in quanto i legami con la politica vanno coltivati nel tempo. Ed è per loro pure ben chiaro come sia necessario agire su più piani della società per cambiare la situazione di minoranza femminile a tutti i livelli della politica istituzionale. Fra le principali cause c’è ad esempio l’ancora diffusa disparità nelle suddivisioni dei ruoli nell’accudimento dei figli per cui il carico maggiore spesso ricade sulle spalle delle donne e questo rende loro difficile organizzarsi per conciliare famiglia, lavoro e politica. «In parallelo a questo progetto bisogna agire su molti altri fronti contemporaneamente per fare in modo che sempre di più gli uomini e le donne abbiano le stesse possibilità in tutti gli ambiti», sottolinea Fitas. Non a caso l’obiettivo della promozione di un maggiore equilibrio di genere negli organi politici rientra nel quadro molto più ampio del Piano di azione cantonale per le pari opportunità adottato lo scorso aprile dal Consiglio di Stato.

Tornando alla rappresentanza di genere in politica, oltre al fatto che essendo le donne e gli uomini in pari misura a creare la società dovrebbero essere loro insieme a gestirla, per Fitas è essenziale raggiungere un’uguale proporzione anche perché permette di unire «competenze, esperienze e sensibilità diverse. Essere al tavolo delle decisioni tra uomini e donne comporta sempre un arricchimento alla discussione grazie al fatto che si crea una visione globale. Una collaborazione paritaria va quindi a beneficio dell’intera società».

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