Ticino

‘Il lupo ha un impatto su tutta la società’

Il grido d’allarme dei Giovani contadini ticinesi: ‘Il nostro futuro è a rischio! L’autorità reagisca’

’Preoccupati e frustrati’ (Ti-Press)
4 luglio 2022
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"In molti pensano che la tematica del lupo e dei grandi predatori in generale tocchi solo gli agricoltori di montagna, invece ci riguarda tutti. Un lupo che si aggirava poco tempo fa nei pressi della zona urbana di Novazzano ne è la dimostrazione. La presenza del lupo ha, e avrà sempre più, un impatto su tutta la società". A sostenerlo sono i GIovani contadini ticinesi (Gct), che con un’articolata nota stampa lanciano un grido d’allarme. Perché in Ticino, affermano, la situazione dei grandi predatori "sta sfuggendo di mano! E tutti sanno cosa succede quando una specie ‘sfugge di mano’, il cinghiale ne è un esempio lampante". Chiedono pertanto (anzi, "pretendiamo") "più trasparenza e una reazione dalle autorità". E invitano "a riflettere in maniera realistica e non utopistica sulle molteplici conseguenze che la presenza del lupo comporta, perché l’agricoltura multifunzionale, il nostro futuro e quello delle generazioni a venire è a rischio". Insomma, scrivono i Gct, "è in pericolo un settore che sta alla base della vita di tutti noi e assieme al settore una cultura, una passione e tante famiglie che la rappresentano".

Incertezze e frustrazione

In rapporto al lupo si parla spesso di biodiversità. "Ebbene, noi agricoltori, che lavoriamo mano nella mano con la natura, possiamo vedere quotidianamente che l’abbandono di pascoli d’alpeggio non è privo di conseguenze – rilevano i Giovani contadini ticinesi –. I pascoli si riempiono di arbusti, antichi paesaggi culturali costruiti dall’uomo spariscono, si riduce la biodiversità". L’imboschimento "causa una perdita di varietà di habitat, collegato a uno spreco di risorse economiche e naturali, diminuzione di servizi ambientali e aumento di pericoli naturali", sottolineano i Gct: "E non dobbiamo dimenticare che anche l’esistenza di razze caprine e ovine estensive e adatte alle nostre montagne è messa rischio" per la presenza del lupo. "Visto dal lato personale, a noi giovani contadini questa evoluzione preoccupa parecchio. Tutti conosciamo degli alpeggi che sono stati abbandonati a causa del ritorno incontrollato del lupo, e questo fa male al cuore. Convivere con la paura di essere il prossimo a trovare le proprie bestie agonizzanti o uccise, e per di più nemmeno mangiate dal lupo, non è una cosa da poco", evidenzia ancora l’associazione. Per la quale, tutto questo "innesca una serie di incertezze" e di interrogativi: "‘Per quanto potrò vivere ancora facendo il contadino?’, ‘Mi conviene ancora investire nel futuro di questa azienda?’: sono pensieri che si fanno più frequenti. Siamo confrontati con un susseguirsi di incertezze, che provocano frustrazione e malumore e che hanno un impatto su tutta la famiglia". Frustrazione, appunto: "In questi anni molti agricoltori hanno preso dei provvedimenti per riuscire a convivere con la presenza del lupo e le problematiche che ne derivano.,con il sommarsi delle esperienze, tuttavia, si sono scoperti o confermati i limiti delle varie misure di protezione proposte". Peraltro ogni misura "comporta dei problemi o dei conflitti di interesse con altri abitanti o turisti della montagna."

‘Innumerevoli costi supplementari’

Di più: "Vogliamo sottolineare che non è solo una questione di soldi, sebbene il lato economico non sia da sottovalutare". Per tenere in piedi un’azienda, ricordano i Giovani contadini ticinesi, "si devono fare continuamente degli investimenti importanti e praticamente nessuna famiglia contadina ha un agio finanziario così grande da poter far fronte a tutti questi inconvenienti: i costi supplementari portati dalle famiglie contadine, causati dalla presenza del lupo, sono innumerevoli (potenziamento della manodopera, diminuzione della resa di latte e carne sugli alpeggi, spese per il potenziamento delle recinzioni, eccetera) e difficili da quantificare, mentre quelli portati dalle amministrazioni pubbliche non vengono pubblicati". La trasparenza, rincarano i Gct, "non sembra essere prioritaria per gli uffici che si occupano di monitorare i danni da selvaggina. Come dimostra l’informazione che si può ottenere sui siti internet del Cantone, dove gli ultimi aggiornamenti sulla tematica risalgono a più di un anno fa".

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