Ticino

‘Candidati, va presentato anche l’attestato carenza beni’

Consiglio di Stato e Municipi, per ora la maggioranza (commissionale) con il controprogetto di Carlo Lepori all’iniziativa parlamentare di Franscella

Ma è in arrivo un rapporto di minoranza
(Ti-Press)
8 giugno 2022
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Oggi si deve presentare l’estratto del casellario giudiziale, che segnala l’esistenza o meno di condanne penali cresciute in giudicato. In futuro, forse già dalle prossime elezioni, i candidati al Consiglio di Stato e ai municipi potrebbero essere tenuti a presentare pure "l’estratto del registro delle esecuzioni" in cui figurano anche gli eventuali "attestati di carenza di beni". Dunque, fedina e documento indicante, attraverso l’esistenza o meno di attestati di carenza beni, la situazione economica di chi aspira a entrare in governo o nell’esecutivo del proprio comune. La proposta è contenuta nel rapporto stilato dal socialista Carlo Lepori che la maggioranza della commissione granconsiliare ‘Costituzione e leggi’, informa la stessa in una nota, ha firmato (alcuni deputati con riserva) nella riunione di ieri mattina. Si tratta di un controprogetto all’iniziativa parlamentare depositata poco più un anno fa dal popolare democratico Claudio Franscella per introdurre, passando dalla modifica della Legge ticinese sull’esercizio dei diritti politici, l’obbligo per coloro che si candidano al Consiglio di Stato e ai municipi di produrre "l’estratto cantonale personale delle esecuzioni" e questo "in un’ottica di trasparenza e correttezza verso il corpo elettorale". La commissione, scrive Lepori, "condivide a livello di principio l’opportunità per la cittadinanza di sapere se un candidato o una candidata abbiano debiti, così da sapersi regolare se dare o meno il voto, anche perché magari dovranno poi gestire le finanze pubbliche". Tuttavia, prosegue il rapporto, "molti commissari e commissarie sono scettici, condividendo le censure del Consiglio di Stato, sulla pubblicazione dell’estratto delle esecuzioni". L’attestato carenza beni, afferma il relatore interpellato dalla ‘Regione’, «fotografa l’effettiva situazione economica del candidato o della candidata. Non così il precetto esecutivo, come evidenziato anche dal governo esprimendosi sull’iniziativa, con l’invito al parlamento a respingerla. Da qui il controprogetto della maggioranza commissionale, con la richiesta al Gran Consiglio di approvarlo».

Aldi preannuncia rapporto di minoranza: ‘Si crea inutile burocrazia’

Sul tema si pronuncerà il plenum del Gran Consiglio nella sessione che si aprirà lunedì 20. Ma quello di Lepori non sarà l’unico rapporto a essere sottoposto al voto del parlamento. La leghista Sabrina Aldi ne ha preannunciato uno di minoranza. «Sto facendo alcuni calcoli, verificando in particolare il numero di candidati ai municipi e al Consiglio di Stato nelle ultime elezioni – annota Aldi da noi contattata –. Ritengo che iniziativa e controprogetto generino inutile burocrazia».

Le audizioni di maggio

Il rapporto elaborato da Lepori ripercorre fra l’altro l’iter in commissione dell’iniziativa di Franscella e cofirmatari. Si riferisce così dell’audizione, avvenuta lo scorso 10 maggio, del consulente giuridico del Consiglio di Stato Francesco Catenazzi e del responsabile, in seno alla Divisione giustizia (Dipartimento istituzioni) della Sezione esecuzione e fallimento Fernando Piccirilli. Un’audizione importante, cui ha partecipato pure la direttrice della Divisione Frida Andreotti, che ha permesso al relatore e quindi alla maggioranza della ‘Costituzione e leggi’ di affinare il controprogetto. Piccirilli, si spiega nel rapporto, "ha precisato che il documento ‘Estratto del registro delle esecuzioni’ è regolato dall’articolo 8a della Legge federale sulla esecuzione e sul fallimento; esso contiene le esecuzioni e gli attestati di carenza di beni che figurano nel registro. Non è possibile ottenere un estratto dei soli attestati di carenza di beni e non si può chiedere agli uffici di esecuzione di assumere il compito di produrre estratti con il solo elenco degli attestati di carenza di beni. Una soluzione sarebbe quella di chiedere alle candidate e ai candidati di produrre un estratto recente del registro delle esecuzioni. Sarebbe poi compito delle cancellerie cantonale (per l’elezione del Consiglio di Stato) e comunali (per le elezioni dei municipi) di pubblicare sul ‘Foglio ufficiale’, rispettivamente agli albi comunali, solo la formulazione riassuntiva, già contenuta nell’estratto stesso, relativa al numero degli attestati di carenza beni presenti e al loro importo totale".

‘Attività compatibile con il carico di lavoro delle cancellerie’

Sempre dall’audizione del 10 maggio, si sottolinea nel rapporto, "è emerso che si tratta di un’attività compatibile con il carico di lavoro che le elezioni pongono alle cancellerie". I dettagli "potranno essere chiariti nel Regolamento sull’esercizio dei diritti politici, anche per quel che riguarda la protezione di dati sensibili che appaiono nell’estratto del registro delle esecuzioni. Più precisamente, in merito alle proposte concrete di modifica, si è optato per inserire all’articolo 47 capoverso 3 della Legge sull’esercizio dei diritti politici solo la documentazione da presentare (ossia l’estratto del registro delle esecuzioni), riprendendo poi all’articolo 52 capoverso 1 - così da rafforzare la base legale, a maggior ragione visto che si pubblica solo una parte dell’estratto del registro delle esecuzioni – una parte dell’articolo 37 capoverso 1 del Regolamento sull’esercizio dei diritti politici, completandolo con il riferimento agli attestati di carenza di beni".

Se il controprogetto verrà approvato dal Gran Consiglio, riprende Lepori, «sul ‘Foglio ufficiale’, nel caso delle elezioni cantonali, o agli albi comunali, nel caso delle elezioni comunali, saranno dunque pubblicati solo il numero e l’importo totale degli eventuali attestati di carenza beni riportati nell’estratto del registro delle esecuzioni. Sia chiaro, la presenza di questi attestati non è motivo di ineleggibilità. La persona sarà libera di candidarsi o no. L’ultima parola spetterà sempre e comunque agli elettori».

Il dossier, come detto, sarà affrontato dal parlamento nella seduta al via il 20 giugno. «L’ultima sessione utile – rileva il relatore di maggioranza – per applicare già alle ‘cantonali‘ del prossimo anno le disposizioni, se accolte, del controprogetto».

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