Ticino

Livelli e sperimentazione, domani il giorno del giudizio

Oggi in Gran Consiglio i gruppi hanno anticipato quanto andrà in scena con l’emendamento del governo: sarà tirata, con possibili sorprese

Ti-Press
25 gennaio 2022
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Sarà tirata, ma il vento che soffia contro la sperimentazione biennale per il superamento dei livelli in Terza media con i laboratori sta diventando tempesta. E i segnali non sono buoni per il progetto messo in campo dal Dipartimento educazione, cultura e sport diretto da Manuele Bertoli, anche se partirà più di qualche telefonata nella notte e nella mattina che porteranno a domani pomeriggio, quando sarà messo in votazione l’emendamento del Consiglio di Stato al Preventivo 2022. Balleranno i telefoni in tutti i gruppi, ma soprattutto in casa Ppd e Lega. Ma andiamo con ordine.

Un lungo assaggio di quanto avverrà in aula si è avuto oggi, durante la discussione sui conti del Decs. Una sorta di dibattito anticipato sull’emendamento, con gli interventi come ampiamente prevedibile monopolizzati dalla proposta di superamento dei livelli. A esordire è Lelia Guscio, che informa la posizione contraria della Lega (anche se gli spifferi dicono che la bocciatura della sperimentazione non faccia l’unanimità in via Monte Boglia), perché «si desidera una vera riforma e non una politica dei cerotti. Questa considerazione viene da coloro che per esperienza e anzianità di servizio possono dire di conoscere a menadito la scuola ticinese». La Lega, spiega ancora Guscio, «non è assolutamente contraria al superamento dei livelli, dopo quarant’anni è imperativo che si proceda a una riorganizzazione della scuola media. Ma attenzione: inclusività sì, però con un sano apprezzamento di chi ha maggiori talenti». La deputata leghista rileva che «attestare un 64% di risposte positive alla consultazione è stato forse un po’ affrettato dal Decs, perché è solo il 30% a dichiararsi favorevole tout court alla proposta dipartimentale. Il 34%, invece, è favorevole ma a determinate condizioni».

I dubbi del Ppd...

In questo 34% figura un Ppd che arriverà spaccato alla votazione di domani. A prendere la parola è Claudio Franscella, che dopo aver stigmatizzato il comportamento del Decs - «Il modo in cui è stata affrontata questa revisione non ha convinto i più e nemmeno noi, ha creato confusione e malumore. Voler partire a spron battuto e abolire i livelli senza una verifica preliminare era un passo azzardato e sbagliato» -, torna sulla posizione popolare democratica. «Nella consultazione abbiamo risposto avanzando la proposta di una sperimentazione in un numero adeguato di sedi pilota, prendiamo atto con piacere che il Decs abbia compiuto un passo in questa direzione con una sperimentazione biennale. E dobbiamo pure constatare che l’emendamento proposto all’ultimo momento dal Consiglio di Stato soddisfa alcune nostre richieste». Tutto a posto? Sostegno assicurato? No. Perché Franscella ha messo in piedi un secondo cahier de doléances: «Vorremmo sapere in maniera più chiara gli obiettivi che si presume conseguire, più informazioni sull’adattamento dei piani di studio, quali provvedimenti saranno messi in campo per ridurre o risolvere i problemi nel contesto della differenziazione strutturale, l’importo previsto per la sperimentazione nel 2023 e non solo nel 2022, indicare quante e quali sedi saranno scelte e, a proposito dell’ente esterno di valutazione, chiediamo che esso sia composto anche da esperti di matematica e tedesco, e rappresentanti della didattica provenienti da altri cantoni».

... e le risposte di Bertoli. Sufficienti?

La risposta di Bertoli è stata un’apertura su tutta la linea, a partire dai punti per il Ppd più delicati. Uno, «l’ente esterno di valutazione va benissimo, come vanno benissimo un gruppo composito, il coinvolgimento della Commissione formazione e cultura per individuarlo, e che vengano coinvolti esperti di matematica e tedesco o persone da fuori cantone. L’importante è che siano persone competenti». Due, «i ragazzi che affronterebbero la sperimentazione arriverebbero pronti alla quarta e con competenze pari agli allievi che invece continuerebbero ad avere il sistema dei livelli: l’esempio della scuola media di Caslano dimostra che arriverebbero più preparati a compiere una scelta importante per il loro futuro». Ma la risposta a Franscella è lunga e articolata. «L’obiettivo è semplice e concreto: aiutare i ragazzi a fare un passo avanti in un contesto più accogliente. Superare il sistema dei livelli in terza aiuterà molto anche chi vorrà optare per un apprendistato, perché la ditta che vuole prendere un apprendista a novembre della quarta media quale livello guarda? Non sicuramente quello di quarta essendo appena cominciata, ma quelli di terza». Si eviterebbe, quindi, che le aziende cerchino solo ragazzi che frequentano i livelli A.

