Ticino

Il vaccino Johnson&Johnson arriverà domani in Ticino

La precedenza verrà data a chi non può assumere i preparati di Pfizer e Moderna

(Ti-Press)

Omologato in Svizzera da marzo, il vaccino di Janssen (compagnia farmaceutica del gruppo Johnson&Johnson) arriverà domani in Ticino con 3mila dosi delle 6’100 destinate al cantone. «La priorità verrà data a chi è allergico alle componenti presenti in Pfizer e Moderna», dice il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini. Queste persone dovranno essere annunciate dal medico curante, oppure possono contattare il numero verde cantonale (0800 128 128). Coloro che desiderano immunizzarsi con Janssen, non per motivi medici, possono da oggi iscriversi tramite la piattaforma online (www.ti.ch/vaccinazione) e verranno inseriti in una lista d’attesa. Prima di definire la logistica delle somministrazioni, le autorità competenti vogliono capire quanto alta sarà la richiesta. «Janssen – illustra Zanini – è un vaccino vettoriale, dunque con una tecnologia diversa rispetto a Pfizer e Moderna». Per ottenere una protezione completa è necessaria una sola dose, il certificato vaccinale sarà però valido dopo 22 giorni: «Il tempo necessario al sistema immunitario per produrre gli anticorpi». Utilizzabile a partire dai 18 anni, Janssen ha come principali effetti secondari gli stessi degli altri due prodotti omologati in Svizzera. Qualche differenza però c’è: lo sviluppo di trombosi in 8 casi su un milione, come pure una minore efficacia. Il preparato non è raccomandato a donne in gravidanza e durante l’allattamento, nonché alle persone immunodepresse. Per quale motivo? «La ragione principale – spiega il farmacista cantonale alla ‘Regione’ –, è una mancanza di dati che indichino la sicurezza in queste situazioni. Per quanto concerne gli immunodepressi, il loro corpo risponde poco al vaccino, quindi un preparato più efficace è la prima scelta».

Moderna causa maggiori effetti collaterali? ‘Solo una percezione’

I ticinesi completamente vaccinati erano, a venerdì, circa il 61,5%, mentre quelli che fino a domenica avevano ricevuto una sola dose erano il 68%, ha indicato il farmacista cantonale. A livello svizzero il Ticino è dunque il terzo cantone con il tasso più alto. «Se ci riferiamo a chi è vaccinabile, quindi con almeno 12 anni, il dato è più alto: il 75,5% di essi ha ricevuto almeno una dose». Dunque tre persone su quattro sono coperte o termineranno il ciclo entro al massimo un mese, due di queste con Pfizer e una con Moderna. Questa differenza fra i due prodotti spiega «la percezione che Moderna causi maggiori effetti collaterali», dice Zanini. In ogni caso «le nuove iscrizioni diminuiscono progressivamente. La quota ideale di 240mila persone vaccinate è stata raggiunta, ora la Confederazione punta a un tasso di popolazione vaccinata dell’80%. Verosimilmente possiamo raggiungerlo grazie a Janssen». Zanini sottolinea che «il vaccino funziona», e mostra i dati dei ricoveri ospedalieri in Svizzera: «Nei mesi di agosto e settembre sono state ospedalizzate 2807 persone. Il 94,4% di esse non era immunizzato. Questo dato parla da sé».

‘Terza dose e richiamo sono due cose diverse’

Ultimamente si sente parlare di terza dose e di ‘richiamo’. Il farmacista cantonale fa chiarezza. «La vaccinazione di base è quella che si sta effettuando attualmente: due iniezioni per il grosso della popolazione, una sola per chi ha già fatto la malattia. Essa permette di ottenere il certificato vaccinale valido». La terza, invece, «è una dose in più, necessaria per dare la protezione di base e malati con caratteristiche particolari». Tale somministrazione «è già in corso da tempo in Ticino e a oggi ne abbiamo somministrate circa 120–130 e viene indicata dai medici». Quello che «potrebbe riguardare la popolazione generale è la cosiddetta vaccinazione di richiamo. Una dose che serve per rinfrescare la memoria del sistema immunitario». Attualmente in Svizzera non viene somministrata: «Sarà la Confederazione a indicare, eventualmente, chi dovrà riceverla e a partire da quando. Decisione che sarà basata su considerazioni di natura scientifica.

Successo per l’opzione ‘on the road’

«È stato un successo», dice Ryan Pedevilla, capo della Sezione del militare e della protezione della popolazione, riferendosi alla vaccinazione itinerante. Attualmente è in corso la seconda parte. Il furgone sta tornando infatti negli stessi luoghi in cui si era fermato a settembre, questo per dare la possibilità di ricevere in questa modalità anche la seconda dose. Pure coloro che desiderano fare la prima somministrazione possono utilizzare l’opzione ‘on the road’, la seconda iniezione verrà poi effettuata nelle altre strutture già presenti. «La media è stata di 128 somministrazioni al giorno. Un ottimo risultato dato che il nostro obiettivo era di 100», riferisce Pedevilla.

Zanini scettico sull’incentivo di 50 franchi

Venerdì scorso il Consiglio federale aveva messo in consultazione ai Cantoni un pacchetto di proposte per far fronte alla pandemia, tra cui quella di offrire 50 franchi a chi riesce a convincere qualcuno a vaccinarsi. «La risposta del Ticino verrà data dal Consiglio di Stato. Personalmente questa proposta mi lascia molto perplesso», ci dice il farmacista cantonale. «In Ticino ci siamo sempre sforzati di scegliere modalità che non fossero troppo invasive». Riguardo alla situazione epidemiologica abbiamo chiesto a Giovan Maria Zanini una previsione per le prossime settimane. Dobbiamo attenderci un picco come l’anno scorso? «Non sono in grado di rispondere. È evidente però che la vaccinazione funziona e questo dovrebbe metterci in una situazione molto più favorevole rispetto a un anno fa, quando eravamo sprovvisti di questo strumento». Per il farmacista cantonale è comunque di fondamentale importanza «farsi testare in presenza di sintomi e adottare tutti i comportamenti di protezione. La pandemia non è finita».

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