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Ozono, quest’estate misure d’urgenza mai attivate. Ecco perché

Il capoufficio dell‘Aria e del clima (Dt) Michele Fasciana: ‘Misurazioni critiche, ma mai superate le soglie in due stazioni per tre ore consecutive’

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(Ti-Press)
22 agosto 2022
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Che l’ozono preoccupi non è certo una novità e il tema è ricorrente, soprattutto nelle zone più esposte al traffico come il Mendrisiotto. Ma assieme a qualche lecita preoccupazione, si rileva che «il trend estivo per le immissioni di ozono è buono, nonostante la canicola». Ad affermarlo, interpellato da ‘laRegione’, è Michele Fasciana, capoufficio dell’Aria, del clima e delle energie rinnovabili in seno al Dipartimento del territorio.

L’Ordinanza federale sull’inquinamento definisce i limiti massimi per le emissioni di ozono a 120 microgrammi al metro cubo. Soglia che in Ticino viene superata regolarmente per diverse centinaia di ore all’anno.

A questo proposito, nel 2016 è stato emesso un Decreto d’urgenza cantonale che fissa una soglia di informazione alla popolazione raggiunti i 180 microgrammi per metro cubo per le emissioni di ozono nei periodi estivi. Raggiunta tale soglia si danno delle raccomandazioni ai cittadini. Diversamente, se le emissioni superano il livello di 240 microgrammi per metro cubo si possono mettere in atto delle misure di urgenza. Questo superamento della soglia deve essere registrato in almeno due stazioni di misura, per un tempo di tre ore consecutive. Di quali misure si parla? Anche un rallentamento della velocità massima autostradale a 80 km/h nei tratti a rischio, o addirittura lungo tutta la rete autostradale, e il divieto di sorpasso per i mezzi pesanti.

Non è colpito solo il Mendrisiotto

Ci si è avvicinati alla soglia di urgenza nel periodo di canicola, ma non solo in quel periodo. Senza però che scattassero dei provvedimenti. «Le misurazioni sono state critiche intorno a metà luglio in tutto il cantone, non solo quindi nelle stazioni tipicamente più colpite, quelle a sud, ma anche in quelle più a nord» afferma Fasciana. Per questo motivo il 21 luglio è stato emesso un comunicato stampa di pre allerta. «Fortunatamente, i valori critici non sono stati superati in due stazioni per più di tre ore consecutive e per questo motivo non si è reso necessario stabilire misure di emergenza», afferma (sollevato) a riguardo il capoufficio dell’Aria, del clima e delle energie rinnovabili.

Perché il caldo influenza l’aumento dello smog?

L’ozono è un inquinante che non viene prodotto direttamente ma ci sono i cosiddetti inquinanti precursori, che a determinate condizioni atmosferiche si mescolano tra di loro scatenando delle reazioni chimiche che portano alla creazione dell’ozono. Tra questi inquinanti c’è l’ossido di azoto che viene a crearsi dalla combustione dei motori: «È proprio durante i periodi più caldi e soleggiati che queste reazioni fotochimiche si scatenano. Ecco spiegato per quale motivo la canicola ci ha allarmati».

Nonostante l’innalzamento delle temperature, nelle ultime estati c’è stato un graduale miglioramento riguardo alle emissioni degli inquinanti detti precursori, che generano l’ozono. Difatti, come spiega Fasciana, «il miglioramento non è solo dell’ozono ma di tutti gli inquinanti che monitoriamo, polveri fini e ossidi d’azoto compresi». I dati sulle emissioni migliorano se c’è una diminuzione di veicoli che hanno un motore a scoppio sulle autostrade. E il trend positivo è confermato. Grazie, secondo Fasciana, «al miglioramento tecnologico degli impianti e dei motori che vengono utilizzati e, in particolare, al passaggio dai motori a combustione a quelli elettrici».

Picchi meno frequenti che in passato

Negli ultimi due anni l’andamento delle emissioni è positivo e in miglioramento. «Il periodo di smog estivo caratterizzato dall’ozono si sta allungando leggermente, si parte già da maggio, mese in cui quest’anno si sono registrati i primi picchi di produzione di ozono, ma sono picchi meno frequenti rispetto al passato» spiega il capoufficio dell’Aria, del clima e delle energie rinnovabili. Ma la guardia resta sempre alta: «L’ozono non è particolarmente pericoloso se resta al di sotto dei 180 microgrammi al metro cubo, motivo per il quale all’inizio di ogni estate emaniamo alcune semplici misure che i cittadini sono invitati a seguire per permettere a tutti, anche quelli più sensibili, di non avere ripercussioni di salute», conclude Fasciana.

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