Il direttore del Decs ha spiegato a Franscella pure che «non abbiamo ancora materiale sufficiente per una valutazione su come stia procedendo l’introduzione dei laboratori in prima e seconda media, ma arriveranno» e che «i piani di studio non verranno cambiati perché già ora non sono separati per i livelli A e B, ma hanno approfondimenti diversi. Ci saranno degli aggiustamenti da fare, ma non saranno centrali». Infine, anche l’ultima questione posta da Franscella trova risposta. Quella inerente i costi: «Nel 2023 saranno il doppio rispetto al 2022».

Più che risposte, quelle di Bertoli sono state una mano tesa verso il Ppd. Sufficiente? A vedere il conciliabolo tra i deputati popolari democratici, con lo stesso Franscella tra i più accesi, forse per qualcuno, forse per molti, forse non per tutti. La notte probabilmente porterà consiglio.

Pugno Ghirlanda (Ps): ‘Una grande opportunità’

Detto dell’incertezza sui numeri che regna in Lega e Ppd, in Gran Consiglio oggi sono emerse anche posizioni più che granitiche. Come quella del Partito socialista, che con Daniela Pugno Ghirlanda rileva che questa proposta «è una grande opportunità che darebbe con i laboratori la possibilità di stare in classe con 8/10 compagni, e per molto tempo a contatto con l’insegnante per verificare i progressi. Non introduce precoci selezioni interne alla classe, e consente a ogni allievo di approfittare dei vantaggi di un insegnamento a classi dimezzate». Di più. Per Pugno Ghirlanda «la scuola dell’obbligo così cambierebbe faccia, diventerebbe un luogo deputato alla formazione degli allievi indipendentemente dalla loro estrazione sociale». Tema, questo, ripreso anche dal comunista Massimiliano Ay: «Per noi abolire ilivelli è una priorità assoluta, perché portano una discriminazione verso allievi di estrazione bassa e di origine straniera. Alla faccia delle attitudini, questa è una selezione classista. L’approccio ideologico non lo vedo in questa sperimentazione, ma solo nella destra».

Destra rappresentata da Edo Pellegrini (Udc): «Il modus operandi di stampo fortemente ideologico del Decs va avanti da tempo e riteniamo sia un problema. La consultazione dice che non è vero che tutti vogliono abolire i livelli ed è lontano dalla realtà che la maggioranza sia d’accordo col Decs. Il rischio è che dopo due anni, confrontati con un fallimento, saremmo di nuovo ai piedi della scala. Onorevole Bertoli, è proprio sicuro che i livelli vadano aboliti anche se non c’è unanimità in Gran Consiglio, considerando che se la proposta passasse lo farebbe per pochissimi voti?». Domanda retorica.

Mps contesta, i Verdi ci stanno

Contraria, dall’altro lato del parlamento, Angelica Lepori Sergi (Mps): «Ne parleremo meglio domani, ma l’emendamento non propone né il superamento dei livelli né una scuola più inclusiva, ma una sperimentazione. Chi con coraggio la approva, vada sul sito del Movimento della scuola e legga tutte le prese di posizione di chi si esprime molto criticamente nei confronti del Decs. Poi magari si dedichi alla discussione con più cognizione di causa».

A favore della sperimentazione Cristina Gardenghi (Verdi), «per un sistema che educhi al rispetto della diversità, che stimoli esperienze di scambio e permeabilità. Abbiamo visionato i documenti - dice rispondendo indirettamente a Lepori Sergi - e noi sosteniamo in toto questa opportunità unica di superare un sistema che non funziona più». I livelli, annota una «animosa» Maura Mossi Nembrini (Più donne) «vanno aboliti, vuol dire catalogare dei ragazzini in base alla loro riuscita in matematica o tedesco. Basta».

E il Plr? Il Plr dopo le bordate degli ultimi giorni è in attesa seduto sulla riva del fiume e salta un giro. Nel suo breve discorso, il presidente Alessandro Speziali però tende un ramoscello d’ulivo e rende attenti che «nonostante le percezioni non c’è alcun assedio politico o personale al Dipartimento, c’è uno spirito critico che ogni tanto ci porta a contestare duramente provvedimenti ma facendo sempre seguire delle proposte».

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