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Prestito vitalizio ipotecario, il Ps rilancia: ecco la mozione

Dopo la sentenza del Tf che accoglie il ricorso dei socialisti Lepori e Ghisletta contro lo sgravio sul valore locativo: ‘Un passo verso gli over 60’

Rilancio socialista
(Ti-Press)
11 agosto 2022
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Detto, fatto. All’indomani della sentenza con cui il Tribunale federale ha accolto il ricorso dei deputati socialisti Carlo Lepori e Raoul Ghisletta contro lo sgravio del valore locativo votato dal Gran Consiglio nel giugno 2021 – e come annunciato dallo stesso Lepori ieri a ‘laRegione’ –, il Ps torna alla carica sulla proposta di prestito vitalizio ipotecario per chi ha più di 60 anni. E lo fa con una mozione, firmata a nome del gruppo da Ivo Durisch, che ricalca l’interrogazione risalente al marzo 2021 cui il Consiglio di Stato aveva risposto picche. La proposta resta la stessa: istituire questa "particolare tipologia di finanziamento a lungo termine, detto anche ‘mutuo inverso’, grazie al quale chi possiede una casa può darla in garanzia alle banche ottenendo un prestito o una rendita vitalizia con il diritto di abitazione vita natural durante". Con l’obiettivo "di consentire a persone con una casa di proprietà, ma con poca liquidità ed entrate insufficienti per arrivare alla fine del mese, di far fronte alle spese quotidiane senza essere costrette a scegliere tra vendere la casa o vivere in povertà".

Le motivazioni di BancaStato

Per il Consiglio di Stato non se ne parla neanche, si diceva. Perché, si leggeva nella risposta del governo (maggio 2021) all’interrogazione socialista, veniva meno la pietra angolare della proposta: attivare con BancaStato una convenzione per introdurre tramite l’istituto di credito cantonale la possibilità di questo prestito vitalizio ipotecario. È stata la stessa BancaStato a spiegare il perché: secondo le ‘Direttive per la verifica, la valutazione e la gestione di crediti garantiti da pegno immobiliare’ e le ‘Direttive concernenti i requisiti minimi per i finanziamenti ipotecari’, scrisse la banca ai tempi, "la casistica evocata dall’interrogazione, persone anziane con una casa di proprietà ma con poca liquidità ed entrate insufficienti per arrivare a fine mese, non presuppone situazioni tali da soddisfare i requisiti richiesti dall’Associazione svizzera dei banchieri e dall’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (Finma) nell’ambito dei crediti garantiti da pegno immobiliare".

Ma il Ps non demorde

E siamo alla mozione. Sì, perché la contestazione del Ps nasce proprio da qui: "Il mandato originale di BancaStato si indirizzava principalmente nel favorire lo sviluppo economico del cantone e offrire al pubblico la possibilità di investire in modo sicuro e redditizio i risparmi". Partendo da questo assunto, Durisch ricorda che "per dei crediti garantiti da pegno immobiliare valgono le seguenti regole: il grado di anticipo massimo è del 75%; l’incidenza massima sullo stipendio, con un tasso del 7%, non può superare il 35% dello stipendio lordo". Ebbene, "nel rispetto di questi limiti sarebbe di per sé già possibile accendere un Prestito vitalizio ipotecario". Di più, stando ai calcoli del Ps, "nei primi 13 anni non verrebbero lesi i criteri normali per l’erogazione di un Prestito vitalizio ipotecario, e sarebbe quindi possibile erogarlo senza attivare una casistica particolare". Cosa che bisognerebbe fare dall’anno seguente. Ma la ‘Direttiva per la verifica, la valutazione e la gestione di crediti garantiti da pegno immobiliare’ al capitolo 8 prevede delle eccezioni, rammenta la mozione del Ps. Eccezioni che, scrive il capogruppo socialista, consentirebbero "di continuare a erogare il prestito fino al 29esimo anno".

Quindi dalle semplici domande si passa alla richiesta: istituire tramite BancaStato questa possibilità dedicata "a persone che, a più di 60 anni di età, non possono accedere alle prestazioni complementari a causa del valore locativo".

Lepori: ‘Nessun timore dalle motivazioni di Losanna’

Ma tornando al dispositivo della sentenza reso noto ieri, non sarebbe stato opportuno attendere le motivazioni, nero su bianco, di Mon Repos, leggerle e in seguito inoltrare se del caso la mozione? «Si tratta comunque di due proposte diverse, una delle quali è quella che la maggioranza del Gran Consiglio aveva approvato nel giugno dello scorso anno, adottando l’iniziativa di Pamini, e che adesso il Tf ha bocciato – osserva Carlo Lepori, raggiunto dalla ‘Regione’ –. L’Alta Corte si è dunque pronunciata sulla decisione del parlamento ispirata appunto da Pamini. Non sulla nostra. Le motivazioni sono del verdetto con cui i giudici di Losanna hanno appunto cassato la modifica di legge varata nel 2021». Non è tutto. «Ricordo poi – aggiunge il deputato socialista – che già nel nostro rapporto di minoranza, con il quale ci eravamo opposti all’iniziativa Pamini, avevamo annunciato l’intenzione di approfondire, nonostante la risposta del Consiglio di Stato all’interrogazione del collega Durisch, il tema del prestito vitalizio ipotecario o mutuo inverso. E così abbiamo fatto».

Lepori, inoltre, respinge le accuse mosse via Facebook, subito dopo aver appreso della sentenza del Tf, dal democentrista Pamini, secondo il quale "gli anziani a basso reddito che vivono in casa propria e che sono strozzati dal valore locativo possono ringraziare i due deputati socialisti (Pamini allude allo stesso Lepori e a Raoul Ghisletta, autori del ricorso accolto dal Tf, ndr) se non avranno nessuna riduzione fiscale". «Un’accusa assolutamente priva di fondamento – dice Lepori –. Non c’è mai stata da parte nostra l’intenzione di danneggiare gli anziani. Figuriamoci! Tant’è che in seguito al verdetto del Tribunale federale non abbiamo perso tempo nel riproporre la nostra soluzione, dopo averla affinata, per risolvere un problema di cui riconosciamo l’esistenza e che dal nostro punto di vista è molto meglio di quella avanzata dall’iniziativa Pamini». Del resto, gli fa eco Ivo Durisch, «non si fa socialità con la fiscalità». Il capogruppo socialista non ha dubbi: «La nostra mozione, se verrà approvata e applicata, si tradurrà in un aiuto importante per gli anziani, lasciando loro in tasca più soldi rispetto a una riduzione fiscale come quella prospettata da Pamini».

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