Ticino

‘Misure terapeutiche in carcere, situazione inadeguata’

Così il presidente della commissione parlamentare Giustizia e diritti. Sentito il dottor Rafael Traber (Organizzazione sociopsichiatrica cantonale)

Galusero: tema importante e delicato (Ti-Press)
5 settembre 2022
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Nella riunione di questa mattina la ‘Giustizia e diritti’ si è occupata non solo di nomine in magistratura. Come segnala una nota della stessa, la commissione parlamentare ha sentito fra gli altri il dottor Rafael Traber. Il responsabile dei Servizi psico-sociali dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale è stato ascoltato in relazione alle "condizioni di detenzione" delle persone "sottoposte a misure terapeutiche" ordinate dal giudice. «Come commissione – spiega il suo presidente, il liberale radicale Giorgio Galusero, contattato dalla ‘Regione’ – stiamo affrontando questo importante e delicato tema sulla scorta non di un atto parlamentare, ma di richieste di approfondimento pervenuteci. Prima dell’estate abbiamo sentito l’allora presidente dell’Ufficio dei giudici dei provvedimenti coercitivi Maurizio Albisetti e il giudice Mauro Ermani, alla testa del Tribunale penale cantonale. Stamattina è stata la volta del dottor Traber. Secondo la nostra commissione, la situazione odierna è del tutto inadeguata– sottolinea il presidente della ‘Giustizia e diritti’ –. Parliamo di persone che pur avendo scontato una pena detentiva restano dietro le sbarre per l’esecuzione di misure terapeutiche: non possono essere scarcerate perché vi è il rischio che commettano altri reati. Affinché il loro trattamento psichiatrico abbia successo, andrebbero seguite però giornalmente. In penitenziario, dove oggi si esegue la maggior parte delle misure terapeutiche, non è così».

Durisch: una soluzione potrebbe essere la creazione di un reparto di psichiatria forense a Casvegno

Per il capogruppo socialista in Gran Consiglio e membro della ‘Giustizia e diritti’, Ivo Durisch, «occorre trovare una soluzione adeguata e possibilmente in tempi brevi. L’obiettivo delle misure terapeutiche è di ridurre al minimo il rischio di recidiva: tuttavia la mancanza di strutture specifiche in Ticino per queste persone fa sì che non di rado tali misure si protraggano negli anni dato che non si riesce a conseguire lo scopo per il quale sono applicate. Solo pochi casi vengono seguiti in appositi istituti di altri cantoni, anche perché la terapia deve essere eseguita nella lingua del paziente». Che fare? «Come discusso stamane con Traber, una soluzione potrebbe essere la creazione di un reparto di psichiatria forense all’interno di Casvegno, dove ci sono la Clinica psichiatrica cantonale e il Centro abitativo, ricreativo e di lavoro, cioè il Carl. Un reparto in cui operano educatori, infermieri, psicologi e psichiatri, e nel quale si seguono i casi. Dunque in una struttura specifica, esterna al carcere».

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