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Passalia (Ppd): ‘Elettricità, l’aumento dei prezzi preoccupa’

Mercato energetico, la guerra in Ucraina rende ancora più difficile una situazione già complicata. Il deputato popolare democratico interroga il governo

‘Il governo è in grado di valutare l’impatto per economie domestiche e privati?’
(Ti-Press)
27 febbraio 2022
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"La recente recrudescenza dei rapporti politici internazionali, che ha portato agli attacchi militari in territorio ucraino, non fa che rendere ancor più critica la situazione relativa al mercato dell’energia in Europa e non solo". Una situazione che preoccupa il granconsigliere del Ppd Marco Passalia, che con un’interrogazione chiede lumi al Consiglio di Stato sulla possibilità di incorrere in un periodo critico in questo ambito. Al governo, Passalia chiede "se è al corrente dell’andamento e dell’evoluzione del prezzo dell’energia, se è in grado di valutare l’impatto dell’aumento del prezzo dell’elettricità per le economie domestiche e per le aziende, in che modo monitora l’evoluzione del prezzo dell’energia elettrica e quali misure intende intraprendere a sostegno delle categorie più toccate". Insomma, una vera e propria istantanea di un momento che a giusta ragione deve preoccupare anche dal punto di vista dell’energia".

’Nei prossimi anni tensioni e volatilità dei prezzi’

"Nei prossimi anni sono da prevedere tensioni, volatilità dei prezzi del petrolio, del gas e dell’elettricità - sottolinea Passalia -. Con aumenti attribuibili a diversi fattori: l’aumento repentino della domanda nella fase post-pandemia, le difficoltà nelle catene d’approvvigionamento, i ritardi logistici, la corsa alla decarbonizzazione e le citate dinamiche geopolitiche". Uno scenario preoccupante in un contesto già non esattamente confortante. Con un grafico allegato all’interrogazione e che raccoglie i dati dell’Ufficio federale di statistica, Passalia fa notare come nel 2021, e soprattutto dopo il mese di luglio, i prezzi dell’elettricità in Europa e in Svizzera siano schizzati alle stelle".

Per la Svizzera dopo lo stop all’Accordo quadro problemi con l’Ue sull’approvvigionamento

Per far fronte a questa situazione e alle sue conseguenze su privati e aziende, scrive ancora il deputato del Ppd, "numerosi Paesi sono intervenuti a sostegno dei consumatori. Si pensi al ‘decreto bollette’ italiano che prevede misure d’intervento per attenuare l’aumento dei costi di energia e gas nel secondo trimestre del 2022". E in Svizzera? In Svizzera "le principali modalità per produrre energia sono il nucleare e l’idroelettrico accompagnati da una produzione rinnovabile crescente", ma nonostante ciò "abbiamo necessità di importare prodotti petroliferi, gas e anche elettricità (soprattutto in inverno)".

E proprio riguardo all’elettricità emergono preoccupazioni. Passalia, citando uno studio di Swissgrid, ricorda che "con la fine dei negoziati sull’accordo quadro con l’Unione europea nel maggio 2021, un accordo sul transito dell’energia elettrica è diventato una prospettiva lontana". E si riducono "in modo massiccio" le capacità di importazione ed esportazione della Svizzera. Il secondo campanello d’allarme a suonare è quello delle ripercussioni di questo mancato accordo, che a partire dal 2025 "potrebbero accentuarsi perché tutti i gestori delle reti di trasporto europei dovranno mantenere almeno il 70% delle capacità di rete transfrontaliere libere per il commercio di elettricità all’interno dell’Ue". ll Consiglio federale, annota Passalia, "ha deciso di creare una riserva di energia idroelettrica già per l’inverno 2022/2023 e di costruire centrali a gas di riserva". I costi di entrambe le riserve, però, "saranno a carico dei consumatori finali".

Sono tutti elementi, quelli inseriti nell’interrogazione, che portano il granconsigliere popolare democratico "a pensare che ci sarà un imminente periodo critico che condurrà a un aumento marcato del costo dell’energia elettrica, che si ripercuoterà sia sulle aziende, sia sulle economie domestiche". E quindi, sapere cosa ne pensa il Consiglio di Stato ticinese, è più che importante.

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