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Comuni, sedute in videoconferenza possibili anche senza pandemia

Cosa dice il messaggio governativo. Marzio Della Santa, capo della Sezione enti locali: ci siamo mossi sulla base pure di un sondaggio

Il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi e Marzio Della Santa (Ti-Press)
11 marzo 2022
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Per agevolare nei Comuni i processi decisionali durante le recenti ondate pandemiche e scongiurare così la paralisi o quantomeno il forte rallentamento dell’attività politica a causa delle restrizioni d’ordine sanitario volte ad arginare la diffusione del coronavirus, il Consiglio di Stato ha dato ai Municipi (anche) la possibilità di tenere le sedute in videoconferenza o di autorizzare la partecipazione di suoi membri alle riunioni "con questo sistema". Possibilità sancita da un decreto che il governo ha varato il 20 marzo 2020 e che sarà valido sino alla fine del prossimo mese di giugno. In vista di questa scadenza e alla luce dell’esperienza fatta nonché dei risultati di un sondaggio svolto presso gli enti locali, il Consiglio di Stato intende conferire allo strumento della videoconferenza una base legale più solida e duratura. Con un messaggio licenziato mercoledì e di cui ha dato notizia ieri, il governo propone al Gran Consiglio di ancorare a una legge – la Legge organica comunale (Loc) – lo strumento in questione. Se il parlamento approverà ciò che il Consiglio di Stato prospetta, gli esecutivi locali ma pure le commissioni degli organi legislativi comunali avranno la facoltà di ricorrere per le loro sedute alla videoconferenza, anche per motivi non legati "all’evoluzione pandemica da Covid-19".

Gli articoli da ritoccare

Sono due gli articoli della Loc che il governo chiede di ritoccare. Il 94, al capitolo della legge dedicato al Municipio. E il 70, uno degli articoli consacrati al funzionamento del Consiglio comunale. Il messaggio appena pubblicato suggerisce di inserire nel 94 la disposizione secondo cui "Le sedute si tengono in presenza. Per giustificati motivi è data facoltà al Municipio di riunirsi virtualmente in videoconferenza o di autorizzare la partecipazione di suoi membri in questa forma; in tal caso devono essere salvaguardate le modalità decisionali e di verbalizzazione del presente capitolo e inoltre vanno garantite la riservatezza, la sicurezza e l’integrità dei dati". Sostanzialmente del medesimo tenore la disposizione confezionata dal Consiglio di Stato per le riunioni commissionali dei legislativi locali: "Le sedute si tengono in presenza. Per giustificati motivi è data facoltà alle commissioni di riunirsi virtualmente in videoconferenza o di autorizzare la partecipazione di loro membri in questa forma; in tal caso devono essere salvaguardate le modalità decisionali e di verbalizzazione del presente articolo e dell’articolo 71 (quello sull’allestimento dei rapporti, ndr), inoltre vanno garantite la riservatezza, la sicurezza e l’integrità dei dati".

Per ‘giustificati motivi’

La regola, scrive il governo a proposito dei municipi, resta "quella della tenuta delle sedute in presenza ‘fisica’ dei membri, che rimane tutto sommato da preferire". L’esperienza degli ultimi due anni, si afferma sempre nel messaggio, ha infatti "evidenziato il valore aggiunto di discussioni e confronto in presenza. Tuttavia, stando alla presente proposta, il collegio potrà decidere di tenere le sedute in videoconferenza". Ciò per "giustificati" motivi "da ponderare dal collegio medesimo". Del resto, prosegue il Consiglio di Stato, "si ritengono i Municipi perfettamente in grado di valutare l’adempimento di tali giustificati motivi: gli stessi possono essere personali, logistici, di salvaguardia della salute collettiva ecc". Dunque non dovranno essere più necessariamente legati "all’evoluzione pandemica da Covid-19". Il Municipio, continua il messaggio governativo, "potrà pure autorizzare la partecipazione di alcuni suoi membri" alle sedute tramite videoconferenza. E ancora: "Tutte le modalità decisionali e di verbalizzazione previste dalla Loc – e meglio su convocazione, validità seduta, verbalizzazione ecc. – andranno rispettate; parimenti andranno garantite la sicurezza e l’integrità dei dati". Medesime le considerazioni del Consiglio di Stato sulla nuova disposizione concernente le riunioni delle commissioni dei legislativi comunali.

Il sondaggio

«Prima di elaborare il messaggio – dice, contattato dalla ‘Regione’, il capo della Sezione enti locali (Dipartimento istituzioni) Marzio Della Santa – abbiamo eseguito un sondaggio presso i Comuni per sapere in quale misura avessero fatto ricorso alla videoconferenza nei due anni di pandemia e restrizioni e se ritenessero opportuno mantenere questo strumento. È emerso che la gran parte dei Comuni che ne ha fatto uso preferisce comunque le sedute in presenza, ma ha anche espresso l’auspicio di mantenere la facoltà di far capo alla videoconferenza per permettere a uno o più municipali o a uno o più membri di una commissione, che per valide ragioni non può o non possono partecipare fisicamente alla riunione, abbia o abbiano la possibilità di prendervi parte attraverso appunto la videconferenza».

Si pronuncerà il parlamento

Toccherà ora al Gran Consiglio pronunciarsi sulle modifiche della Legge organica comunale indicate dal governo. «Mi auguro che possa farlo in tempo utile – riprende Della Santa –. Se il parlamento riuscisse ad approvare, come spero, le modifiche entro giugno, sarebbe l’ideale: si garantirebbe continuità nell’uso, seppur facoltativo, della videoconferenza anche una volta scaduto il decreto del 2020».

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