Ticino

Comuni, le sfide di un buon governo

In trecento oggi al terzo Simposio sui rapporti fra Cantone ed enti locali. ‘Più coinvolgimento dei cittadini nelle scelte politico-strategiche’

17 marzo 2022
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L‘interesse non è certo mancato. Politici, amministratori locali, funzionari: in circa trecento, in rappresentanza dei due livelli istituzionali (Comuni e Cantone), hanno seguito nel pomeriggio, in presenza e in diretta streaming, il convegno. Ossia il terzo Simposio sui rapporti fra Cantone e Comuni organizzato all’Auditorium della Scuola cantonale di commercio a Bellinzona dal Dipartimento istituzioni attraverso la Sezione enti locali (Sel). Al centro dei lavori: ‘Il buon governo dei Comuni’. Durante i lavori si è così cercato di rispondere ad alcuni quesiti: quali strumenti e procedure adottare per un’adeguata conduzione politica e amministrativa del Comune, come coinvolgere cittadini e attori economici presenti sul territorio, cosa significa responsabilità sociale.

«Si è continuato un percorso di riflessione iniziato tre anni fa – spiega il capo della Sel Marzio Della Santa da noi avvicinato –. Dopo aver messo a fuoco ruolo e missione del Comune, nonché i compiti fondamentali di un ente locale, stavolta ci si è concentrati sostanzialmente sulle sue reali capacità funzionali, legate principalmente a quello che definiamo il buon governo. Un buon governo sia sul piano politico sia su quello amministrativo. Ciò che richiede anche e soprattutto una comunità forte, una comunità con un forte senso di appartenenza al Comune, al suo territorio». È pure da questo senso di appartenenza che «dipende la propensione del cittadino a mettersi a disposizione per la cosa pubblica, a candidarsi per il legislativo o per l’esecutivo». Ma buon governo significa anche «maggior coinvolgimento della società civile in quelle che sono le scelte fondamentali e strategiche del Comune».

Preoccupa, in prospettiva, l‘astensionismo, quella tendenza alla bassa partecipazione agli appuntamenti elettorali evidenziata anche dall’Osservatorio della vita politica regionale in un suo recente studio sulle ‘cantonali’ del 2019. «La democrazia abbisogna di cittadini propensi a dare contributi per il bene comune, consapevoli dei propri diritti e coscienti degli strumenti a loro disposizione: stiamo parlando della cittadinanza attiva – ha affermato il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, intervenendo in videoconferenza al Simposio –. Ma gli astensionisti non sono il solo indicatore di un malessere crescente nei confronti delle istituzioni. Di fatto la nostra società è confrontata con una crisi nella partecipazione dei cittadini alla vita politica. Per questa ragione è mia intenzione promuovere un nuovo progetto, denominato ’Democrazia sicura’, il cui scopo è di cercare di riavvicinare la popolazione alle istituzioni comunali». Questo però «non basta», ha sostenuto il consigliere di Stato: «Perché il Comune e i suoi organi decisionali definiscano e conducano politiche locali capaci di soddisfare i bisogni della comunità potrebbe essere utile reinterpretare il ruolo del legislativo e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni politico-strategiche del Comune».

Diversi i municipali presenti al Simposio Cantone-Comuni. Fra cui Françoise Gehring, alla guida a Mendrisio dei dicasteri Politiche sociali e Politiche di genere: «Momenti come quello odierno sono molto importanti per capire anche come ridefinire il ruolo dei Comuni nei prossimi anni, affinché siano in grado di dare valide risposte ai bisogni dei cittadini e delle cittadine».

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